Da gazzetta.it
Una mossa clamorosa, che interrompe una tradizione consolidata nello sport americano. A poche ore di distanza dal trionfo nelle NBA Finals, i Warriors hanno stabilito che non si presenteranno alla Casa Bianca per le tradizionali celebrazioni del titolo.
A differenza di quanto accaduto con i New England Patriots, quando 6 big optarono per non recarsi da Trump (compreso Brady), la decisione è stata presa all'unanimità dallo spogliatoio di Golden State. Non c'è ancora una presa di posizione ufficiale della franchigia ma la notizia del rifiuto è rimbalzata con insistenza sui media statunitensi. L'"ammutinamento" ha una chiara valenza politica anche perché due anni fa quando vinsero il primo dei due titoli del triennio, i Warriors si presentarono compatti all'appuntamento con Barack Obama.
La decisione era nell’aria anche prima delle Finals perché le convinzioni politiche dei Warriors sono sempre state molto chiare. L’allenatore Steve Kerr ha espresso in più di un'occasione il suo dissenso verso il "Muslim immigration ban" voluto dalla nuova amministrazione e Stephen Curry non ha mai lesinato critiche nei confronti di Donald Trump. Con tutta probabilità anche i Cleveland Cavaliers, alla luce delle idee di LeBron James, avrebbero scelto di boicottare l’appuntamento tradizionale in caso di successo.
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