1. LE VIETA PC E TELEFONINO, STUDENTESSA 17ENNE UCCIDE LA MAMMA
Carlo Macrì per il “Corriere della Sera”
L' ultimo litigio con la madre l' aveva avuto la sera prima. Giulia, nome di fantasia, 17 anni, ha trascorso tutta la notte a pensare a quell' ennesimo rimprovero, dovuto al suo continuo chattare sui social che l' avevano allontanata dai libri di scuola.
La madre per costringerla a studiare le aveva sequestrato il telefonino e proibito di utilizzare il computer. All' alba del 25 maggio scorso, approfittando dell' assenza del padre, Luigi, agente della polizia ferroviaria, la ragazzina, probabilmente per vendicarsi dei continui richiami, aveva preso la pistola d' ordinanza del genitore e aveva fatto fuoco contro la madre, Patrizia Crivellaro, 45 anni, infermiera alla clinica Anya di Melito Porto Salvo. Un solo colpo sparato alla nuca.
OMICIDIO MADRE 17ENNE SOCIAL ADDICTED 1
Ieri mattina Giulia è stata arrestata con l' accusa di omicidio premeditato. Davanti ai carabinieri è rimasta fredda e impassibile. Un atteggiamento simile a quello dimostrato quando ha raccontato agli inquirenti quello che era accaduto la mattina del delitto. «Mi sono svegliata nella notte e ho visto un'ombra dileguarsi dalla finestra e solo dopo, entrando nella stanza da letto della mamma, vedendola in un lago di sangue, ho capito quello che era accaduto».
A quel punto aveva chiamato il 118. Una versione che da subito non aveva convinto gli inquirenti che hanno sequestrato l' arma, l' abitazione della famiglia e i vestiti che Giulia indossava quella mattina.
I carabinieri del capitano Gennaro Cascone, oggi a Potenza, hanno iniziato a scandagliare la personalità della ragazza. I primi a essere sentiti sono stati i suoi professori e i compagni di classe dell' istituto tecnico commerciale a Melito Porto Salvo.
Le testimonianze sono state determinanti per le indagini, così come le intercettazioni ambientali e telefoniche. Poi i Ris di Messina hanno chiuso il cerchio individuando le impronte di Giulia sulla pistola usata per uccidere l' infermiera. La ragazzina non ha mai confessato, anzi ha continuato a vivere una vita normale anche dopo l' omicidio della madre. Si è pure fidanzata.
2. SOLITARIA E SEMPRE SUI SOCIAL DOPO IL DELITTO SI È FIDANZATA
Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
Un po' punk, un po' manga, un po' emo. I capelli erano celesti ma anche viola o rossi, le unghie smaltate di nero, la sua passione i videogiochi giapponesi, il suo mantra: «Social, solitudine e cuffiette». Giulia (nome di fantasia) viveva così e andava fiera del look da harajuku girl , stravagante e asociale.
Il passato è d' obbligo perché quest' anno la studentessa è cambiata. «É tornata a scuola con i capelli normali, senza cuffiette e ha iniziato a parlare con noi - dice la compagna di classe più vicina a lei -. Adesso ha anche un ragazzo. Prima, invece, era sempre seduta da sola al suo banco ad ascoltare musica». Giulia è diventata di colpo espansiva, tanto da essere ripresa da un professore perché baciava in classe il ragazzo.
Terzo anno di un istituto tecnico che odiava. «Fino a cinque mesi fa era spesso assente e se ne stava in disparte. Quest' anno invece ha iniziato diversamente, con più impegno e serietà», aggiunge un docente.
Cosa sia successo fra le due vite di Giulia è scritto nella cronaca nera di Melito Porto Salvo, paesino sulla punta dello Stivale a una trentina di chilometri da Reggio Calabria, dove una notte di maggio sua madre è stata uccisa con un solo colpo di pistola. La mamma faceva l' infermiera, il padre è un poliziotto e quell' arma era stata da lui nascosta nell' armadio. Giulia e i suoi genitori, un rapporto difficile, tormentato dalla cupezza e dai brutti voti. La situazione è precipitata sul finire dell' anno, con gli ultimi compiti e le interrogazioni che facevano presagire una bocciatura e nuovi scontri in famiglia.
OMICIDIO MADRE STUDENTESSA 17ENNE
«La signora era molto arrabbiata con lei perché stava sempre al computer e al cellulare.
La ragazza aveva preso a detestarla», dice un investigatore.
Giulia era già ripetente e quello sarebbe stato un nuovo fallimento. «Ha così meditato ed eseguito il delitto. Ha atteso l' assenza del padre, la notte».
Ma lei non è una professionista del crimine e ha lasciato tracce ovunque, perfino sulla pistola.
Messa alle strette si è contraddetta e la sua versione dei fatti è diventata traballante. Dopo il delitto è sembrata imperturbabile. Si è trasferita con il padre a casa dei nonni dove è iniziata una trasformazione, aiutata da uno psicologo. «Grande supporto l' hanno dato i genitori del papà che hanno preso ad accompagnarla a scuola fin da subito». Giulia ha anche smesso di navigare in Rete e in particolare su Facebook che era una delle sue attività preferite.
OMICIDIO MADRE STUDENTESSA 17ENNE MELITO
Ha ripreso solo una settimana fa, pubblicando un' immagine di sé molto più sobria delle altre. La precedente foto è del 19 maggio, sei giorni prima dell' omicidio, e lei compare con i capelli azzurri. Risalendo nel tempo, si trova traccia della sua storia da harajuku . Spunta una ragazza dallo sguardo allucinato, occhi viola e capelli azzurri, e lei ne è affascinata: «Ma sei vera? Io mi lascio col ragazzo e ti vengo a cercare fino a casa».
Grandi slanci e brusche cadute.
C' è la dolce foto di un orsacchiotto che ha scritto «ti amo» sul bavaglino, ci sono vari affettuosi gattini e ci sono videogames di guerra e stilettate a questo o quello. In una vignetta, una vertigine: «Ti ammazzo nel sonno». Gli inquirenti hanno però verificato: «L' abbiamo notata anche noi ma ci sentiamo di escludere che fosse un messaggio premonitore».
Anche il padre ha il profilo Fb. E pure lui ha smesso di scrivere quando la moglie è stata uccisa. Lì è iniziato il suo calvario di genitore che vede l' unica figlia sospettata di aver commesso il delitto della donna che amava. Per il giudice che ha disposto l' arresto l' accusa è pesante: Giulia avrebbe pianificato tutto. Quella notte, quando ha sparato, ha agito con «lucida freddezza». La stessa freddezza che i carabinieri hanno visto ieri quando si sono presentati a casa dei nonni: «Devi venire con noi». Giulia non ha detto nulla, li ha seguiti e ha salutato il padre, rimasto solo con il suo dolore.