Cristiana Lauro per Dagospia
Beviamo italiano durante le festività natalizie!
CRISTIANA LAURO RUTH MORANDINI
Mini guida agli acquisti di spumanti italiani facilmente reperibili sul mercato, con qualche novità e un lodevole rapporto qualità/prezzo.
Capisco che quest’anno ci sia poco da festeggiare, ma non credo che rinunceremo a stappare qualche bottiglia di spumante durante il periodo natalizio.
Anche quest’anno ho riassaggiato un bel po’ di etichette di varie zone d’Italia - da nord a sud - e trovato vini buoni e reperibili a prezzi assolutamente umani. Ve li suggerisco per qualche brindisi in famiglia fra Natale e Capodanno.
Franciacorta rosé Nature ‘61, millesimato 2013 - Guido Berlucchi.
Sessanta mesi sui lieviti per questo spumante da Pinot nero in purezza, che unisce note di piccoli frutti rossi e arancia candita al carattere territoriale, messo in luce dall’assenza di dosaggio (per chi non lo sa, si dice pas dosé). Vino abbinabile a tutto pasto, addirittura su qualche piatto di carne, se volete divertirvi come ho fatto io che amo sperimentare e sono anche un po’ mattacchiona.
Metodo Classico millesimato 2011- Podere Castorani.
Da uve Passerina 100%. Mi convince anche per via dell’acidità, elemento molto importante poiché veicola la freschezza alla beva. E’ un curiosissimo spumante abruzzese prodotto dall’azienda di proprietà dell’ex pilota di Formula1 Jarno Trulli, grazie anche alla mano e alla sapienza autoctone di Angelo Molisani, agronomo ed enologo assai stimato anche all’estero. L’abbinamento che suggerisco è con i crudi di pesce e tutta la cucina marinara, fritti inclusi.
Metodo Classico 700 brut, Cusumano.
CRISTIANA LAURO RUTH MORANDINI
Sbarchiamo in Sicilia e risaliamo le montagne fino alla tenuta Ficuzza, a 700 mt sul livello del mare. Sentirete la freschezza e il grande carattere di questo vino (da uve di Pinot nero e Chardonnay), attraverso le note di agrumi, buccia di pompelmo e piccoli frutti rossi. Le vigne di montagna beneficiano delle significative escursioni termiche fra il giorno e la notte. Sono molto importanti per la vite e per i suoi frutti. Non lo dimenticate, se volete spingervi oltre nell’affascinante mondo del vino.
Gran Concerto Metodo classico rosso Brut, 2018 Medici Ermete.
Novità assoluta, una chicca prodotta in poche bottiglie da uve Salamino, in pratica un Metodo classico da Lambrusco, versione reggiana. Sempre della stessa azienda ho provato anche Unique - altra novità appena uscita sul mercato - un Metodo classico rosé brut 2018 che ci riporta all’indiscussa piacevolezza dei Lambrusco di Sorbara, per via della varietà dell’uva (Marani) con cui viene prodotto. Abbinamenti: la passione reciproca scatta con con tutti i tipi di salumi, ma potrebbe succedere anche il matrimonio d’amore.
Passiamo al Lago di Garda con l’azienda agricola Famiglia Olivini, Lugana brut Metodo Classico “Diciannove Marzo” millesimato 2014. Un altro pas dosé perfetto come aperitivo, ma anche su piatti di pesce e carni bianche.
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Valdobbiadene Prosecco superiore brut, Nino Franco, cantina storica della denominazione che mi piace anche nell’invecchiamento che regge benissimo.
Vi piace il verdicchio? A me sì! La versione spumantizzata che vi suggerisco è il Metodo Classico riserva brut di Garofoli.
Rimanendo nelle belle Marche ho provato anche Velenosi The Rose (Pinot nero e Chardonnay) che mi diverte quasi quanto la bombastica Angela Velenosi che lo produce, una delle donne più simpatiche e intelligenti nel mondo del vino. E se non potete rivedere i parenti in Puglia per questo Natale (chi non ne ha?) ma li volete ricordare col sorriso anche a distanza, fatelo con una nota firma del giornalismo italiano: azienda Vignaioli Vespa di Bruno Vespa.
L’uomo, se non lo sapete, ha una passione storica e riconosciuta per il vino. Non è a caso che all’astemio, ironicamente, risponda: “ con rispetto parlando, non sai cosa ti perdi!” NoiTre, Metodo Classico rosé Vignaioli Vespa, ci ricorda quanto le uve del sud - come questo negroamaro - siano capaci di esprimere freschezza ed eleganza fuori dal pregiudizio ricorrente (ahimè) sui “vini pesanti meridionali”. E’ una sciocchezza, sappiatelo! E non date retta ai luoghi comuni perché fanno male al progresso, ben oltre i confini dell’enologia.
Torniamo nel nord d’Italia e in una delle zone più apprezzate, con lo spumante brut - Trento doc - Letrari Dosaggio Zero che si conferma autentico e brillante. Anche Letrari potete provarlo a tutto pasto con i crudi e la cucina di pesce, fritti compresi, ché le bollicine sgrassano e col fritto fanno scopa.
Se non vi basta e preferite affidarvi a un’icona sportiva, il campione del ciclismo Francesco Moser, nella stessa Trento doc produce il suo Moser 51,151 brut Metodo Classico che mi è piaciuto e ci ricorda in etichetta il suo Record dell’Ora nel 1984.
E, dulcis in fundo, ricordate che sul panettone lo spumante ci sta come i cavoli a merenda.
E’ preferibile un vino dolce frizzante dalla lunga persistenza aromatica come Moscato d’Asti, Saracco, ad esempio. Oppure Moscato d’Asti Canelli Moncalvina 2019 di Coppo.
La cosa più importante, tuttavia, è assaggiare senza pregiudizi. Molto meglio essere laici e fidarsi del proprio palato. I suggerimenti degli esperti sono solo indicativi, mai assoluti e, ancor di meno, definitivi.
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