"NOI SICILIANI SIAMO STANZIALI. SE ANDAVI A MESSINA, CI VOLEVA IL PASSAPORTO" - ROSARIO FIORELLO RACCONTA IL SUO "GIRO D'ITALIA" AD ALDO CAZZULLO: "LA PRIMA VOLTA CHE USCII DALLA SICILIA AVEVO 22 ANNI, DOVEVO ANDARE A BARI PER LA LEVA. TORNO AD AUGUSTA E IL CAPO VILLAGGIO DELLA VALTUR MI ASSUME COME ANIMATORE IN COSTA D’AVORIO. LI' PERSI 10 KG PERCHÉ MANGIAVO SOLO ANANAS. UNA VOLTA MI PORTARONO DA UN DENTISTA CHE MI TOLSE UN DENTE CON UN CAZZO DI TENAGLIA. MI HA FRANTUMATO L’OSSO DELLA MASCELLA E HO PRESO L'EPATITE" - LA PRIMA VOLTA A MILANO E A ROMA, GLI INCONTRI CON CECCHETTO, JOVANOTTI, AMADEUS E COSTANZO...

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FIORELLO FIORELLO

Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per “Sette - Corriere della Sera”

 

Negli Anni 70, la famiglia Fiorello abitava ad Augusta , e il Nostro frequentava con alterne fortune il liceo scientifico Principe di Napoli. Ha confessato a Edmondo Berselli: «Nello show lo dico chiaro, l’unico mio titolo di studio è il battesimo. Studiare, ma si poteva? Augusta è un’isola, eravamo circondati dal sole e dal mare, fin da bambini si stava sempre fuori, a giocare a chiappeddi, le pietre al posto delle bocce, in palio le figurine Panini».

 

«Noi siciliani siamo abbastanza stanziali, cioè non ci muoviamo dalla Sicilia, addirittura siamo capaci di non conoscere parte della Sicilia. Io vivevo ad Augusta, il massimo che potessi permettermi era di andare a Letojanni, la città dove è nato mio padre, nei pressi di Taormina o a Giardini Naxos, la città di origine di mia madre. Ogni tanto da Augusta si andava a Catania. Ma era un viaggio, un lungo viaggio: il tono era “È andato a Catania!”. Cioèmezz’ora dimacchina per noi rappresentava l’idea di viaggio, se poi andavi a Messina, ci voleva il passaporto. Messina era lontanissima---! Messina».

famiglia fiorello 2 famiglia fiorello 2

 

«Era arrivata la cartolina precetto. Dovevo presentarmi a Bari». […] «Mi presentai in caserma così come venivo dal villaggio, capelli lunghi e maglietta con la scritta Miami Beach. L’ufficiale che ci inquadrava mi notò subito in mezzo agli altri. Con tono perentorio ordinò al caporale: “Portalo dal barbiere!”».

famiglia fiorello 1 famiglia fiorello 1

 

«[…]un bel giorno, era il 1982, me lo ricordo perché stavo festeggiando la vittoria dell’Italia al Mondiale di calcio in Spagna. Ero al villaggio turistico Valtur di Brucoli a urlare per i gol di Rossi e Tardelli. Torno a casa tardi, mia madre è sveglia e mi dice che è arrivata […] la chiamata di leva: presentarsi al distretto militare di Bari, al 48° battaglione fanteria Ferrara. Era la prima volta che uscivo dalla Sicilia, a 22 anni. Vi rendete conto? […]».

 

fiorello fiorello

[…]A Bari mi sono trovato bene durate i tre mesi del Car, centro addestramento reclute. Mi misero persino in un picchetto d’onore, per cui io mi ricordo, ma ci deve essere una foto in giro. […] in cui si vede l’allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini passare in rassegna il Sacrario militare dei Caduti d’Oltremare di Bari. E dietro ci sono io sull’attenti».

 

«Finiti i tre mesi c’è la destinazione, sono tranquillo, penso di tornare in Sicilia, come altri corregionali. Invece mi mandano a Sacile. Dove minchia si trova sto Sacile? “Tranquillo”,mi dicono, “si trova in Friuli”. Per me allora il Friuli era un posto che non esisteva, non sapevo nemmeno dove fosse, per questo mi mandano a Sacile. Questo paese mi pareva un presepe, […]».

fiorello fiorello

 

«Torno ad Augusta e il capo villaggio della Valtur mi fa una sorpresa. Mi licenzia da barista e mi assume come animatore, ma per l’invern o. “Per l’inverno?”, chiedo io, ma se non c’è nessuno. Credevo a uno scherzo e invece mi portò in Costa d’Avorio. […] Racconto questo perché quella fu la prima volta che presi l’aereo, a 23 anni e mezzo. Quando arrivo in Africa e scendiamo sentivo un caldo dell’inferno e credevo fosse colpa dei motori dell’aereo e invece più mi allontanavo dall’aereo più faceva caldo, c’erano 50 gradi all’ombra e il 98% di umidità. […]

fiorello 1 fiorello 1

 

Per farla breve, perdo 10 kg perché mangiavo solo ananas e mi ricordo che lì mi tolsero un dente, mi portarono da un dentista che in quei giorni non aveva corrente elettrica, questo mi tolse il dente praticamente a mani nude, con un caz.. di tenaglia. Mi ha frantumato l’osso della mascella, ho fatto 15 giorni chiuso in camera per la febbre, un disastro. […] vedevo colleghi con la febbre a 42 gradi che sentivano un freddo cane con la temperatura esterna a 50 gradi, bisognava coprirli con delle coperte. Per fortuna non presi la malaria ma il chinino mi ha lasciato un segno: epatite C da farmaco».

