1 – LA PRIMA REGOLA PER IL SUCCESSO? AVERE UNA BOTTA DI CULO – BRYAN CRANSTON, IL PROTAGONISTA DI “BREAKING BAD”, RICORDA COME ARRIVÒ A RECITARE NELLA SERIE CULTO: “DOVEVAMO GIRARE UNA NUOVA STAGIONE DI MALCOLM IN THE MIDDLE; ERAVAMO TUTTI PRONTI. MA POI LA FOX DECISE DI NON PROCEDERE. SE AVESSI LAVORATO A QUELLA STAGIONE, NON AVREI POTUTO INTERPRETARE WALTER WHITE” – LA NUOVA SERIE “YOUR HONOR” E LA PREDILEZIONE PER I PERSONAGGI OSCURI
2 – LA SERIE PIU VISTA D’AMERICA
Francesca D'Angelo per “Libero quotidiano”
Non finirà bene. Per niente. Lo si intuisce dal minuto due di Your Honor eppure vi ritroverete comunque incollati al divano, ad angosciarvi da matti per una serie tv che sembra evolversi proprio come temevate (ovvero malissimo).
Sì, esatto: un' ansia boia, ma di quelle che creano dipendenza perché fa riflettere sulla vita. Non a caso in America Your Honor è diventato un caso: se la critica l' ha un po' bistrattata, il pubblico ha invece letteralmente adorato la serie tv.
A dirlo sono i numeri: stando a quanto riportato da Variety il titolo, che peraltro ha per protagonista l' ex Breaking Bad Bryan Cranston, è stato il lancio più visto di tutta la storia del canale americano Showtime. Ribadiamo: di tutta la storia, mica di una sola annata.
Poi, certo, Showtime non fa ascolti bulgari ma vanta cult come Homeland o The Affair, e Your Honor ha performato meglio di queste rispettive prime stagioni.
PASSAPAROLA COMPULSIVO
Il passaparola è stato infatti così compulsivo che nel giro di dieci puntate Your Honor ha più che raddoppiato gli ascolti. Ora tocca a noi italiani angosciarci perché, da mercoledì sera, la serie arriva su Sky Atlantic e NowTv. Qualcuno, a questo punto, penserà: «Chi me lo fa fare di angosciarmi in piena pandemia mondiale». Vero. Dovete sentirvela e, soprattutto se siete genitori con figli, la visione non sarà una passeggiata di salute.
Your Honor rientra infatti in quel filone che gli americani definirebbero un giallo shakespeariano, nel senso che si parla di uno o più omicidi, ma è solo un gigantesco pretesto per sviscerare temi più profondi. Nello specifico, qui si discetta di morale. I protagonisti sono sostanzialmente due: il giudice Michael Desiato (Bryan Cranston) e suo figlio Adam. Entrambi vogliono fare la cosa giusta.
Lo vogliono per davvero, nel profondo, tanto che Michael ha trasformato tale slancio in una professione ed è un asso nel discernere bene e male. A sua volta, Adam è un adolescente come tanti ma dai sani valori. Solo che non ce la fa.
Quando per errore investe un ragazzo in moto, va in panico: scende dalla macchina, cerca di soccorrere il malcapitato ed è protagonista di una scena splatter che trasuda di carità umana. Alla fine però prevale il panico: il ragazzo è scioccato, come sarebbe chiunque nella sua condizione, soffre d' asma e non riesce più a respirare e finisce per fare esattamente ciò che non dovrebbe.
Non aggiungiamo altro per non rovinare la visione, ma sappiate che, una volta tornato a casa, Adam fa la cosa giusta ossia dice tutto a papà. Ammette la boiata, accetta l' idea di costituirsi e accoglie tutto il pacchetto, carcere compreso.
TREMENDA VENDETTA
Il ragazzo non ha messo però in conto due cose, ossia una rivelazione che non possiamo svelare, e il dolore immenso del babbo. Il quale, peraltro, è pure vedovo. E si sa, il dolore, così come la paura, tirano brutti scherzi.
La domanda che dunque avanza tra le pieghe della storia è: qual è la reale priorità di un padre? E soprattutto: i due protagonisti sono poi davvero così diversi da noi? Quest' ultimo interrogativo è forse il vero motore ansiogeno della storia perché spesso, troppo spesso, nessuno di noi è un eroe. Siamo noi le persone buone che commettono le scelte sbagliate: quella umanità a pezzi ci è tragicamente familiare. Ancora una volta, dopo Breaking Bad, Cranston ci trascina giù con lui nella propria perdizione esistenziale solo che adesso la stretta è più feroce. Per l' appunto, shakespeariana.