Estratto dell'articolo di Luca Bertelli per corriere.it
Roberto Baggio ha scelto di isolarsi dal mondo del calcio, ma quando riappare è sempre una festa. Per i tifosi di tutto il mondo, non solo quelli del Brescia per i quali è inevitabile commuoversi rivedendo assieme il Divin Codino e Pep Guardiola, come a Istanbul, a vent'anni dalla loro ultima partita assieme al Rigamonti e a pochi giorni dall'amara retrocessione delle rondinelle in Serie C.
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E ieri è uscita anche una sua intervista a 'Esquire', nella quale ritorna sul grande cruccio della sua parte finale di carriera: quel Mondiale del 2002 che gli fu negato da Giovanni Trapattoni (in questa intervista, di sette anni fa, tornò sulla questione svelando che a Baggio fu offerto di viaggiare in Giappone e Corea con la squadra ma come riserva di lusso), il quale scelse di non convocarlo nonostante un recupero a tempo di record dopo la rottura del legamento crociato anteriore.
«Quella fu una cosa vergognosa che per mille motivi difficilmente passerà - ha detto Baggio - io penso solo che sarei dovuto andare anche con una gamba sola, per quello che avevo rappresentato. Avevo fatto tre Mondiali in un certo modo, quello sarebbe stato il quarto, la storia doveva finire così. È stato un tradimento… Ma poi tutto il Giappone avrebbe fatto il tifo per noi! Tornai dall’infortunio per le ultime tre partite in condizioni incredibili, ricordo i test che feci a Bologna, e infatti in 3 partite segnai 3 gol, in generale in quel campionato 11 gol in 11 partite. Ma soprattutto mancava più di un mese all’inizio del Mondiale, potevano portarmi in ritiro e dopo valutare le condizioni».
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