Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it
Quanti libri ha ancora in mente di scrivere. Come le arriva l’ispirazione. Quando ha deciso di diventare scrittrice. Come scrive i suoi romanzi. Che cosa rappresenta per lei Harry Potter. Stavolta, J.K. Rowling non parla di diritti trans e femminismo, come spesso di recente. Invece, per la prima volta, ha deciso di rispondere a molte domande dei suoi fan, poi finite in alcuni video e un articolo pubblicato dal Sunday Times. In cui la 58enne scrittrice inglese si apre come molto raramente ha fatto in passato.
Innanzitutto, quando ha capito di aver trovato il suo stile di scrittura? “[…] solo con Harry Potter ho capito: “Sì, questo va bene”. In ogni caso”, continua Rowling, “ho sempre voluto essere una scrittrice, sin da quando avevo 4 anni, e questo è il mio primo ricordo. Stavo copiando un racconto, a mano, parola per parola, lettera per lettera. Allora capii che i libri sono fatti di persone. E che non avrei mai, mai voluto fare altro nella vita”.
Ma come arriva l’ispirazione a J.K. Rowling? “Non lo so”, risponde lei, "dipende. Con Harry Potter, per esempio, si è balenata in mente subito la sua storia, quella letteralmente di “un bambino che non si rende conto di essere un mago fino a quando non riceve una lettera”.
[…] J.K. Rowling è una scrittrice organizzata? “Da Harry Potter ho iniziato a stilare faldoni di file e documenti per ogni personaggio. Un background necessario, perché mi aiuta a orientarmi. Sembra una cosa da impiegati, da colletti bianchi, ma non è così: si prova del divertimento anche in questo modo. E adoro pianificare”, aggiunge, “perché è uno stato di grande ottimismo per uno scrittore, in cui le pagine sono bianche e tutto sembra possibile.
Nello studio dove scrivo, ho tante citazioni affisse ai muri. Questa di Faulkner per me è perfetta: “Un’opera non riesce mai a soddisfare il sogno di perfezione che l’artista nutre all’inizio di essa”. Mai. Ma quando la pianifichi, puoi prenderti in giro e pensare che sarà perfetta”.
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Scrittura e appunti a penna o al computer? “Un tempo scrivevo tutto su alcuni quaderni”, spiega Rowling, “ora invece più spesso sul cellulare o direttamente sul computer, che porto sempre con me in camera. Nel caso, prima di andare a letto, mi venga un’idea troppo articolata da segnarmela momentaneamente sul telefonino. A volte, scrivo fino a molto tardi, anche alle 3 di notte, e sono assolutamente esausta”. Ascolta musica mentre scrive? “Solo se il testo della canzone non mi distrae. Altrimenti, metto della musica classica. Oppure nulla”. E mangia mentre scrive? “Popcorn! Ecco perché il mio laptop è sempre uno schifo”.
Infine, Rowling rivela che prova "molto nervosismo se la scrittura non va bene”, che “l’inizio di un romanzo è molto più difficile del suo finale”, che nella sua vita ha “avuto una sola volta il blocco dello scrittore, durante il secondo Harry Potter, perché il successo del primo era stato inaspettato e travolgente, quindi sentivo la pressione del seguito. Ma è importante scrivere anche della spazzatura, perché i fallimenti sono importanti nella vita”.
E ci sono altri libri in arrivo? “Ne ho sei in mente. Uno lo sto già scrivendo. Ci saranno altri due della saga di Cormoran Strike (in cui lei si firma con lo pseudonimo Robert Galbraith). Ma ho tante altre storie che dovranno uscire presto dalla mia testa”.
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