Estratto dell’articolo di Barbara Gerosa per www.corriere.it
cartello del sindaco di mandello del lario allo stadio
«Mi chiedo che cosa stia succedendo ai frequentatori del nostro campo sportivo. Capisco l’agonismo, gli sfottò, ma anche nell’ultima partita insulti razzisti, battibecchi, scontri tra giocatori e genitori con intervento dei carabinieri. Mi vergogno io, ma spero anche i protagonisti. Adesso basta, ora si gioca a porte chiuse».
L’amaro sfogo sui social del sindaco di Mandello del Lario, Riccardo Fasoli, all’indomani dell’ennesima partita che ha visto gli animi surriscaldarsi. Così domenica l’incontro di calcio di Seconda categoria della Polisportiva Mandello contro la Zanetti di Lecco si è disputato senza pubblico sugli spalti. Il primo cittadino ha deciso di vietare ai genitori l’accesso al campo sportivo. «Al momento l’ordinanza è stata firmata solo per la giornata di ieri, ma siamo pronti a prorogarla», spiega Fasoli.
Epilogo di settimane di intemperanze, dopo il grave episodio di quindici giorni fa quando qualcuno ha fatto esplodere un petardo che ha smosso alcuni sassi poi finiti addosso ad uno spettatore rimasto lievemente ferito. «Abbiamo affisso un cartello per richiamare all’educazione e al rispetto chi frequenta il campo da calcio: non è bastato», dice il sindaco.
Nonostante l’avviso esposto sul cancello, sabato pomeriggio durante la partita della categoria juniores (ragazzi dai 16 ai 18 anni) è successo di tutto. Genitori della squadra avversaria del Mandello (anche in questo caso sempre la Zanetti) che avrebbero insultato l’arbitro, parolacce, bestemmie, qualcuno avrebbe denunciato anche frasi razziste. Tanto che a un certo punto è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, arrivate però quando la situazione era già tornata alla normalità.
«Chi dovrebbe dare l’esempio a volte è più immaturo dei propri figli», commenta il vicesindaco di Mandello, Sergio Gatti. «L’area gestita dalla Polisportiva è di proprietà comunale — gli fa eco Fasoli —. Va utilizzata in maniera positiva, per divertirsi, per far crescere i ragazzi con spirito agonistico ed educazione.
E invece le ingiurie da parte degli spettatori sono all’ordine del giorno. Spesso a farne le spese sono giovanissimi giocatori e direttori di gioco, che dedicano tempo alla loro passione e vanno sempre rispettati soprattutto davanti ai più piccoli. Non intendiamo più tollerare certi comportamenti». […]