Lara Sirignano per www.corriere.it
scrivania gettata a terra al policlinico di Palermo
Una donna pretendeva di entrare dalla madre fuori dall’orario di visita. Di fronte al rifiuto del medico ha chiamato il fratello e il marito. Uno degli aggressori ha anche lanciato una scrivania
Un medico del reparto di Gastroenterologia del Policlinico di Palermo è stato massacrato di botte dai familiari di una paziente, ieri sera. La vittima della violenza, Salvo Petta, ha lesioni in tutto il corpo, una spalla fratturata e una prognosi di 40 giorni.
Si tratta dell’ennesima aggressione a un operatore sanitario nel capoluogo. Ieri sera, intorno alle 21, terminato l’orario delle visite i medici avrebbero invitato la figlia di una paziente anziana, ricoverata in Gastroenterologia da giorni, a lasciare la corsia.
La donna avrebbe insistito e di fronte al rifiuto dei medici di farla restare accanto alla madre sarebbe uscita a chiamare il fratello e il marito che la aspettavano nei viali del Policlinico, aiutandoli a entrare in reparto.
I due avrebbero avuto una violenta discussione con il medico che avrebbero picchiato selvaggiamente. Uno dei familiari della anziana avrebbe distrutto sedie e una scrivania lanciandola contro una porta. La vittima è stata portata al pronto soccorso. I due aggressori sono stati identificati dai carabinieri.
«Episodio grave e ingiustificabile»
Solo venerdì scorso i parenti di una bimba ricoverata hanno picchiato una dottoressa della Pediatria del nosocomio di Villa Sofia, mentre un mese fa è toccato a un medico del Pronto Soccorso dello stesso ospedale. «Si tratta di un episodio grave e ingiustificabile», ha detto il commissario straordinario dell’ospedale Alessandro Caltagirone, che ha espresso «vicinanza e solidarietà al professionista aggredito».
«Di certo in questa occasione la dinamica dei fatti ha favorito l’ingresso degli altri parenti e la conseguente aggressione — ha spiegato — L’azienda è presidiata dai servizi di vigilanza, ma non è possibile in modo assoluto controllare tutti coloro che transitano nei viali interni, tanto più chi, come in questo caso, ha il passaggio favorito da un parente all’interno. Condanniamo con fermezza ogni atto di violenza e valuteremo di costituirci parte civile nel procedimento penale che verrà determinato».