Estratto dell’articolo di Valentina Errante per “Il Messaggero”
Da Mirò a Andy Warhol, passando per Chagall, Picasso fino a Bansky. Sono 2.100 le opere false, pronte per essere immesse sul mercato, sequestrate ieri dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico.
Un commercio «che avrebbe causato un danno economico di 200 milioni di euro», come spiega una nota diffusa da Eurojust, l'Agenzia dell'Ue per la cooperazione giudiziaria. Il bilancio è di 38 indagati in un'inchiesta transnazionale, cominciata nel marzo 2023, sulla falsificazione e la commercializzazione illecita di arte contemporanea. A creare i primi sospetti i prezzi troppo bassi di opere che avrebbero un valore di milioni di euro.
Così Kandinsky, Klee e Mondrian erano stati quotati a 4mila euro. L'indagine, coordinata dalla procura di Pisa, è stata supportata a livello europeo dal desk italiano di Eurojust. I falsari avrebbero agito in Spagna, Francia e Belgio. Una volta prodotte le opere d'arte false, la rete lavorava con diverse case d'asta complici in Italia per vendere i pezzi.
Il primo passo è stato il sequestro di 200 opere, tra le quali un dipinto raffigurante la "Cariatide" di Amedeo Modigliani, da cui ha preso il nome l'operazione. Quadri che erano nella disponibilità di un imprenditore pisano
Le perquisizioni hanno portato alla scoperta di laboratori di contraffazione e al sequestro di mille opere d'arte false e di oltre 500 certificati e timbri di autenticità contraffatti, ha spiegato Eurojust. […]
I militari del Nucleo tutela del patrimonio culturale si sono avvalsi anche di un sistema di intelligenza artificiale, grazie al quale hanno individuato i falsi sulla base delle quotazioni ribassate e immessi sul mercato. Le opere sono state così "seguite" anche all'estero. «Si tratta senza dubbio - ha detto il comandante del nucleo, generale Francesco Gargaro - del principale risultato investigativo a tutela dell'arte contemporanea e, nello specifico, delle opere di Banksy e Warhol».
E il procuratore capo di Pisa, Teresa Angela Camelio, ha aggiunto: «Il prosieguo dell'attività ci ha consentito di individuare i laboratori impiegati dai falsari a Lucca, Pistoia e Venezia e una rete di soggetti dediti a questa attività di falsificazione e commercializzazione estesa tra Italia, Francia, Spagna e Belgio». […]
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