Geoffrey Macnab per “The Independent”
TRAILER ‘BLADE RUNNER 2049’
gosling in blade runner 2049 copia 2
Il regista di ‘Blade Runner 2049’ ha chiesto a tutti quelli che hanno visto il film in anteprima di rispettare il rigido codice di omertà e di non rivelare i suoi segreti. Possiamo però dire che è bello ma così enigmatico che, anche volendo, sarebbe difficile rivelare questi segreti.
gosling in blade runner 2049 copia
Dal punto di vista tecnico è un tour de force assoluto. Come ‘Dunkirk’ di Christopher Nolan dovreste cercare di vederlo sullo schermo più grande possibile, per rendere giustizia al suo potere visuale.
RYAN GOSLING E HARRISON FORD IN BLADE RUNNER
Villeneuve rende omaggio all’originale di Ridley Scott, da cui prende scene, personaggi e temi, ma nel suo film si raggiungono profondità che il predecessore non aveva. Come in ‘Arrival’ fa leva sul nostro intelletto e sul nostro senso di avventura. Parla di memoria, realtà e identità, esplora la natura dell’amore in un modo che ricorda ‘Her’ di Spike Jonze.
Il film fa riferimenti sofisticati e pop, da Elvis Presley e Frank Sinatra, da ‘Fuoco Pallido’ di Vladimir Nabokov a Oliver Twist e ‘Quarto Potere’. Non tutto funziona. In alcuni momenti potrebbe essere un normale film di fantascienza, in altri ha un tocco alla ‘Flash Gordon’, e Harrison Ford fa il suo ritorno nel ruolo di Deckard ma la sua ricomparsa è gestita in un modo un po’ scadente. Porta un elemento ‘camp’ che stona con il resto.
La storia si sviluppa in California nel 2049, 30 anni dopo il primo film. Come nell’originale, fra luci al neon e ologrammi è difficile distinguere umani e replicanti, che sembrano i veri eletti. L’ingegnosa sceneggiatura di Hampton Fancher e Michael Green ha una sfumatura biblica.
jared leto in blade runner 2049
Si fa riferimento ad un enorme black out di dati, avvenuto anni prima (solo ciò che è stato conservato su carta sopravvive) e il sinistro creatore dei replicanti Niander Wallace (Jared Leto con una barba alla Fu Manchu) ha prosperato nel conseguente caos.
harrison ford ne sequel di blade runner
Gosling interpreta in modo appassionato e intelligente il suo personaggio, un investigatore alla Philip Marlowe, ma più impariamo su di lui, più la storia sembra la versione cinematografica dello show tv ‘Who Do You Think You Are?’, dove le celebrità scoprono l’albero genealogico. Come nel film originale, c‘è un sapore olandese, e l’attrice e modella Sylvia Hoeks è tanto letale quanto era Rutger Hauer.
La cosa più notevole è il modo in cu il regista Villeneuve sia sempre in grado di trovare la dimensione umana fra gli effetti speciali e lo spettacolo generato al computer. La pellicola è zeppa di primi piani, volti e occhi. Lui fa attenzione tanto alle azioni dei personaggi quanto ai loro sogni. Esplora la loro gioia e sofferenza, nostalgia e rimorsi, chiedendosi in continuazione quanto la memoria definisca l’identità.
Ad ogni personaggio, anche minore, qui è concessa una vita interiore. Dave Bautista sta sullo schermo poco ed è coinvolto in una delle lotte più esplosive, ma il suo cameo ha un pathos che non troverete in nessuno dei suoi film d’azione.
Siamo in un’epoca in cui Hollywood produce supereroi in massa e ogni successo diventa subito franchise, fortunatamente ‘Blade Runner 2049’ non sembra affatto così opportunista. Come ‘Il padrino II’ è un sequel di un film celebrato, che potrebbe essere migliore dell’originale.