Quando Biden ha annunciato il ritiro dall’#Afghanistan in aprile c’erano 3500 soldati americani nel paese. Oggi ne ha mandati 5000 per far scappare gli americani pic.twitter.com/CS6lixcWtg
— tiziana ferrario ????? (@TizianaFerrario) August 15, 2021
joe biden - riunione sull afghanistan
1 - L’AVVERTIMENTO DI BIDEN AI TALEBANI
Il presidente ha spiegato che "un anno o cinque anni in più di presenza militare Usa non avrebbe fatto la differenza se l'esercito afghano non può o non vuole tenere il suo Paese. E una presenza americana senza fine nel mezzo del conflitto civile di un altro Paese non è accettabile per me: non passerò questa guerra a un quinto presidente".
Biden ha poi messo in guardia i talebani che "ogni loro azione sul terreno che mette a rischio il personale Usa o la nostra missione riceverà una rapida e forte risposta militare". Intanto, il segretario di stato Usa Antony Blinken ha parlato col presidente afghano Ashraf Ghani (che ieri aveva annunciato di aver avviato "consultazioni" per trovare rapidamente una soluzione politica che garantisca "pace e stabilità"), discutendo "l'urgenza degli attuali sforzi diplomatici e politici per ridurre la violenza".
2 - AFGHANISTAN, I TALEBANI ARMI IN PUGNO NEL PALAZZO DEL SIGNORE DELLA GUERRA
Decine di combattenti talebani che armi in pugno entrano nel sontuoso palazzo Abdul Rashid Dostum, signore della guerra e acerrimo nemico degli insorti che avrebbe dovuto difendere la città di Mazar-i-Sharif e invece è fuggito. A mostrarli è un video diffuso da Al Arabya nel quale i talebani, che proseguono la loro avanzata, si riprendono mentre ridono e si siedono sui divani di raso, passandosi i servizi di tè dorati e mostrando lo sfarzo del palazzo.
FDOSTUM
talebani nel palazzo del generale dostum
3 - KABUL ACCERCHIATA SI PREPARA A RESISTERE FUGA DI MASSA DI CIVILI
Giordano Stabile per "La Stampa"
Con i taleban a undici chilometri dal suo palazzo, il presidente Ashraf Ghani si è rivolto alla nazione, o a quel che ne resta. Un appello a mobilitarsi e a resistere. Il suo predecessore Hamid Karzai veniva chiamato con sarcasmo «il sindaco di Kabul», quando i jihadisti si erano presi gran parte del Paese.
Poi il «surge», i rinforzi massicci inviati da Barack Obama, li avevano respinti sulle montagne. Adesso non c'è alcun «surge» in vista, se non l'arrivo di 3.500 soldati americani e 600 britannici per portar via gli espatriati occidentali. I primi reparti sono atterrati già ieri. Kabul, con la caduta ieri sera di Mazar-e-Sharif, è accerchiata, l'evacuazione coinvolgerà anche alcuni collaboratori afghani più esposti, ma non per il momento lo stesso Ghani.
Le trattative sono in corso per un accordo dell'ultimo momento, cioè di fatto una resa onorevole che risparmi la vita agli uomini di governo e agli alti ufficiali. Di fronte a 100 mila insorti che vedono le loro fila ingrossarsi di giorno in giorno, e fanno man bassa di armi di fabbricazione statunitense, c'è poco altro da fare.
Il disfacimento delle forze governative è continuato anche ieri, con almeno quattro capoluoghi di provincia, e ora fanno 22 su 34, caduti senza combattere. Per la prima volta anche i reparti speciali hanno cominciato ad arrendersi. Le colonne in moto degli studenti barbuti si sono spinte fino a Char Asyab, 11 chilometri da Kabul. Hanno preso la cittadina di Maidan Shar, 40 chilometri a Sud dalla capitale. Più a Est si sono impadroniti dell'intera provincia di Paktika, al confine con il Pakistan.
Si è ripetuto il copione. La base della polizia è stata saccheggiata, dalla prigione sono stati liberati altri jihadisti pronti a riprendere le armi, le forze locali si sono squagliate. Persino una compagnia della temibile Khost Protection Force, addestrata dalla Cia, ha deposto le armi. Il terzo capoluogo a cadere è stato Asadabad nella provincia di Kunar.
Da Nord in serata è arrivata la notizia della caduta di Mazar-e-Sharif, e del generale Abdel Rashid Dostum, ultimo alleato di Ghani, in fuga. Spronato dall'amministrazione Biden, Ghani si è rivolto alla popolazione e ai militari. «Come presidente - ha sottolineato - il mio compito è evitare ulteriore instabilità, violenza, sfollamenti.La priorità è mobilitare le nostre forze armate».
talebani nel palazzo del generale dostum 2
Stati Uniti e Nato, gli hanno fatto notare da Washington, hanno speso 3 mila miliardi di dollari in vent' anni, una parte consistente per addestrare ed equipaggiare al meglio 320 mila fra soldati e poliziotti.
Sono evaporati, quando non sono passati in massa con il nemico. L'esito della guerra, a meno di non rispedire indietro decine di migliaia di militari occidentali, è segnato. Ghani e gli Usa cercano di uscirne alle migliori condizioni. L'aviazione resta l'arma più efficace e ieri pesanti raid sull'aeroporto di Kandahar hanno eliminato decine di guerriglieri.
talebani nel palazzo del generale dostum 1
A Kabul sono arrivate le prime truppe del corpo di spedizione incaricato di far uscire dal Paese gli occidentali. Il dispositivo anglo-americano consentirà di far partire dall'aeroporto «migliaia di persone al giorno». Nessuna capitale si fida più delle promesse dei Taleban.
Agli occidentali dicono che «non toccheranno nessuno», che dopo la resa i soldati, «di tutte le etnie», saranno trattati con onore. Le testimonianze in arrivo dalle province sono di diverso tenore. Alle donne è proibito lavorare, vedove e ragazze vengono date in spose ai militanti. Da Kabul la giornalista della Bbc Yalda Hakim racconta di ricevere messaggi di amiche e colleghe che hanno«"bruciato i documenti» o si sono nascoste in rifugi sotto la propria casa. Un flusso continuo di sfollati inonda il centro, con file di persone «in lacrime» davanti alle ambasciate, in cerca di una via di fuga.
in afghanistan torna il burqa talebani a kandahar talebani con gli elicotteri del governo afghano talebani a kandahar afghani scappano prima che i talebani arrivino a kabul talebani nel palazzo del generale dostum talebani 4