Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Non soltanto l’ex avvocato dei processi ambientali Eni Piero Amara e l’ex dirigente Eni in Nigeria Vincenzo Armanna, ma anche l’ex numero tre del colosso petrolifero, Antonio Vella (passato nel 2020 a fare consulenza per la compagnia russa Lukoil), e l’ex capo degli affari legali Eni 2005-2016, Massimo Mantovani […], sono stati rinviati a giudizio a Milano, con altri 7, dal gup Christian Mariani con l’accusa di essersi associati dal 2014 al 2019 per ordire un depistaggio giudiziario volto a tentare di inquinare i processi milanesi all’Eni per corruzione internazionale in Algeria e Nigeria.
Manovra entro la quale i soli Amara e Armanna, insieme a un collaboratore di Amara, Giuseppe Calafiore, risponderanno anche dell’accusa di aver calunniato […] l’amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, e il capo del personale Claudio Granata.
È l’esito di oltre 6 anni di travagliate indagini della Procura di Milano, dove a lungo i vertici erano tendenzialmente orientati a valorizzare, pur nella scivolosità dei dichiaranti, i contributi (a volte ritrattati e poi controritrattati) offerti anche a carico di Descalzi e Granata da Amara e Armanna, tandem che si sarebbe poi spalleggiato anche nel mescolare vero e falso sull’asserita associazione segreta «Ungheria».
Ora, però, lo scenario consegnato dal rinvio a giudizio di ieri ricalca […] la differente lettura che Storari dal 2020 aveva proposto — inascoltato — ai colleghi e ai dirigenti allorché i suoi accertamenti avevano iniziato a mettere in luce l’implausibilità storica di alcuni passaggi cruciali nei racconti di Amara-Armanna;
e soprattutto la fabbricazione a tavolino, valorizzata mediaticamente attraverso la strumentalizzazione di un quotidiano e un programma tv, degli apparenti messaggi chat che Armanna affermava di aver scambiato nel 2015 con Descalzi e Granata quale asserita prova del fatto che fosse stato il vertice Eni a indurlo a ridimensionare le proprie iniziali accuse di tangenti in Nigeria e poi a ritrattare e controritrattare, in cambio della promessa di riassunzione in Eni o di «ritorni» economici dalla società nigeriana Fenog su commesse affidatele da una società di trading dell’Eni, la londinese Ets.
Amara ha già tre rinvii a giudizio: per aver calunniato nel 2019-2020 i 66 personaggi tacciati di aderire alla associazione segreta «loggia Ungheria»; per rivelazione di segreto, e cioè per aver filmato in Procura con una microcamera nascosta […] i propri allora segretissimi verbali su «loggia Ungheria» e Eni; e per aver calunniato il nuovo capo degli affari legali Eni Stefano Speroni […].