"LA PRIMA DONNA CHE INCONTRIAMO? NON È LA MADRE, È L’OSTETRICA” – CORDELLI IN LODE DI RICCARDO ROSSI IN SCENA CON ‘W LE DONNE’: “IL TITOLO DELLO SPETTACOLO È UN VERO PROGRAMMA IDEOLOGICO CHE VA OLTRE L’INTRATTENIMENTO. L’ATTORE PROPONE UNO STILE, UNA MORALE, UN MODO D’ESSERE E RACCONTA VARIE FIGURE FEMMINILI CON SENTIMENTO” - VIDEO

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Franco Cordelli per corriere.it

 

riccardo rossi riccardo rossi

Riccardo Rossi, nato nel 1962, ha alle spalle una storia di tutto riguardo: dalla scuola di Gigi Proietti alla pubblicità dei Baci Perugina con Federica Pellegrini, da Non è la Rai a Fiorello, di cui fu autore. Ha scritto un libro, Pagine Rossi, ha fatto un film, La prima volta (di mia figlia) e una quantità di spettacoli, da Per fortuna che c’è Riccardo a L’amore è un gambero.

CORDELLI CORDELLI

 

E’ in scena con W le donne! – Tutte le donne della nostra vita. È questa l’occasione in cui mi sono imbattuto nel suo nome e nella sua specifica qualità di showman. Il nome di Gigi Proietti non è affatto casuale, ma si può arrivare fino a Lenny Bruce, quello del film di Bob Fosse con Dustin Hoffman. Non intendo stabilire un paragone. Voglio solo insinuare il sospetto che Riccardo Rossi nel suo spettacolo, dietro il tema del titolo, proponga uno stile, una morale, un modo d’essere. O, detto in altro modo, egli non si accontenta di suscitare una risata, o più risate.

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Il titolo stesso dello spettacolo è anzi un vero e proprio programma ideologico, un programma esistenziale contrabbandato da intrattenimento che non si nega né al buon senso né al senso comune. Soprattutto, Riccardo Rossi non si nega al sentimento. Senza arrivare alla commozione, chiude spesso i suoi numeri, travestiti da capitoli d’una storia, con una battuta o un quasi impercettibile movimento che trasforma di colpo la risata, in quell’istante appena cominciata, in un assenso, in un plauso, nel riconoscimento di una verità umana e dolce.

 

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Che storia è la storia di W le donne? Niente meno e niente più che la storia della donna. Quali i capitoli di questa storia? Li conosciamo tutti. Quale, ci chiede, la prima donna che incontriamo? No, non è la madre. È l’ostetrica. Il nostro inizio con la donna è storto, è a testa in giù e, come non bastasse, quella donna subito sparisce. Di simili inversioni W le donne non abusa affatto. Ne voglio ricordare un’altra. Quale, il primo dolore? Ce lo dà una donna: un’infermiera per l’iniezione, o la moglie del portiere! Ogni capitolo è una categoria, una specie. La maestra, che alle medie anche lei ci abbandona. La sorella, che se di te è più grande ti tratta per troppo tempo come il suo bambolotto. La suocera, tra tutti i ruoli il più odiato (dagli uomini). La figlia, il ruolo più amato (dagli uomini, ossia dai padri — che dalle figlie non si staccherebbero neppure se si sposassero a trentasei anni).

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madonna madonna

La donna-zavorra, che fu fatale, nel caso di Madonna, per Sean Penn e per Warren Beatty (con lei fecero i loro film più brutti). La donna superiore, come nel caso di Mina che gettò il telegramma in cui Paul McCartney le scriveva che era l’interprete migliore mai avuto dalla sua Michelle. Infine la madre, la sua, di Riccardo, che per trentacinque anni prese ogni mattina l’autobus 39 e a ottantacinque, divorziata, una sera rifiutò le tenesse compagnia davanti alla televisione.

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