Estratto dell’articolo di Irene Famà per "La Stampa"
Dietro il cancello del carcere di Torino, Alessandro Gaffoglio, ventiquattro anni, un'infanzia difficile e una mente fragile, ha incontrato solitudine e disperazione. E dopo 13 giorni in cella, si è ucciso. La procura ha chiuso le indagini sulla sua morte. Indagata, con l'accusa di omicidio e lesioni colpose, la psichiatra del penitenziario.
Alessandro finisce in manette il 2 agosto di due anni fa per una rapina in un supermercato nel centro di Torino. E il giudice convalida il fermo in attesa di capire come procedere e inserirlo in comunità. Per lui è il primo arresto, il primo giorno in carcere. Non è un criminale, è un ragazzo in difficoltà.
Tenta il suicidio una prima volta nella sezione dei «nuovi giunti». Viene ricoverato nel reparto sanitario e poi assegnato al cosiddetto «Sestantino», quindi in una cella da solo, costantemente monitorato. La notte tra il 14 e il 15 agosto 2022 si toglie la vita soffocandosi con un sacchetto di nylon.
Alla psichiatra che lo aveva in carico, i magistrati contestano di aver sottovalutato il rischio e la scelta di disporre per il giovane la «sorveglianza lieve» invece di quella «media».
Per questo, ad Alessandro Gaffoglio sono stati restituiti i vestiti in un sacchetto, gli stessi con cui si è suicidato. E ancora, la procura accusa la professionista di non aver integrato gli antidepressivi e di aver violato le linee guida per la prevenzione del suicidio.
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Alessandro Gaffoglio era nato in Brasile. Poi era stato adottato e in Italia, a Torino, studiava e lavorava. Era dipendente dagli stupefacenti. E sarebbe stata proprio quella dipendenza ad averlo spinto ad assaltare due supermercati.
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L'11 agosto 2023, sempre nel carcere di Torino, si è impiccata in cella Azzurra Campari. Anche lei giovane, 28 anni, anche lei con problemi psichici. [...] I numeri raccontano la carenza di personale: 21 medici di base, 18 specialisti e cinque psichiatri per oltre 1400 detenuti. Alessandro avrebbe dovuto essere monitorato con un'attenzione particolare. Invece si è sentito sopraffatto