Oggi il Principe Alberto II di Monaco inaugura la prima opera d'arte dedicata alla Protezione degli Oceani, commissionata nell'ambito dell'accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell'area atlantica contigua (Accobams), che comprende 24 paesi tra cui l'Italia.
All'evento, che si terrà davanti al Museo Oceanografico della cittadina monegasca fondato nel 1889, sede scelta dal Principato per esporla permanentemente, ci sarà anche l'artista Stéphanie Natéra, che - per la prima volta nella storia dell'arte - ha scelto di far registrare la sua opera da Kelony come Indipendent assurance service provider, al fine di garantire all'acquirente la piena conformità dell'opera e all'artista «l'esigenza del rispetto etico dell'usufrutto dell'opera da parte di chi acquista».
In pratica, per la prima volta esiste una sorta di obbligo morale imposto e certificato al compratore dall'artista. «È una qualifica di eccellenza Kelony-Assured, destinata ad accompagnarla nel tempo e garantire il legame tra l'artista e chi acquista, dicono al Giornale Genseric Cantournet e Angela Pietrantoni, presidente e Ceo di Kelony, secondo cui «l'acquisizione di un'opera d'arte non è un semplice investimento, ma ha un valore che supera il suo prezzo. Condividere un'opera d'arte significa condividere emozioni, vita, impegno, momenti duri della vita di un artista».
I due manager Kelony sottolineano come l'opera «riprende le 6 dimensioni del Rischio sulle quali si basano le invenzioni di Kelony del Protocollo del Rischio post-probabilistico», vale a dire la Scienza del rischio inventata dalla società con sede a Milano, Londra, Parigi e New York. Il bollino Kelony-Assured è stato emesso sotto forma di Nft, non fungible token.
Un bene immateriale e indisponibile che da tempo ha fatto capolino nel mondo dell'arte, come ricorda Giuseppe Miceli, esperto di legislazione antiriciclaggio e autore di un progetto per la creazione di un «passaporto digitale» e promotore dell'idea che il «Kelony-Assured» debba essere esteso alle opere d'arte di proprietà dello Stato. Il rischio è che altrimenti il mercato dell'arte si trasformi in un Far West.
non fungible token andy warhol
«L'innovazione digitale e gli intangible asset rischiano di asfissiare la creatività inquinando il mercato dell'Arte, assieme con l'avvento delle cosiddette criptovalute». Poi ci sono alcune provocazioni, tipo le opere d'arte invisibili, che nelle scorse settimane hanno fatto molto discutere.
«Da ex finanziere ed esperto di antiriciclaggio mi chiedo se la vendita di un'opera invisibile non configuri un'operazione inesistente e, quindi, se il documento di fattura emesso debba considerarsi falso», dice ancora Miceli.
Sulla stessa falsariga il commento del professore associato di Diritto commerciale dell'Università di Camerino Francesco Casale: «Invisibile o immateriale che sia, vendere all'asta un'opera di questo genere suscita diverse perplessità. Sussiste il rischio che un contratto di compravendita di un'opera invisibile possa essere dichiarato nullo».
Di arte, Nft e protezione dal rischio si parlerà al World Protection ForumTM2021-2022 di venerdì 26 novembre 2021, dove sul prestigioso palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo si terrà l'Annual Summit del primo Forum interamente dedicato alla Protezione dal Rischio per l'Uomo, il Pianeta e le Aziende, evento di cui Il Giornale è media partner.
Tra i partecipanti, oltre all'artista Stéphanie Natéra e all'esperto di antiriciclaggio Miceli ci sarà anche Edward Luttwak, già consulente strategico del governo degli Stati Uniti d'America che interverrà a sostegno della nuova Scienza del Rischio, empowered by Kelony .