Federico Berni per www.corriere.it
Costringevano le loro vittime a bere fino a perdere i sensi, poi le molestavano e abusavano di loro. Tre sudamericani sono stati arrestati il primo febbraio (ma la notizia è stata divulgata solo 24 giorni dopo dal Comune e dalla polizia locale) dagli investigatori del nucleo Tutela donne e minori dei vigili.
Sono accusati di aver violentato due ragazze minori con l’aggravante dell’uso di sostanze alcoliche e, in un caso, di aver realizzato e diffuso un video degli abusi. Le indagini sono state coordinate dal pm Francesca Gentilini, magistrato del V Dipartimento della Procura guidato dall’aggiunto Maria Letizia Mannella.
La storia inizia il 4 dicembre quando una ragazza di 14 anni si presenta in ospedale, accompagnata dalla madre, denunciando di aver subito abusi da un amico 24enne e da un 33enne. Entrambi sudamericani.
La ragazza viene portata al Soccorso violenza sessuale della Clinica Mangiagalli dove i medici accertano gli abusi subiti. Ascoltata dagli investigatori, la ragazza racconta di essere andata a un appuntamento la mattina di quello stesso giorno con l’amico 24enne J.A.P.O., nella zona di via Bignami. Qui avrebbero dovuto avere un incontro con altri amici: così almeno il 24enne le aveva detto il giorno precedente. All’appuntamento, però, c’era solo il 33enne C.A.C.G..
I due uomini hanno detto alla ragazzina di andare con loro in un supermercato della zona a comprare vari alcolici poi di dirigersi verso una cantina in uno stabile dove avrebbero atteso l’arrivo degli altri amici. Però non s’è presentato nessuno e i due hanno iniziato a far bere la 14enne che subito ha detto di non sentirsi bene.
A quel punto l’hanno costretta a continuare a bere in attesa del fantomatico arrivo di altri ragazzi. Pochi minuti e la vittima ha avuto un mancamento - probabilmente per sostanze aggiunte alla birra - e, quando ha riaperto gli occhi per qualche secondo, si è accorta che il 24enne la stava molestando. Tuttavia non è riuscita a respingerlo poiché troppo debole.
Svenuta di nuovo, si è risvegliata qualche ora più tardi in un’auto sul sedile posteriore con i pantaloni abbassati e il 33enne a fianco che continuava a palpeggiarla. Poi s’è di nuovo riaddormentata per risvegliarsi intorno alle 16.30 quando si è fatta restituire il cellulare che i due le avevano tolto e ha chiesto di essere riaccompagnata a casa. Nel tardo pomeriggio, al rientro della madre, la vittima ha raccontato quanto accaduto durante la giornata e insieme sono andate al pronto soccorso.
Gli inquirenti hanno fatto scattare le intercettazioni telefoniche e in pochi giorni sono riusciti a recuperare «gravi e plurimi elementi di prova a carico degli indagati» e grazie all’analisi delle celle agganciate dai loro cellulari e si è potuta confermare l’assoluta attendibilità della vittima.
Nel corso dell’inchiesta è emerso anche un altro episodio: una seconda giovane violentata lo scorso marzo sempre da parte del 24enne insieme con il 60enne E.T.S.C., anch’egli conosciuto dalla vittima. In questo caso, il più giovane ha anche realizzato e poi diffuso dei video della violenza sessuale commessa mentre la vittima era incosciente a causa delle quantità di alcol che i due le avevano fatto assumere per ore.