"SONO UN MEGALOMANE. VOGLIO ATTIRARE L'ATTENZIONE DI TUTTI E PROVOCARE UN SENTIMENTO DI AMORE O ODIO" – PARLA IL WRITER "GECO", L'EX "FANTASMA" PIÙ RICERCATO D'EUROPA: “SONO UN BOMBARDIERE, UN SUPEREROE. IL MONDO DEI GRAFFITI È PURO EGOCENTRISMO, VOGLIO ESSERE OVUNQUE, DEVO ANDARE OVUNQUE...” (INTANTO VAI A FRUGARTI NELLE TASCHE PERCHE' LISBONA HA CHIESTO UN MAXI-RISARCIMENTO)

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geco geco

Raffaella Troili per “il Messaggero”

 

«Mi avete beccato...». Le gesta di Geco, che si definiva un supereroe (piuttosto egocentrico nel suo genere), sono finite. L' imprendibile writer che ha imbrattato centinaia e centinaia di edifici non solo a Roma ha un volto e un nome: Lorenzo Perris, 30 anni, è stato identificato e denunciato per danneggiamento e reato continuato dagli agenti del Nard, Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale.

 

Era nella sua casa in zona Prenestino: durante la perquisizione sono stati sequestrati centinaia di bombolette spray, migliaia di adesivi, funi, estintori, corde, lucchetti, sei telefoni cellulari, pc, pennelli, rulli e secchi di vernice.

GECO - WRITER GECO - WRITER

 

D' altronde Geco ha lasciato il segno ovunque ed era ricercato anche all' estero, in particolare a Lisbona dove si era rifugiato per poter esprimersi con più tranquillità (oppure perché non aveva più spazi liberi a disposizione) negli ultimi anni.

 

Detto che sotto casa di molti compare la sua scritta anonima, una sorta di Zorro de' noantri, tra i luoghi deturpati dalle sue bombolette ci sono le Mura Aureliane a Porta Maggiore, la Torre di Santa Bibiana, il mercato di via Magna Grecia, le metro San Paolo e Cornelia, le pertinenze di Villa Pamphili, il mercato di via Catania, l' Archivio centrale di Stato al Laurentino, piazza San Callisto, molte stazioni ferroviarie, il Gra in più punti, come pure l' A24 altezza Portonaccio. Ma il suo tag è sui muri di mezza Europa, dalla Grecia alla Spagna. Anche a Genova.

GLI ATTREZZI DEL MESTIERE DI GECO GLI ATTREZZI DEL MESTIERE DI GECO

 

«Lo avevamo già denunciato per aver deturpato diversi edifici - così su Facebook la sindaca Virginia Raggi - Grazie al lavoro del Nad e a un anno di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma i nostri agenti sono riusciti a identificare il writer considerato imprendibile. Ha imbrattato centinaia di muri e palazzi a Roma e in altre città europee, che vanno ripuliti con i soldi dei cittadini. Una storia non più tollerabile».

 

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La sua carriera era iniziata da ragazzino, tanto che l' elenco dei luoghi dove è scritto Geco a Roma è sterminato, tutti i quartieri - San Giovanni, Tuscolano, Tor Sapienza, Tintoretto - sono stati battezzati con quel nome misterioso. Non solo bombing su edifici e monumenti, amava anche attaccare adesivi autoreferenziali: tanto che ieri la Municipale ne ha sequestrati 13mila. I danni a lui imputabili - la conta alle varie amministrazioni e ai privati - sono milionari, solo la città di Lisbona ha chiesto un risarcimento di 500mila euro.

 

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Il 30enne vive da solo e non lavora, troppo preso dal suo impegno di writer. Dopo esser stato individuato e denunciato si è calato in un «mutismo estremo». Per anni è stato irrintracciabile, bravo a eludere le telecamere, agire nella notte. Ma a luglio ha commesso qualche piccolo errore, nel tracciare murales e graffiti. Fondamentale l' aiuto che hanno fornito alle forze dell' ordine diverse associazioni che da anni presentavano esposti nei suoi confronti in particolare quella di Villa Pamphili.

 

Anche la polizia portoghese, sulla spinta delle proteste di centinaia di residenti, ha fornito una spinta importante alle indagini. Gli investigatori hanno chiesto un supporto psicologico ad esperti per tracciare il profilo del writer, definito maniacale nella costruzione di una propria personalità in maniera egocentrica e patologica, ma che pure trova amatori visto che esiste una pagina Instagram chiamata #gecostreetart.

 

Nel 2018 a Lisbona Geco accetta di farsi intervistare senza dare riferimenti sull' identità su un giornale on line della città. L' Italia è lontana, si sente al sicuro. «Dipingere a Roma è un compito più difficile, esco solo di notte o all' alba, qui i poliziotti sono più permissivi (...) - spiega -

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Sono un bombardiere, il mio stile non differisce da città a città. Voglio diffondere il mio nome più che avere un' estetica super sviluppata. Il primo obiettivo dell' attentatore è la quantità, quando dipingi inizi a vedere ogni muro come una sfida, poiché il mio obiettivo è essere ovunque, devo andare ovunque.

 

Per essere visto e conosciuto da tutti. I graffiti sono per natura illegali e non si fermeranno mai, li vedo come uno sport, ma illegale. È come se fossi un supereroe, più sei esposto più devi essere anonimo. Il mondo dei graffiti è puro egocentrismo, nel mio caso una vera megalomania, voglio attirare l' attenzione di tutti e provocare un sentimento di amore o odio. Non passare inosservato».

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