L’ALTRA META’ DI PARIGI: LA RIVE DROITE – TRA IL 1919 E IL 1939 GLI INTELLETTUALI FOLLEGGIAVANO TRA IL PALAIS ROYAL E GLI CHAMPS ELYSEES - ALL'HÔTEL MARIGNY PROUST SI ECCITAVA GUARDANDO GIOVANI MASTURBARSI. SCOTT FITZGERALD SI MANGIÒ I PETALI DI UN'ORCHIDEA RIGETTATA DA UNA DONNA - LE SEDIATE ALLA MADRE DELLA FIGLIA PAZZA DI JOYCE (CHE SBOTTO': "BASTA! QUI L'ARTISTA SONO IO!") E LO CHABANAIS, IL BORDELLO FREQUENTATO DALLA DIETRICH TRAVESTITA DA UOMO E DA EDOARDO VII, CHE SI TRASTULLAVA CON LE NINFETTE IN UNA... – IL LIBRO DI GIUSEPPE SCARAFFIA...

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scaraffia cover - rive droit scaraffia cover - rive droit

Camilla Tagliabue per “il Fatto quotidiano”

 

Al di là del fiume, ma dalla parte sbagliata: non la tanto decantata Rive Gauche, ma la Rive Droite, lì dove razzolava la meglio gioventù parigina prima che la Seconda guerra mondiale sconvolgesse la Francia, sospingendo gli intellettuali a sinistra, non solo geograficamente. All' Altra metà di Parigi torna ora, con piglio erudito e sguardo malizioso, Giuseppe Scaraffia, a zonzo tra il Palais Royal e gli Champs-élysées, Montmartre e l' Opéra, il Trocadéro e il Bois de Boulogne: solo qui ci si può mettere alla ricerca di Proust e compagnia bella nel ventennio destrorso tra il 1919 e il 1939; poi i bo-bo traslocarono sulla Gauche.

 

marlene dietrich marlene dietrich

Il saggio si può piluccare golosamente come uno zibaldone di aneddoti, ma si può anche compulsare come una guida turistica: è articolato infatti in 12 capitoli - dal I al XIX arrondissement - più 2 sulle periferie di Neuilly-sur-Seine e Clichy, dove Céline aveva il suo ambulatorio di medico della mutua. "Scivolando nell' abisso come nel piacere", l' itinerario si dipana dal cuore della città, nelle stanze del Palais Royal, refugium peccatorum di Vita Sackeville-West e Violet Trefusis: gli appartamenti erano talmente angusti che "ci si può fare solo l' amore", diceva Colette, accasata lì vicino, ma proprietaria di un negozio di prodotti di bellezza nell' VIII arrondissement, dove spacciava "menzogne quotidiane".

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All' Hôtel de Beaujolais soggiornarono Zweig e Malraux con l' amante Josette; al Lotti passavano celebrità come Chanel e Picasso, mentre Orwell ci lavorava 11 ore al giorno come lavapiatti; al Thé Colombin andava, invece, Marguerite Yourcenar, in cerca di lesbiche e con la fiaschetta di cognac nascosta sotto il cappotto. Poco più in là, ai Jardin des Tuileries, Sartre e la de Beauvoir strinsero il "contratto di due anni" come coppia aperta, mentre sulle rive della Senna Anais Nin comprò una chiatta su cui lasciarsi coccolare dagli amanti, ma non da Miller che preferiva portarla a "vedere le puttane".

Il bar del Ritz era meta fissa di Malaparte - spesso ebbro - e della marchesa Casati, che terrorizzava i clienti con collane di serpenti vivi e affamati, riforniti di conigli dal maître.

nancy cunard - rive droit nancy cunard - rive droit

 

Dopo il Ritz, Proust bazzicava l' Hôtel Marigny, "luogo di omosessuali influenti", in cui si eccitava guardando giovani masturbarsi o topi sbranarsi: una volta finì in un blitz della polizia e fu schedato come un "45enne che vive di rendita, intento a bere con tre pederasti". Intanto, al Fouquet' s Joséphine Baker cenava insieme al suo cucciolo di leopardo e a Le Voisin si attovagliavano Marinetti e Majakoskij.

 

Dietro Notre-Dame viveva Nancy Cunard, che sedusse tutti e portò al (tentato) suicidio Louis Aragon. Cocteau, invece, abitava nell' VIII con la madre, stufa degli amanti del figlio in giro per casa: su tutti Raymond Radiguet, noto per avere "il diavolo in corpo".

francis scott fitzgerald - rive droit francis scott fitzgerald - rive droit

 

Nell' VIII stavano anche i Fitzgerald, e fu l' amico-nemico Hemingway a spifferare le bravate di Francis Scott: una volta si mangiò i petali di un' orchidea rigettata da una donna; un' altra guidò ubriaco per Place de la Concorde inseguito dai poliziotti in bici. I surrealisti avevano colonizzato il IX arrondissement e Joyce il X. Tentò di far maritare la figlia Lucia con Beckett, ma se la prese Jung in cura: era pazza; tra le sue sceneggiate si ricordano i tentativi di incendiare la casa e le sediate alla madre, al che il patriarca sbottava: "Basta! Qui l' artista sono io!".

 

Marcel Proust Marcel Proust

Ancora più decentrati erano gli esuli Marina Cvetaeva e i Nabokov: per mantenersi Vladimir traduceva persino libri sui topi, ma fu proprio a Parigi che ebbe l' intuizione di Lolita. Più lussuoso era il vicino appartamento di Irène Némirovsky e più vistoso quello di Pierre Louys, la cui "dieta" giornaliera comprendeva 6-7 bottiglie di alcolici, cocaina e 60-80 sigarette. E poi Neruda, Gide, Tzara, Picabia, Duchamp, La Rochelle tutti sparpagliati e brulicanti dal Casino al Moulin Rouge, dalle alcove ai locali per voyeur, dalle osterie ai bordelli, come lo Chabanais, frequentato dalla Dietrich travestita da uomo e da Edoardo VII , che si trastullava con le ninfette in una vasca colma di champagne. Dopodiché passavano alla stanza delle torture sadomaso

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