Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per www.repubblica.it
C’è un limite alla creatività pastorale: lo chiarisce il cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, che, con una nota approvata dall’assemblea plenaria dell’ex Santo Uffizio, nonché da papa Francesco in persona, chiarisce che per il sacramento del battesimo i sacerdoti devono attenersi alle formule ufficiali della Chiesa e, nonostante il “turbamento” di chi lo scopre, un sacramento amministrato in tal modo è invalido. E va pertanto ripetuto.
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Il prefetto dell’ex Santo Uffizio fa qualche esempio. “Invece di usare la formula stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono: “Io ti battezzo nel nome del Creatore…” e “A nome del papà e della mamma… noi ti battezziamo”. Ebbene, "modificare la forma di un Sacramento o la sua materia – scrive Fernandez – è sempre un atto gravemente illecito e merita una pena esemplare, proprio perché simili gesti arbitrari sono in grado di produrre un gravoso danno al Popolo fedele di Dio”.
Già nel 2020, peraltro, papa Francesco aveva chiarito, tramite il predecessore di Fernandez, il cardinale Luis Ladaria, che nella formula del battesimo non si può sostituire al singolare del sacerdote celebrante – “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” – con il plurale, “noi ti battezziamo”: il battesimo, chiarì la Dottrina della fede, in quel caso non è valido e se vogliono essere cristiani coloro che lo hanno ricevuto con tale formula devono essere battezzati nuovamente.
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