TARQUINIO-SATTA, LO SCAZZO INFINITO - LA GIORNALISTA EX SKY PASSATA AD AMAZON: "NON MI VA CHE LA BELLA DI TURNO SCALZI DELLE PROFESSIONISTE. COSA DIREBBERO GLI UOMINI SE UN TRONISTA PARLASSE DI CALCIO?" - LA SOUBRETTE CHE HA ESORDITO AL "CLUB": "CI SONO ANCHE GIORNALISTE CHE FANNO LE SHOWGIRL. IO NON HO RUBATO IL POSTO A NESSUNO. DI COSA MI SI RIMPROVERA? DI LEGGERE STATISTICHE O PARLARE DI IBRAHIMOVIC? MICA DEVO FARE LA BELLA STATUINA"

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Monica Colombo per www.corriere.it

 

melissa satta a sky 3 melissa satta a sky 3

Ha cominciato Alessia Tarquinio con un messaggio ambivalente: non criticate Melissa Satta per la sua prima performance a Sky Calcio Club domenica 12 settembre con Fabio Caressa perché in fondo lei non è una giornalista.

 

È seguita presto un’argomentazione polemica: dov’è finito il rispetto delle competenze per le giornaliste donne? Melissa Satta ha replicato, quasi più sorpresa che infastidita: «Le donne dovrebbero aiutarsi e non incitare all’odio».

 

fabio caressa melissa satta e alessia tarquinio fabio caressa melissa satta e alessia tarquinio

Ora il secondo round in una doppia intervista al Corriere, con posizioni ribadite e alcune precisazioni. Tarquinio non vuole passare per «donna che odia le donne», proprio lei che si è sempre mossa in direzione opposta, ma ribadisce che non le va giù che la «bella di turno» scalzi le professioniste del giornalismo.

 

Satta ribadisce che i confini in certi programmi tv sono fluidi, che in studio ci sono anche uomini non giornalisti e che lei non ha rubato il posto a nessuno: dopotutto, sostiene, si vedono anche giornaliste che fanno le showgirl, «e io le ammiro».

 

La morale è che un punto di incontro sembra ancora difficile da trovare. E il dibattito resta aperto.

 

1 - TARQUINIO: «CHE DIREBBERO GLI UOMINI SE UN TRONISTA PARLASSE DI CALCIO?

alessia tarquinio alessia tarquinio

Ha scelto una rotta insolita da percorrere nella veste di pendolare: Alessia Tarquinio — da mercoledì 15 settembre nuovo volto di Prime Video per cui ha vestito i panni di bordocampista durante la sfida di Champions fra Inter e Real Madrid — si divide fra il surf nella Repubblica Dominicana e le notti di coppa a Milano.

 

Il suo ritorno in onda, dopo l’addio a Sky, non ha fatto più rumore delle considerazioni affidate ai social a inizio settimana. In sintesi, per rispondere ai commenti apparsi sulle sue bacheche social, dove non venivano risparmiate critiche a Melissa Satta ospite a Sky Calcio Club, ha chiarito: «Smettetela: lei non è una giornalista sportiva, nella vita ha scelto di fare un’altro mestiere», è la sintesi di uno spunto di riflessione nella quale più che puntare l’indice contro la showgirl, esitante nella prima uscita della trasmissione, ha bacchettato le scelte redazionali.

 

alessia tarquinio alessia tarquinio

«Per loro evidentemente la sua figura era attinente e poteva portare qualità al programma». Dopo la replica via social di Melissa Satta la parola ripassa alla Tarquinio, che spiega: «Melissa Satta martedì mi ha inviato dei messaggi piccati, ma non ha compreso che la mia intenzione era di difenderla davanti alle accuse dei telespettatori e che comunque il mio messaggio era di ampio respiro e non certo rivolto a lei».

 

Perché si è sentita chiamata in causa?

«Ero in viaggio per tornare in Italia e ho trovato il telefono intasato di messaggi di persone che avevano visto la trasmissione e disapprovavano la partecipazione della Satta in quel contesto».

 

Eppure non è nuova a programmi in cui calcio e belle donne si mischiano.

«Certo ma un conto è partecipare a “Tiki Taka” o “Controcampo”, un altro è commentare gli highlights o avere la responsabilità di una intro. Ho parlato anche con il direttore di Sky, Federico Ferri, che conosce bene il mio pensiero in materia e anche a lui ho fatto notare che la sua scelta non è piaciuta alla gente».

 

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È diventato labile il confine fra giornalista e donna di spettacolo in tv?

«Guardi, a costo di sembrare rompiscatole e meritarmi la nomea di femminista, ho sempre combattuto per difendere le mie idee. Io penso che sia fondamentale far capire alle nuove generazioni che sognano di diventare giornaliste che gli sforzi, l’impegno, la passione e le conoscenze debbano premiate. Non devono arrendersi al fatto che poi arriva la bella di turno e vieni spodestata dal ruolo».

