Amedeo Ardenza per “Libero quotidiano”
A fine settembre il gas, a inizio ottobre la rete ferroviaria. Non è il racconto di complotto ma la cronaca di quanto avvenuto in Germania nel giro di poche settimane. Lo scorso 26 settembre tre esplosioni sconvolgono la quiete dei fondali del Mar Baltico: di lì a poco la marina danese crea una zona di interdizione alla navigazione a sud dell'isola di Bornholm, proprio dove passano i due gasdotti Nord Stream 1 e 2. Dal fondo del mare una grande nuvola di gas naturale fa ribollire l'acqua: 80 metri più sotto tre dei quattro tubi del sistema Nord Stream sono stati gravemente danneggiati da altrettante esplosioni di origine dolosa.
I DANNI
Ieri è toccato ai treni del nord della Germania, con alcune differenze. La prima: a fermare il sistema ferroviario nel nord della Repubblica federale non è stata un'esplosione ma un'azione chirurgica di sabotaggio. La seconda: i gasdotti Nord Stream erano sì pieni di metano ma non erano in funzione al momento del danneggiamento; le ferrovie tedesche invece sono state sabotate durante la corsa dei treni.
Quando i primi convogli cominciano a fermarsi, Deutsche Bahn è la prima a parlare di un guasto al sistema internazionale di telefonia mobile per le comunicazioni ferroviarie (GSM-R) utilizzato per il dialogo fra i treni e i centri di controllo.
L'invio delle squadre di tecnici per la riparazione del presunto guasto riveleranno poi che i cavi a fibra ottica del GSM-R sono stati tranciati di netto in due diversi punti: a Karower Kreuz, un nodo di interscambio ferroviario a nord di Berlino, e a Herne, nei pressi di Dortmund, 540 chilometri più a ovest.
La doppia azione provoca grandi disagi su tutta la rete fra Amburgo, Brema e in tutta la Bassa Sassonia, il secondo più grande dei Länder tedeschi dove, per inciso, oggi otto milioni di elettori sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento regionale. Si fermano così centinaia di treni regionali ma anche tanti treni ICE, la sigla dell'alta velocità in Germania, sia nazionali sia internazionali. Nel giro di qualche ora Deutsche Bahn ripara i cavi e la rete ferroviaria si rimette lentamente in moto. E tuttavia la gravità dell'accaduto scuote la classe politica.
LE INDAGINI
«Sappiamo che i cavi sono stati deliberatamente tranciati in due diverse località in Germania», afferma il ministro dei Trasporti Volker Wissing del partito Liberale. «Dobbiamo ipotizzare che a paralizzare il traffico ferroviario nel nord della Germania per diverse ore siano stati degli atti dolosi: la polizia federale sta indagando a pieno ritmo».
Anche il ministro della Giustizia, Marco Buschmann, assicura massima attenzione annunciando che «se verrà rilevato un movente anticostituzionale», ossia l'azione di persone o organizzazioni con obiettivi eversivi, «sarà la Procura generale a indagare». Insomma, occhi aperti a tutti i livelli. La Bild ricorda che negli ultimi mesi si sono verificati diversi furti di cavi ma che ci sono stati anche ripetuti attacchi all'infrastruttura ferroviaria da parte di estremisti di sinistra.
Il sabotaggio coordinato ad est e a ovest della Germania indica però un salto di qualità: da oggi la carenza di gas, con la conseguente impennata dei prezzi e le sempre più numerose manifestazioni contro la politica antirussa del governo (solo ieri a Berlino sono scesi in piazza in 8 mila), non sono più la sola priorità del governo di Olaf Scholz, chiamato adesso a difendere le infrastrutture civili del paese da possibili attacchi di sabotatori tedeschi o stranieri.
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