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Il conto alla rovescia in casa Atac è già partito. L’azienda dei trasporti ha una manciata di giorni per provvedere alla sicurezza di vetture e depositi se vuole evitare il processo al proprio management. Fra i 30 e i 120 giorni di tempo, più precisamente. Dopodiché, al netto di eventuali proroghe che potrebbero essere rifiutate in caso di inerzia, i pm coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, intraprenderanno la via dell’iniziativa penale che implica (oltre a eventuali sequestri di mezzi e infrastrutture) l’individuazione di responsabilità singole.
Sulla scrivania dei magistrati Clara De Cecilia e Mario Dovinola svetta una lunga relazione dell’ingegner Rodolfo Fugger che evidenzia «un incremento dei casi di incendio nei mesi compresi tra maggio e agosto». La strategia della Procura è chiara: evitare alla platea di utenti dei mezzi pubblici nuovi incidenti di percorso e, in parallelo, garantire che in Atac vengano rispettate regole comuni sulla sicurezza dei mezzi.
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A leggere le oltre ottocento pagine del consulente si ricava che sono abbondantemente (e pericolosamente) in uso gli Iveco Cursor, bus che portano sulle spalle il peso di una carriera lunga mediamente dieci anni se non oltre. Come scrive Fugger «per ridurre drasticamente il numero dei casi di incendio in un anno, la strada da percorrere è ancora lunga e non può che discendere da un radicale efficientamento dell’azienda».
In che modo? «Migliorando gli interventi di manutenzione programmata e correttiva». Controllando puntualmente gli interventi e i servizi manutentivi delle ditte esterne (Atac sorvola secondo il consulente dei pm). Allestendo su tutti i bus «sistemi di spegnimento incendi». Rinnovando «il parco veicoli». Semplici misure per un’azienda in salute. Ma non per la municipalizzata dei trasporti alla prese con problemi strutturali e bilanci affondati dalla pandemia. Dall’azienda, abituata a minimizzare, trapela per l’occasione un certo sollievo: «Non possiamo che rallegrarci - dice il numero uno Giovanni Mottura - per quella che definirei una sorta di collaborazione istituzionale con la Procura. Provvederemo alle prescrizioni».
Sotto osservazione, oltre al parco mezzi, anche i quattro depositi aziendali, uno dei quali (Tor Sapienza) era stato teatro di un incendio tanto spettacolare quanto rovinoso che aveva coinvolto una trentina di autobus nei mesi scorsi.
Tornando alla relazione tecnica sulla quale i pm sono al lavoro, salta agli occhi il caso di un Mercedes Citaro con un milione di chilometri di servizio (la metà, cinquecentomila è considerato un ragguardevole traguardo) e quindici anni di età, eppure ancora attivo lungo gli itinerari urbani. Spettacolari combustioni figurano spesso tra i report aziendali. Atac ha messo a punto un piano di catalogazione degli incendi dei propri mezzi introducendo un codice di rilevazione per le vetture interessate da 0 a 2 a seconda della problematicità. Commenta l’avvocato Diego Perugini che assiste alcuni dirigenti Atac chiamati di recente in causa per gli incendi dei bus: «Atac sta lavorando in modo serio e incisivo alla soluzione delle criticità. E la Procura di Roma ha dimostrato attenzione nell’analizzare i fatti e nel vigilare affinché non si ripetano incidenti».
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