 

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Anche le colleghe giornaliste dovrebbero farsi un esame di coscienza?

«Assolutamente sì, c’è chi ha perso la trebisonda e mischia la professione con le creme e i massaggi. Ma siamo giornaliste o donne di spettacolo?».

 

In compenso il suo pensiero è stato travisato.

«Ora mi accusano di essere invidiosa perché sono meno bella e meno alta, ma me ne frego del popolo becero dei social».

 

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È così difficile per una donna emergere nel panorama sportivo tv dominato dagli uomini?

«Mi chiedo come avrebbero reagito i miei colleghi se avessero messo un partecipante del Grande Fratello a fare una telecronaca o un tronista a condurre Sky Calcio Club. Gli uomini possono invecchiare o non essere particolarmente attraenti eppure la loro presenza in onda o la credibilità non vengono messe in discussone. Con le figure femminili invece la competenza non è certo l’unico requisito richiesto».

 

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Cosa l’ha amareggiata di più in questa storia?

«Mi hanno fatto passare come una che odia le donne. Ma come? Mi occupo di calcio femminile da una vita, tutta la mia storia insegna che ho sempre combattuto per la valorizzazione del talento delle donne. La verità che in tutta questa storia io e la Satta siamo solo due pedine: spero che questa vicenda serva affinché tutti si faccia un esame di coscienza collettiva per cambiare l’immagine delle donne in tv».

 

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2 - SATTA: «ANCHE LE GIORNALISTE FANNO LE SHOWGIRL. CHE MALE C'È?»

Inseguire Melissa Satta fra uno studio televisivo è l’altro non è uno sport semplice. «Entro alle 7.45 del mattino a registrare le puntate di un talent show che andrà in onda dal 30 settembre su Rai2, “Missione beauty”, ed esco alle 21.30 di sera. In pratica mi sto dividendo fra il calcio e il beauty». Difficile che il trucco e l’estetica lascino dietro di sé una coda velenosa come quella che è seguita alla prima partecipazione di Sky Calcio Club.

 

Melissa si aspettava le polemiche conseguenti ai messaggi social di Alessia Tarquinio?

«Faccio tv da 17 anni, sono abituata a ricevere elogi e giudizi meno positivi ma per mia natura sono riservata. Non penso di essere nessuno per valutare gli altri e in genere sto nel mio. Premesso che prima di essere stata ingaggiata da Sky ho avuto altre esperienze di programmi calcistici come Tiki Taka o Controcampo, ho avuto un marito giocatore, io stessa ho praticato da ragazzina il calcio e mi sono allenata con il Milan femminile, sono stata attaccata personalmente su un fatto basato sul nulla».

 

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La Tarqunio ha detto che lei è stata coinvolta in un programma pur non avendo competenze giornalistiche.

«Chiariamo questo punto: l’emittente che mi ha chiamato aveva deciso di rivedere il format del programma apportando un tocco di leggerezza con me che provengo dal mondo dell’intrattenimento. Detto questo, in studio con me ci sono anche figure maschili che non sono giornalisti, come del resto su altre reti e in trasmissioni analoghe. Mi dispiace di essere stata accusata di aver rubato il posto a una giornalista. A Sky ci sono professioniste dell’informazione, bravissime e che hanno i loro spazi. Poi domenica era la prima volta, in uno studio nuovo e in fase di rodaggio».

 

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Lei nel post ha detto che «le donne dovrebbero aiutarsi e non incitare all’odio». È difficile fare squadra?

«Ripetiamo in continuazione che noi donne dobbiamo impegnarci il doppio per meritare il posto e poi vengo attaccata da una persona del mio stesso sesso. La Tarquinio ha affermato che lei non avrebbe mai accettato il ruolo di showgirl. Ma in realtà ci sono fior di giornaliste che lo fanno: donne stupende che indossano un bellissimo vestito e sfilano sul red carpet di Venezia. E allora? Mica penso che vengono a rubare il posto alle show girl. Le ammiro».

 

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Ma incitare all’odio non è un’affermazione eccessiva?

«No se si considera che ha dichiarato che le giornaliste dovrebbero ribellarsi ai loro direttori. In realtà a Sky Sport conducono trasmissioni importanti. Poi penso che ci sono giornaliste e donne formidabili come Francesca Barra che mi hanno pubblicamente manifestato il loro appoggio. La verità è che quando si è personaggi noti si dovrebbe utilizzare un linguaggio misurato sui social: ho un figlio di 7 anni che naviga nel web e non voglio che legga certe affermazioni sul mio conto».

 

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Come valuta la sua prima esperienza nel sancta sanctorum del dibattito post partita di Sky?

«Francamente non ho ricevuto brutti messaggi, qualcuno mi ha scritto che mi ha visto emozionata e sicuramente lo ero. Ho 35 anni, posso imparare. Amo il mio lavoro e so ascoltare. E poi di cosa mi si rimprovera? Di leggere statistiche o parlare di Ibrahimovic? Mica devo fare la bella statuina».

 

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