UNA BUONA NOTIZIA PER I BAMBINI CON DELLE DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO (E PER LE LORO FAMIGLIE): POTRANNO FREQUENTARE L'ASILO UN ANNO IN PIU' PRIMA DI ISCRIVERSI ALLA SCUOLA PRIMARIA - LO HA DECISO IL TAR IN UNA SENTENZA CHE RIGUARDA UN BIMBO DI SEI ANNI DI PESCARA AFFETTO DA AUTISMO - SECONDO I GENITORI, GLI INSEGNANTI E GLI PSICHIATRI IL PICCOLO NON ERA PRONTO AD ANDARE IN PRIMA ELEMENTARE MENTRE LA PRESIDE LO VOLEVA FAR PASSARE AL CICLO DI STUDI SUCCESSIVO...

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Estratto dell’articolo di Angela Baglioni per “Il Messaggero”

 

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Bambino autistico, con conseguenti problemi di apprendimento o comunque integrazione con i compagni, potrà frequentare per un altro anno l'asilo. Così chiedevano i genitori, ma la direttrice voleva farlo iscrivere a tutti i costi alla Primaria.

 

La decisione finale è stata presa del Tar. La motivazione? Nel "corretto bilanciamento" tra il diritto alla salute e quello all'istruzione, entrambi garantiti dalla Costituzione, il primo prevale sul secondo.

 

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Così il bimbo di sei anni residente in un comune dell'hinterland pescarese, affetto da disturbi dello spettro autistico, potrà rimanere per un altro anno all'asilo, come richiesto dagli stessi genitori e suggerito dagli insegnanti, ma non dalla dirigente. Lo ha stabilito la sentenza del Tar Abruzzo che ha accolto il ricorso della famiglia dell'alunno contro il provvedimento della dirigente scolastica, nel quale si stabiliva che il bimbo dovesse passare al ciclo di studi successivo, nonostante un parere contrario del Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione (G.L.O.) e il certificato medico a firma del dottor Fernando Zucconi, direttore di psichiatria del reparto di neuropsichiatria infantile di Pescara.

 

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[…] Il Tar, nell'accogliere il ricorso dei genitori, ha anche stabilito la compensazione delle spese di lite. Era stato lo stesso G.L.O (l'organismo collegiale d'istituto che provvede alla definizione del Piano educativo individualizzato per gli alunni con disabilità certificata), ad accertare che il bimbo non aveva raggiunto gli obiettivi programmati, e a suggerire l'opportunità di trattenere l'alunno per un altro anno nella scuola dell'infanzia per permettere la sua maturazione, ovvero acquisire le competenze e le abilità necessarie per il suo passaggio all'istruzione primaria.

 

Una possibilità, questa, come hanno rimarcato i magistrati amministrativi, prevista dal decreto legislativo 297 del 1994, che consente agli alunni con particolari esigenze di salute di rimanere «nella scuola dell'infanzia anche oltre il limite anagrafico stabilito e per il tempo strettamente necessario all'acquisizione dei prerequisiti per la scuola primaria.

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La formulazione stessa della norma postula, infatti, una sovraordinazione del diritto alla salute rispetto a quello all'istruzione, non in un'ottica di alternativa ma di necessaria complementarietà: il recupero di salute del bambino gli consente di istruirsi, e il percorso scolastico ne potenzia il recupero di salute».  […] La strada insomma è stata tracciata e potrà essere percorsa da tante famiglie con figli in difficoltà.

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