Mirko Molteni per la Stampa
A oltre settant'anni dalla sua morte, il dittatore tedesco, nato austriaco, Adolf Hitler fa ancora discutere. E perdipiù non in Europa, ma nella lontana Asia. In Indonesia un museo della città di Yogjakarta è stato costretto a rimuovere una statua di cera del fondatore del nazismo a causa di una pressante campagna internazionale di vari gruppi per la difesa dei diritti umani che protestavano perché i visitatori accorrevano a frotte a farsi fotografare, o provvedere da sé con un selfie, accanto al manichino in baffetti e frangetta.
Il museo, il De Mata Trick Eye Museum, aveva dislocato fin dal 2014 la statua del Führer davanti a un fondale che riproduceva in gigantografia il noto cancello d' ingresso del lager di Auschwitz, con la beffarda scritta «arbeit macht frei», ovvero «il lavoro rende liberi», che accoglieva gli sfortunati deportati, ebrei e non, destinati alla camera a gas o ai lavori forzati.
SELFIE CON ADOLF HITLER IN INDONESIA
La decisione di rimuovere la statua, ieri sera, è stata annunciata dopo le proteste venute soprattutto da due colossi basati entrambi negli Usa, ovvero Human Rights Watch e il Simon Wiesenthal Center. A quanto pare il pubblico indonesiano era stato letteralmente conquistato dal personaggio, essendo l' attrazione più gettonata del museo delle cere, che mescola soggetti di fantasia, come il Darth Vader di Guerre stellari, e reali, come i personaggi del passato e anche del presente, fra cui un simulacro dell' attuale presidente indonesiano, Joko "Jokowi" Widodo.
Uno degli addetti al maketing del museo, tale signor Warli ha così difeso l' idea di esporre una statua di Hitler: «La maggior parte dei nostri visitatori si divertono in quanto lo considerano un museo da intrattenimento. Bisogna lasciare che sia il popolo a giudicare se il carattere sia buono o cattivo». Di parere diverso, il rabbino ebreo Abraham Cooper: «È difficile trovare parole per definire quanto sia spregevole».
Certo è che l' Indonesia, che peraltro è il Paese a maggioranza islamica più popoloso del mondo, non è nuova a subire il fascino dei più implacabili persecutori degli ebrei, tanto che nella città di Bandung esisteva un bar in cui i camerieri servivano vestiti con uniformi di Ss, finché all' inizio del 2017 è stato chiuso. I visitatori indonesiani sembra siano stati in genere entusiasti della statua e le polemiche sarebbero scaturite, si pensa, da probabili segnalazioni di turisti stranieri, rimbalzate poi alle ong americane.
Ma del resto, un po' in tutta l' Asia Hitler e il nazismo vengono visti come una curiosità pittoresca, come dettagli di lontane vicende europee che non toccano direttamente la storia orientale e che, anzi, affascinano molta gente anche solo per l' aspetto scenografico. Forse anche per la coincidenza dell' importanza della svastica anche nella simbologia della religione buddista.
In Giappone, nel quartiere Harajuku di Tokyo, molti ragazzi e ragazze, fra i vari travestimenti eccentrici indossati nel fine settimana e ispirati ai cartoni animati, ne sfoggiano talvolta di nazisti o similari e fin dal 2009 andò a ruba una versione a fumetti del Mein Kampf. Dal 19 aprile 2017, poi, l' opera è stata introdotta come lettura in alcune scuole nipponiche e pochi mesi dopo, il 30 agosto, il ministro delle finanze giapponese Taro Aso ha detto: «Hitler aveva buone intenzioni».
A Taiwan, invece, il 28 dicembre 2016 gli studenti del liceo di Hsinchu hanno organizzato per la festa della scuola una parata in costumi nazisti, con tanto di carro armato di cartapesta per celebrare le Panzerdivisionen. In quel caso le proteste di Israele avevano portato alle dimissioni del preside. Supermercati taiwanesi avevano già utilizzato negli scorsi anni l' immagine di Hitler a scopi pubblicitari, ma anche la Thailandia non sarebbe da meno, essendovi segnalata dal 2014 una grande commercializzazione di gadget e magliette in tema nazi.