VENEZIA DA OSCAR - GLI USA CELEBRANO LA KERMESSE ITALIANA: DOPO “BIRDMAN”, “GRAVITY” E “IL CASO SPOTLIGHT” SI SCOMMETTE SULLA QUARTA STATUETTA AL FILM ( “LA LA LAND”) CHE HA APERTO LA MOSTRA - IL PRESIDENTE BARATTA: "UN DANNO LA CHIUSURA DELL' HOTEL DES BAINS. RISORSE IN ARRIVO"- I CONTI DELLA BIENNALE

Condividi questo articolo


LA LA LAND - 1 LA LA LAND - 1

Maria Silvia Sacchi e Stefania Ulivi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

Sono tre i film che in passato hanno aperto il festival di Venezia e poi vinto l' Oscar. Quest' anno - le scommesse fioccano - sarà poker, con il quarto. Perché Birdman , Gravity e Il caso Spotlight - i tre premi Oscar appunto, presentati in anteprima mondiale alla rassegna veneta - hanno fatto scuola e testimoniano quello che gli italiani a volte non vogliono dire. E cioè che il festival di Venezia ha riacquistato un ruolo centrale, anzi centralissimo, nel mondo del cinema.

 

A scriverlo, ci hanno pensato gli americani. Che, per la 73esima edizione in corso, aperta in qualità di madrina da Sonia Bergamasco, hanno riconosciuto il ruolo assunto dalla kermesse guidata da Alberto Barbera, direttore della sezione cinema della Biennale presieduta da Paolo Baratta.

 

«Why the Venice Film Fest Matters More to Oscar (Sorry, Toronto)» (perché Venezia è il festival del cinema più importante per gli Oscar, ci dispiace Toronto) è il titolo che ha accompagnato il pezzo dell' Hollywood Reporter .

PAOLO BARATTA PAOLO BARATTA

 

E l' entusiasmo con cui è stato accolto il film di apertura, il musical La la land di Damien Chazelle, ha certificato il ruolo strategico della rassegna che, anziché affannarsi a competere con i consolidati Cannes e Toronto, ha scelto una via «leggera», il Venice Production Bridge. E ha proposto la novità della Sala Cinema nel Giardino, sorta a chiudere il buco del mai nato nuovo Palazzo.

 

Infrastrutture

Perché, se il festival di Venezia ha un problema, sono le infrastrutture. I contenuti hanno fatto tornare gli americani, ma non è nelle mani della Biennale far rivivere l' Hotel des Bains, la cui chiusura è «un danno gravissimo per la Mostra del cinema, privata di uno dei luoghi mitici per il cinema mondiale - dice Baratta -. Difficile spiegare come un tale monumento non riesca a uscire dalle secche di uno stallo quasi decennale. Ma abbiamo al riguardo qualche buona notizia. Pare che progetti e risorse stiano arrivando ad arricchire le risorse di chi lo possiede. Il rinnovo delle strutture alberghiere è il punto più delicato per le possibilità di apportare miglioramenti».

 

Toronto non ha ammazzato Venezia, insomma. E nemmeno Cannes. «La Biennale ha organizzato il primo festival nel 1932 - ricorda Baratta -. Poi con la bella trovata di dedicare nel 1938 una manifestazione solo ai film tedeschi e italiani, dopo il Patto d' acciaio tra Mussolini e Hitler, il mondo del cinema si è allontanato da Venezia e dall' Italia e ha fondato il festival di Cannes». Come si vede nel grafico il Festival del cinema è una delle attività della Biennale, con arte, architettura, musica, teatro e danza.

 

ALBERTO BARBERA ALBERTO BARBERA

L' utile netto Il bilancio si saprà nei prossimi giorni, ma già i numeri del 2015 indicano la progressione. Lo scorso anno, in 11 giorni di proiezione, erano stati venduti 50 mila biglietti (47 mila nel 2014), con 2.849 giornalisti accreditati, di cui 1.050 stranieri. Difficile quantificare in euro il valore del Festival. Nel grafico pubblichiamo il conto economico, dove i 39,9 milioni di fatturato del 2015 comprendono 21,7 milioni di ricavi propri e 18,2 milioni sono i contributi pubblici.

 

«La Biennale - dice Baratta - non vende merci a prezzi di mercato, il valore del suo prodotto si misura in giudizi sulla sua qualità e sulla fiducia che il mondo ripone in quello che fa, non in quantità di moneta. Il fatturato e gli incassi - prosegue - non sono finalità per sé, ma fanno parte della ricerca di risorse economiche utili per creare il prodotto nei termini descritti». Il bilancio della Fondazione, depositato in Camera di commercio, non evidenzia l' apporto numerico dei singoli settori.

 

«La Biennale opera secondo le regole del codice civile e redige un bilancio unitario analogo a quello delle spa - dice il presidente -. Conti separati per le singole attività non sono previsti in sede di redazione del bilancio. Diversamente questi conti, utili ai fini del controllo di gestione, sono redatti sia come budget che come consuntivi legati ai centri di costo, che non necessariamente coincidono con i settori, viste le attività importanti riconducibili a spese generali e costi attribuibili a funzioni logistico-organizzative di varie attività».

VENEZIA BALTI BERGAMASCO VENEZIA BALTI BERGAMASCO

 

In via approssimativa, il costo complessivo per il cinema «è di circa 12,8 milioni, di cui 10 individuati da noi come costi diretti». Quanto alla Mostra «ha come scopo favorire frequentazione e conoscenza e pratica quindi condizioni a prezzi di favore per i suoi frequentatori». Gli incassi: 1,2-1,3 milioni.

 

Il presidente conferma la centralità del cinema per la Biennale. «È molto importante per noi, vi abbiamo dedicato impegno e risorse negli anni passati. Ma è anche importante il rapporto contrario, che il Festival sia gestito da una istituzione culturale come la Biennale, fatto che contribuisce a mantenere costante la qualità delle opere proposte.

SONIA BERGAMASCO SONIA BERGAMASCO

 

Al di là della discussione in corso sulle leggi dell' audiovisivo (la normativa attesa dal settore e in discussione in Parlamento, ndr.) il nostro contributo è nell' attivazione di strumenti volti alla promozione dei giovani talenti e dei finanziamenti a film di qualità».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...