 

fiorello linus fiorello linus

[…] «Tornato in Italia faccio i villaggi Valtur invernali: Sansicario, Cervinia, Marilleva e poi quelli estivi in Puglia, ma a quel punto lì mi muovevo già con l’aereo avanti e indietro, quindi da lì poi son partito».

 

«La prima grande città che ho incontrato è stata Roma: quando si finiva la stagione si veniva tutti a Roma nella sede Valtur […] «Quando inizia di nuovo la stagione estiva, un certo giorno ci dicono: “Dobbiamo andare a Milano a incidere la sigla della Valtur scritta da Dario Baldan Bembo”. Minchia, a Milano! Andammo a Milano a incidere questa sigla e per la prima volta vidi Milano. Mi ricordo che giravamo con i miei colleghi animatori e dissi: “Minchia ma questo è un altro mondo”. Milano già all’epoca si trovava avanti rispetto a tutto quello che avevo visto fino ad allora e qui stiamo parlando del 1983 o 84. C’erano già i paninari, i giovani avevano i capelli tagliati strano. Mi dicevo: “Ma guarda qua come sono questi milanesi”.

 

fiorello jovanotti fiorello jovanotti

I luoghi comuni c’erano tutti: lavoravano, andavano tutti di corsa, il traffico non era quello di Roma, tutto perfetto, tutto pulito. A Milano ci sono tornato con Bernardo Cherubini, il fratello di Lorenzo. Eravamo in Calabria e mi dice se andiamo a trovare suo fratello, Jovanotti, che aveva cominciato la sua avventura con Claudio Cecchetto: siamo andati a Milano, era il 1987, sono stato lì una settimana e in quella settimana è successo tutto. […] L’anno dopo ho preso la decisione di lasciare i villaggi, mi sono trasferito a Milano, stavo in una casa, cioè nel quartier generale di Cecchetto, e a Radio Deejay guardavo quello che facevano gli altri, rubavo loro il mestiere. Poi ho cominciato a fare i primi programmi con Tony Severo e poi con Amadeus ed è lì che è nata l’amicizia con Amadeus».

fiorello jovanotti fiorello jovanotti

 

Il Karaoke diventa presto un appuntamento imperdibile, Fiorello una scoperta inaspettata e il suo […]

 

 

«[…] Se c’è una città che mi ha fatto impazzire per la sua bellezza è Trieste: il mare, quella piazza meravigliosa, la gente che convive con la bora, i passamani per non volare via, i caffè. Se vai in un caffè storico di Trieste, come il Caffè degli Specchi in piazza Unità d’Italia, ti danno il menù dei caffè. Mi dia questo, mia dia quello, con quei nomi. A Trieste c’ero andato per la prima volta con il Karaoke e dal pubblico mi tirarono un’arancia. […]».

costanzo fiorello costanzo fiorello

 

«Finito il Karaoke torno a Milano, ma dopo essere stato a un Maurizio Costanzo Show e avendo poi avuto modo di fare con lui La febbre del venerdì sera abbiamo scoperto di avere una certa affinità al cazzeggio. Per lui era la prima volta che smetteva gli abiti del giornalista e lasciava che io scherzassi con lui. Scrisse persino Adriano Celentano: “C’era Fiorello al Costanzo e maimi sono divertito così tanto perché ho vistoMaurizio fare cose che non avevamai fatto prima”. Poi abbiamo fatto Buona domenica e in quell’occasione ho conosciuto Susanna e quindi Roma. Ho capito che Roma sarebbe stata la città della mia vita. Ho appena fatto una settimana di vacanza in Liguria ma appena sull’autostrada arrivo a Roma Nord, dopo imbocco la strada verso casa, ecco, è il caso di dirlo,mi sento a casa.Mi sento proprio romano».

 

amadeus fiorello amadeus fiorello

Nostalgia della Sicilia? «Si manifesta ogni qualvolta vedi una foto, del cibo, ricordi un profumo e allora penso: “Ah la nostalgia della mia terra!”. Ci chiamano “terroni” non a caso… Ci chiamano così perché siamo attaccati alla terra». «Poi, ovviamente c’è la Sicilia, la Sicilia non si tocca. Ogni estate vi passo almeno dieci giorni, vado a vedere posti dove andavo quando ero bambino, vado a trovare tutti i parenti e anche lì, la Sicilia, io non l’ho scoperta tutta perché, come ho detto all’inizio, noi siciliani siamo sempre nel nostro orticello. […]

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