Lady Coratella per Dagospia
Stavolta lo possiamo dire: Roma fa il mazzo a tutti quanti a livello internazionale. Zuma, rinomata catena di ristoranti jap-fusion, presente con successo nelle più grandi metropoli internazionali, ha aperto a Roma, in vetta a Palazzo Fendi. Non ho detto a Milano, ho detto Roma, tiè!
Zuma ha aperto le porte al pubblico pagante ieri sera, noi c'eravamo e, fuor di dubbio, il commento è: non ce n'è per nessuno. Relativamente al campionato Zuma nel mondo, ça va sans dire.
Zuma a Londra, New York, Miami, Abu Dhabi, San Francisco e Hong Kong, quelli che abbiamo visitato, al cugino romano gli fanno un ragù a due mani. Palazzo Fendi è uno dei più belli nella capitale e in alto, dal piano Zuma, completamente sventrato e ricostruito, si gode della vista su via Condotti, oltre a un altro po' di robe che ronzano attorno a Piazza di Spagna.
Gli spazi interni molto ampi, la sala privé, i bagni e le cucine a vista (come in uso ormai da tempo in tutti i locali più modaioli) hanno più di qualcosa mai visto a Roma. Abbiamo provato due ottime tartare, lo spiedino di maiale tanto buono da riordinarlo e finirlo una seconda volta, alcuni piatti di verdure e un'ottima tempura di Monkfish (che pare tanto figo ma è una specie di coda di rospo).
Tutto accompagnato da un Daiquiri, modesto a dire il vero e da un Negroni molto buono. La carta dei vini è ancora da registrare, ma il servizio è decisamente all'altezza della situazione. Manca un po' di gnocca, ma possiamo migliorare e, tenendo conto del fatto che lo abbiamo visitato nel primo giorno di apertura, ovvero al debutto, direi che ci siamo. Promosso da quella stronza di Lady Coratella.
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