“Bisogna prendere in considerazione quanto detto da Saviano”. Il criminologo Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Bossetti, commenta così le parole del noto scrittore secondo il quale non si sarebbero seguite tutte le piste disponibili per risalire all’assassino di Yara Gambirasio. “Come tutte le cose che scottano vengono messe a tacere. Dobbiamo dividere le indagini in due fasi. La prima va dalla scomparsa di Yara fino all’arresto di Bossetti, ben 4 anni di indagini. La seconda parte va dall’arresto di Bossetti fino alla sentenza.
Una volta che c’è stata la sentenza, abbiamo capito che serviva cercare elementi per capire chi è realmente il responsabile dell’omicidio. All’inizio questo aspetto non mi interessava perché dovevamo difendere un imputato. Nel rileggere tutte le situazioni ho trovato elementi veramente forti che non sono stati presi in considerazione, elementi che potrebbero cambiare tutto”.
Denti si concentra sulle persone che ruotavano intorno alla famiglia Gambirasio: “Nei documenti ho letto una dichiarazione del papà di Yara. Alla domanda “sapresti dirmi se Yara avrebbe dato confidenza a qualcuno o meno?” lui ha elencato delle persone, facendone i nomi. Ho analizzato la storia delle persone nominate ed ho trovato delle cose per le quali non trovo neanche un aggettivo. Ci sarebbe da scrivere un libro, potrebbe interessare a Saviano. Ci sono soggetti che hanno veramente un forte peso in questo caso per i loro precedenti.
Certo, questo non vuol dire essere responsabili però alcune situazioni avrebbero dovuto incutere curiosità. Saviano potrebbe aver toccato il punto giusto. Molte persone vicine alla ragazza sono interessanti esclusivamente per alcuni dati che possono essere associati tranquillamente a questo evento”. Per ora, però, c’è il massimo riserbo sulle piste alternative: “Nel momento in cui l’appello dovesse essere accolto allora spareremo questa bomba. Ovvero le piste alternative che abbiamo trovato dopo un lungo lavoro”.
Denti è stato spesso attacco per i suoi titoli, specialmente quello di ingegnere, titolo che secondo alcuni non avrebbe mai conseguito: “Nell’ultima puntata di quarto grado ho mostrato la mia laurea, hanno intervistato anche il rettore dell’università. Questo attaccarmi o è un accanimento puerile oppure è propedeutico per far si che io venga tirato fuori da questo processo. Del pool sono l’unico, insieme agli avvocati, ad avere titoli che permettono di portare avanti indagini difensive. Non posso non temere di essere minacciato da terzi o da qualcuno che forzi la mano. Non c’è nulla che mi possa spaventare”.
Poi la rivelazione: “Una persona che seguiva le indagini mi svelò un retroscena, prima che entrassi nel pool difensivo. Non si è infatti arrivati a Massimo Bossetti tramite le indagini ma tramite altre vie che non posso ancora esporre. La domanda è “come sono arrivati a Massimo Giuseppe Bossetti”?
Nessuno riesce a darmi una spiegazione. Lo hanno trovato in tre giorni dopo che, dagli atti che ho in mano in merito ai 4 anni di indagini, non compare mai il soggetto Massimo Bossetti così come la signora Ester Azzuffi. Oggi sono ancora più convinto che Bossetti non c’entri nulla”. Denti si augura, quindi, che venga preso “in considerazione la possibilità di riaprire il caso e valutare le piste alternative”
letizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti con giampietro lago dei ris il furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti il furgone di bossetti analizzato dai ris letizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti