IL BOSFORO A PESO D'ORO - LA DENUNCIA-BOOMERANG DELLA GOVERNATRICE DELLA BANCA CENTRALE TURCA, HAFIZE GAYE ERKAN, CHE HA DECISO DI ANDARE A VIVERE DAI GENITORI A CAUSA DEL CARO-AFFITTI: "È POSSIBILE CHE ISTANBUL SIA PIÙ CARA DI MANHATTAN? CI SONO ALCUNI CHE HANNO 10 CASE MENTRE ALTRI COSTRETTI A VIVERE IN 10 IN UNA CASA" - LE SUE PAROLE HANNO SCATENATO UNA VALANGA DI COMMENTI: "L’ECONOMIA TURCA HA SOFFERTO A CAUSA DELLA POLITICIZZAZIONE DELLA BANCA CENTRALE" - LA 44ENNE ERA STATA NOMINATA CAPO DELLA BANCA DA ERDOGAN CENTRALE DOPO CHE…

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Estratto dell'articolo di Gabriella Colarusso per "la Repubblica"

 

Una giovane professionista turca, dopo una brillante carriera negli Stati Uniti, decide di tornare nel suo Paese. […] Ma presto scopre che gli affitti a Istanbul sono diventati proibitivi anche per la classe medio-alta, comprare casa manco a dirlo, […] Così decide di tornare e vivere, marito e bagagli, con i suoi genitori.

 

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Una storia come tante per una generazione di quarantenni turchi alle prese con l’inflazione galoppante, che supera il 60%, nelle stime ufficiali, e va oltre il 100% secondo alcuni studi indipendenti. Se non fosse che a raccontarla è stata niente di meno che Hafize Gaye Erkan, 44 anni, governatrice della Banca centrale turca. «Non siamo riusciti a trovare un alloggio a Istanbul. È terribilmente costoso. Ci siamo trasferiti dai miei genitori», ha spiegato al quotidiano Hürriyet . «È possibile che Istanbul sia diventata più cara di Manhattan? ». Il problema più importante «è la mancanza di alloggi sociali che porta ad un aumento degli affitti, di questo si stanno occupando anche il presidente e il vicepresidente», ha spiegato la banchiera prendendosela con «alcuni proprietari che non possono avere dieci case» mentre molte persone sono costrette a dormire in dieci «in una casa».

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L’intervista ha suscitato una valanga di reazioni […] «Chi ha reso Istanbul più cara di Manhattan? 21 anni al potere: il grande economista Erdogan!», ha scritto Gultekin Uysal, politico dell’opposizione.  […]

 

Erkan ha lavorato per oltre 10 anni nelle principali banche americane. A giugno Erdogan ha segnato una svolta storica in Turchia chiamandola a gestire la banca centrale, la prima volta per una donna e per di più con una missione molto complessa: domare l’inflazione cambiando la politica monetaria dei tassi bassi voluta fino a quel momento proprio dal presidente. Con il ministro dell’Economia Simsek, Erkan ha lavorato a un rialzo dei tassi graduale, dall’8 all’attuale 40%.

 

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Il suo sfogo sulla casa «mi è sembrato un modo per dire al popolo turco che è una di “loro”, alle prese con gli stessi problemi economici di milioni di famiglie a reddito medio basso», dice l’economista Guldem Atabay, «ma ha detto anche che incontra spesso il presidente per fornirgli aggiornamenti. Un messaggio infelice, dato che l’economia turca ha sofferto a causa della politicizzazione della banca centrale».

 

Soprattutto, le sue dichiarazioni potrebbero avere conseguenze indesiderate: «L’intervista svela il problema dell’inflazione in Turchia, la credibilità dell’agenzia statistica turca Tuik – conclude l’economista - e gli sforzi ancora in corso da parte dei vertici della banca centrale per compiacere il Presidente piuttosto che fare ciò che è necessario per rallentare l’nflazione verso l’obiettivo del 5%”.

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