Estratto dell’articolo di Eugenio Spagnuolo per il “Corriere della Sera”
ritratto di alan turing realizzato da ai da 4
Alla fine è stato venduto per un milione di sterline (cioè 1,2 milioni di euro). Una cifra da record per un dipinto realizzato dall’intelligenza artificiale. Si tratta del ritratto di Alan Turing, il matematico «padre dell’informatica», messo all’asta dalla casa britannica Sotheby’s.
[…] Si tratta della prima vendita al miglior offerente di un’opera d’arte realizzata da un robot umanoide. Sono arrivate 27 offerte per l’opera di Ai-Da, la pittrice artificiale sviluppata dal gallerista britannico Aidan Meller, che ha proposto il suo ritratto di Alan Turing nell’asta Digital Art Day.
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[…] Una vittoria per Sotheby’s: questa vendita «lancia una nuova frontiera nel mercato globale dell’arte, stabilendo il punto di riferimento d’asta per un’opera d’arte di un robot umanoide». […] Ai-Da utilizza […] telecamere installate negli occhi e un braccio robotico mosso da algoritmi di intelligenza artificiale.
Ma non è un caso isolato: uno degli esempi più significativi è stato, nel 2020, Dark Factory Portraits. Un’asta allestita alla galleria Ben Brown Fine Arts di Londra dai pionieri dell’arte digitale Rob e Nick Carter. L’esposizione presentava Heidi, un braccio robotico industriale prodotto da Kuka, programmato per realizzare ritratti di artisti celebri come Frida Kahlo, Andy Warhol, Yoko Ono e Damien Hirst utilizzando colori acrilici. […]
Nelle edizioni precedenti, migliaia di dipinti sono stati realizzati da centinaia di concorrenti. […] Fino a oggi, però, questi esperimenti «innovativi», seppure autorevoli, non avevano incontrato il potere del mercato. L’asta di Sotheby’s segna un punto di svolta, dimostrando come l’arte robotica stia guadagnando un riconoscimento sempre più ampio e spingendo critici e collezionisti a interrogarsi sul suo valore e significato.
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Alcuni vedono i robot come una mera estensione delle capacità umane, altri li considerano veri agenti creativi, in grado di superare i limiti della (nostra) immaginazione. In entrambi i casi, la questione fondamentale rimane: l’arte prodotta dai robot può essere considerata autentica? E, se sì, chi ne è l’autore: il programmatore, il robot, o entrambi?
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