Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, arrivano le cosiddette Feste e si impenna verso l'alto la curva delle Rotture di Coglioni, purtroppo l'aspetto più saliente di una società dominata dal frastuono della Comunicazione Diffusa, cioè dal fatto che tutti rompono i coglioni a tutti a forza di messaggi, chat et similia.
Un esempio clamoroso per me ne è il momento in cui la (da me amatissima) segretaria di redazione nel più bel giornale in cui abbia lavorato in vita mia, il settimanale Panorama diretto da Claudio Rinaldi, manda gli auguri a tutti noi che in quella redazione c'eravamo trent'anni fa. A questo punto comincia la ridda dei messaggi, delle parole facili, degli auguri di cui io me ne strafotto altissimamente. ll computer squilla a segnalare ciascuno di quei messaggi insapori.
Mi spiego meglio. Con due o tre di quei colleghi di un tempo continuo ad avere un rapporto reale, e va bene così. Con gli altri assolutamente nessun rapporto, perché così è la vita: non congiunge e bensì separa. Quando mi cancellarono dall'albo dei giornalisti professionisti non uno di loro mi mandò un saluto. Non uno. E volete che io ricambi degli auguri di prammatica rivolti per mera consuetudine? Ma nemmeno morto.
Non vorrei voi pensaste che io sia disattento agli altri e al loro cammino. Certo non sono stato disattento alla tragedia che ha colpito la vita di Francesco Merlo, la cui moglie è morta dopo una breve malattia. Esitavo a chiedergliene notizie. Lo avevo fatto un paio di mesi fa. Poi è arrivata la notizia la più atroce. Ma non è che con Merlo mi facessi vivo solo in questa occasione; appena leggo una cosa sua su Repubblica che mi abbia particolarmente stimolato, subito gliene scrivo.
Lo faccio con Michele Masneri, un fuoriclasse che sul Foglio riempie pagine memorabili, lo faccio con Alessandro Ferrucci (che non ho mai incontrato in vita mia), uno che sul Fatto firma delle bellissime interviste. A Mattia Feltri dovrei mandare un sms al giorno (ne mando uno a settimana), dato che è ogni giorno spettacolare la sua rubrica di prima pagina sulla Stampa. E così faccio con il prodigioso Aldo Cazzullo. Insomma se contatto qualcuno, è per una ragione precisa, per una circostanza di cui vale la pena.
Please, non mandatemi immagini con gli alberi di natale che fiammeggiano a casa vostra. Please, non scrivetemi "Auguri!" perché non vuol dire nulla. Please, non mandatemi foto delle vostre famiglie riunite e sorridenti, perché quelle immagini non aggiungono nulla di nulla ai nostri eventuali rapporti reali.
Ecco, tutto qui, L'augurio che i rapporti siano reali e non di mera forma. Reali, cioè specifici voluti e organizzati come tali. Di quelli puramente formali e d'occasione non sento alcun bisogno.
Giampiero Mughini
giampiero mughini al grande fratello 4