BOSSETTI A FILETTI - LA PERIZIA SUI TESSUTI INCHIODA IL MURATORE, I GENITORI DI YARA: “ORA CI DICA QUELLO CHE SA” - IL PRESUNTO KILLER DELLA RAGAZZINA SI DIFENDE: “IO NON C’ENTRO NIENTE. NON HO MAI INCONTRATO YARA IN VITA MIA”

Dopo la perizia sui tessuti pronto l’atto di chiusura delle indagini, i legali: “Ci difenderemo al processo. La prova del Dna che non tiene conto delle tracce di Dna mitocondriale diverse da quelle di Bossetti” - Perché Yara è salita sul camioncino del muratore?...

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Grazia Longo per “la Stampa”

 

Mai come in questo caso la parola «svolta» assume un significato tanto importante. Certo, a inchiodare Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio c’era già la prova del Dna. Ma la svolta arriva dalla presenza del tessuto dei sedili del suo furgone sui leggings della tredicenne.

 

Il cerchio si stringe

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E così, mentre si avvicina la chiusura delle indagini, si stringe sempre di più il cerchio intorno al suo presunto assassino. La comparazione scientifica effettuata dai carabinieri del Ris di Parma tra quegli esili fili recuperati sulla parte esterna dei leggings e quelli del sedile dell’Iveco Daily non lascia ombra di dubbio.

 

Secondo gli investigatori è successo poco prima delle 19 del 26 novembre del 2010, quando l’immagine di un furgone bianco cassonato identico a quello del carpentiere di Mapello, scompare dalle telecamere che fino a quel momento lo avevano immortalato vicino alla palestra di Brembate dove Yara andava ad allenarsi.

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Lo stesso materiale

E ora la verità scientifica si impone in maniera incontrovertibile. Le minuscole tracce di fibre sono state esaminate al microscopio dai Ris agli ordini del colonnello Lago e del generale Angelosanto e anche dalla anatomopatologa forense Cristina Cattaneo. Il risultato non lascia margini ad altre interpretazioni. Non sono materiali simili, è proprio lo stesso. Non si tratta di fibre che potrebbero derivare da un qualsiasi altro sedile di Iveco Daily. È proprio quello di Massimo Bossetti. Un macigno si abbatte sul quarantaquattrenne, sposato, padre di tre figli, che dal carcere continua a urlare la sua innocenza. «Io non c’entro niente. Non ho mai incontrato Yara in vita mia».

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La difesa insiste

E anche il suo avvocato, Claudio Salvagni, ribadisce la sua onestà. E di fronte all’ultimo elemento, schiacciante, dell’impianto accusatorio insiste: «Tutto viene letto contro il mio assistito, ci difenderemo a processo. Dove insisteremo anche sulla prova del Dna che non tiene conto delle tracce di Dna mitocondriale diverse da quelle di Bossetti».

 

Le udienze

E mentre la Procura di Bergamo, guidata da Francesco Dettori, si accinge a scrivere la parola fine all’inchiesta, la difesa di Bossetti si prepara a due nuove mosse giudiziarie. Il nuovo appello da presentare al Riesame - dopo la seconda bocciatura del gip di Bergamo - e l’udienza in Cassazione fissata per il prossimo 25 febbraio.

 

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I genitori di Yara, Maria e Fulvio Gambirasio, chiusi nel loro dolore, continuano a mantenere un atteggiamento riservato e discreto. Ma chi sta accanto a loro racconta che hanno un desiderio. Vorrebbero che Massimo Bossetti, raccontasse finalmente e una volta per tutte la verità.

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