Estratto dell'articolo di Lucetta Scaraffia per la Stampa
L'opinione pubblica sembra stupirsi o meglio indignarsi per i dati che ha raccolto l'associazione Amleta sulle molestie sessuali, e in particolare sul fatto che i molestatori sembrano essere per ben il 40% i registi cinematografici. Ma non viene in mente a nessuno, a questo proposito, che forse le attrici siano le più propense a parlare per ovvie ragioni di pubblicità?
E che magari esistano pure altre categorie di donne impegnate in altre professioni - avvocate, magistrate, giornaliste, docenti universitarie - che magari hanno meno interesse a farlo ma sono state anch' esse oggetto di molestie in misura massiccia?
Penso che il fenomeno delle molestie nei decenni del secondo dopoguerra sia stato endemico, e pertanto impossibile da quantificare e tanto meno oggi da punire. È stata la reazione di una classe di uomini al potere che si è vista improvvisamente irrompere nel proprio ambito professionale donne giovani, spesso graziose, in genere sprovvedute. Un misto di irritazione per l'imprevista concorrenza si è così aggiunta alla percezione mai neppure sognata di nuove possibilità di trasgressione sessuale: quelle trasgressioni che fino ad allora erano confinate alle donne di servizio e comunque a donne appartenenti agli strati inferiori della società.
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Devo dire la verità: in un Paese come il nostro, dove la concorrenza meritocratica è poco praticata, e dove molto spesso sono i figli a godere di corsie privilegiate nelle professioni praticate con successo dai genitori - avete mai notato ad esempio quanti figli di professori universitari esercitano la stessa professione? - la promozione diciamo così per merito sessuale mi sembra meno disonorevole.
Quelle povere donne quasi sempre hanno dovuto cedere a uomini anziani, quasi mai di aspetto gradevole, un po' prepotenti: in un certo senso, si sono guadagnate la promozione molto di più di tanti figli di papà. Certo, ci sono anche quelle che sono rimaste ferme nei ranghi più bassi perché non sono state al gioco, quelle che hanno cercato di farsi strada onestamente, e non ce l'hanno fatta, e questa costituisce senza dubbio una vera ingiustizia. Ma non dimentichiamolo: l'arrivo delle donne nelle professioni maschili è stata una vera battaglia, combattuta senza esclusione di colpi da ambo le parti. La storia è stata questa.