1 - FRECCERO: "SONO SOLO DEI TURBOCAPITALISTI NON SANNO NIENTE DI CULTURA"
G.D.M. per "la Repubblica"
«Monti ha infilato Bruxelles e il patto di stabilità pure alla Rai. Ma lasci in pace almeno la televisione!». Carlo Freccero, direttore di Rai4, ha definito «alieni» Tarantola e Gubitosi, vertici designati di Viale Mazzini.
Il premier però garantisce sulla loro imparzialità, non sono figli dei partiti. È già qualcosa.
«Voglio verificare se sono davvero vergini. Io non li giudico, ottime persone per carità Ma se sono veramente fuori della politica devono riportare in Rai chi ne è stato espulso per motivi di censura. Santoro, Travaglio, Luttazzi, Sabina Guzzanti».
La sua candidatura alla presidenza è stata scarta da Monti. Parla per risentimento personale?
«Non scherziamo. Io e Santoro volevamo soprattutto affermare un principio, quello della trasparenza e del merito legato alla storia della tv italiana. Non credo che i nuovi vertici conoscano il concetto di servizio pubblico e di industria culturale. Sono espressione del turbocapitalismo. Ma questa è la Rai e lo è ancora di più in un contesto di concorrenza inedita: new media, videogiochi, Internet. Per ridare un significato al servizio pubblico occorreva qualcuno che conoscesse il mezzo e il suo significato».
Voi dirigenti potreste avere più libertà sul prodotto.
«La specificità culturale della Rai deve essere difesa dall'alto. Il profilo di Tarantola e Gubitosi mi sembra invece adatto a una privatizzazione. La Rai non è un'azienda come le altre. Non è nata per fare utili, è nata per educare e fare servizio pubblico. In nome del capitale culturale, non di quello economico. Monti, con queste nomine, segue un'altra strada».
2 - BAUDO: "CARLO SBAGLIA, SCELTE NECESSARIE GLI UOMINI-TV NON SANNO RISANARE"...
Carlo Moretti per "la Repubblica"
«Quelle di Mario Monti sono scelte positive ma soprattutto necessarie. La Rai dà da vivere a migliaia di interni e anche di esterni, tra produttori e attori di fiction, ma ha un problema economico gravoso e insistente. Queste nomine puntano alla sopravvivenza
dell'azienda». Pippo Baudo, 76 anni appena compiuti, conosce bene le stanze di viale Mazzini: è appena entrato nel suo 54esimo anno di attività artistica, è una delle colonne della televisione pubblica.
Però le competenze esclusivamente economiche del presidente e del direttore generale sono all'origine delle critiche mosse al premier.
«Queste sono scelte che segnano la differenza di questo governo rispetto agli altri che l'hanno preceduto: non va dimenticato che Monti è prima di tutto un banchiere e ha dunque una mentalità bancaria. Per troppo tempo in Rai sono stati confusi l'aspetto manageriale e quello artistico, è bene invece che si cominci a distinguerli nettamente: io ho fatto teatro, e lì c'è l'impresario che riporta tutti con i piedi per terra, è lui che si occupa dell'incasso, il regista e l'attore si devono preoccupare solo di confezionare un buon spettacolo».
C'è stato un momento in cui sembravano decisivi curriculum costruiti in tv, anche Santoro e Freccero l'hanno inviato.
«Stimo Freccero, è intelligente, eclettico, ma non gli metterei mai la cassa nelle mani. Santoro ha fatto un ottimo programma anche lontano dalla Rai ma un conto è fare bene il giornalista, un altro fare il dirigente d'azienda».
E se le avessero proposto un ruolo dirigenziale?
«Io sarei negato, farei fallire la Rai, un artista punta al massimo, lui inventa, l'economista taglia».