I VIDEO DEI PESTAGGI AI DETENUTI A SANTA MARIA CAPUA VETERE - DA 'DOMANI'
1 - LA PAURA DEL DAP: “STA PER ARRIVARE UNA STAGIONE NERA”
Francesco Grignetti e Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”
La «preoccupazione» è palpabile, ai piani alti del Dap, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Troppi segnali convergenti fanno temere una stagione nera in avvicinamento. Nel giro di pochi giorni, si segnalano: volantini anarchici in Sardegna contro «i secondini», uno striscione anarchico a Roma, un'improvvisa manifestazione di anarchici fuori dal carcere di Santa Maria Capua Vetere.
STRISCIONE CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA 2
E per di più un blocco doloso dei telefoni di quel penitenziario, causa attentato a una centrale telefonica. «Il pericolo è una saldatura tra il movimento antagonista e certa criminalità organizzata», si dice al Dap. E quindi le antenne di polizia e intelligence si sono drizzate. Che l'aria si sia fatta pesante, lo denunciano anche i sindacati della polizia penitenziaria. Donato Capece, leader del sindacato autonomo Sappe, ribadisce che occorre invertire la rotta di una criminalizzazione generalizzata, «perché ingiusta e pericolosa».
Il Sappe sta lavorando a una manifestazione nazionale, quella che dovrà «simbolicamente» restituire le chiavi dei penitenziari. Si accoda anche la Uil-penitenziaria: «Dopo i raccapriccianti fatti di Santa Maria Capua Vetere si susseguono gli striscioni e i comunicati diffusi anche da frange eversive e inneggianti all'odio verso il Corpo di polizia penitenzia-ria e suoi singoli appartenenti. Il clima è sempre più pesante e pericoloso. Per questo ci rivolgiamo alla parte buona della società, alla politica e al governo chiedendo di creare un cordone di solidarietà e protezione», dice il segretario generale Gennarino De Fazio.
alfonso bonafede francesco basentini 1
La paura è che dopo la rappresaglia dei 52 agenti contro i detenuti di Santa Maria Capua Vetere, qualcuno possa organizzare una contro-rappresaglia. Dice esplicitamente De Fazio: «La storia del nostro Paese insegna che quando si è isolati, si è fortemente esposti agli attacchi della criminalità, che non di rado colpisce mortalmente».
le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 4
Ecco perché al Dap, in vista della riunione convocata dalla ministra Marta Cartabia domani, con tutte le numerose sigle sindacali del comparto, si osserva con particolare attenzione a tutto quel che si muove fuori, ma anche dentro le carceri. Non ci si nasconde che aleggi tra i 37 mila agenti della polizia penitenziaria una certa «demotivazione crescente».
STRISCIONE CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA
Si teme che subentri una «demoralizzazione» che non potrebbe non avere effetti sulla buona gestione delle carceri. Una prima mossa del Dap, diretta soprattutto a calmare gli animi degli agenti, è un esposto annunciato presso il Garante della Privacy. Il Dap stesso, infatti, è contrariato dalla «gogna mediatica» che si è scatenata contro gli indagati. Ma al sindacato Sappe questo esposto pare poco e di scarso effetto. Dice Capece: «Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) abbiamo convocato il nostro team legale per esaminare la stampa locale, chi ha sbattuto il mostro in prima pagina, mettendo foto nomi e grado dei 52 colleghi raggiunti da misura cautelare, e vedere se ci sono gli estremi per una causa».
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A sua volta, la ministra Cartabia ha fatto sapere di aver telefonato al presidente dell'Ordine dei giornalisti affinché si valutassero eventuali violazioni deontologiche. Anche qui, il tentativo di trovare un equilibrio tra l'indignazione del Paese e il sentimento di ingiusta criminalizzazione nei 37 mila del-la penitenziaria. Per dare un altro segnale di equilibrio, il direttore Dino Petralia e il suo vice Roberto Tartaglia hanno deciso di procedere con attenzione alle misure amministrative conseguenti quelle penali: se è stata scontata la sospensione dal servizio per i 52 ai quali il Gip ha imposto misure cautelari, nulla è ancora deciso per al-tri 80 individuati dalla Pro-cura, ma nei cui confronti il Gip non ha ritenuto di impor-re misure cautelari.
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2 - «BASTA TOGHE AI VERTICI DAP» AGENTI PENITENZIARI IN RIVOLTA
Gian Micalessin per "il Giornale"
Sotto la Polizia Penitenziaria, in mezzo i Direttori delle carceri e, ai vertici, un Dap (Dipartimento dell' Amministrazione Penitenziaria) guidato da un magistrato nominato dal ministro di Giustizia, ma scelto dopo i consueti patteggiamenti tra le correnti «padrone» del Consiglio Superiore della Magistratura.
Insomma il solito caos di una giustizia manovrata dalle correnti di sinistra che finisce, inevitabilmente, con il riverberarsi sul malfunzionamento degli istituti carcerari.
Un caos di cui, alla fine, fanno le spese gli anelli più deboli ovvero detenuti e agenti di Polizia Penitenziaria.
«I fatti di Santa Maria Capua Vetere sono l' esatta replica di quanto verificatosi nel 2000 a Sassari, ma se nulla è cambiato il problema è l' inadempienza di un Dap che in vent' anni non ha saputo nemmeno darci dei protocolli operativi», spiega al Giornale Daniela Caputo, segretario di DirPolPen, il sindacato dei funzionari di Polizia Penitenziaria.
Ma il pesce puzza sempre dalla testa. E la testa del Dap, ovvero il suo capo, è sempre un magistrato nominato ufficialmente dal Guardasigilli di turno, ma «indicato» in verità dopo i consueti patteggiamenti tra le correnti che dominano il Csm.
le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere
«E allora nessuno faccia la madamina, qui dal 1993 ad oggi - s' indigna una fonte del Giornale ai vertici dello stesso Dap - sono passati una dozzina di personaggi nominati dai vari ministri, ma scelti sempre con le stesse logiche. Ovvero senza badare alla loro effettiva preparazione e, soprattutto, alla loro capacità di gestire un situazione carceraria sempre più complessa. Anche perché nessuno rimane mai in carica per più di tre anni e non ha quindi il tempo di comprendere i problemi del mondo carcerario».
Dall' inadeguatezza dei vertici al malfunzionamento del sistema il passo - fa capire Daniela Caputo - è assai breve. «Stiamo assistendo ad un processo mediatico alla polizia penitenziaria, ma il Dap non ha ma fatto nulla per farla crescere e trasformarla in un corpo di polizia capace ed efficiente. A vent' anni dalla vicenda di Sassari non si è avviata una riflessione seria su cosa si pretende dalla polizia Penitenziaria.
DEPESTAGGI - LA PRIMA PAGINA DEL MANIFESTO SULLE VIOLENZE A SANTA MARIA CAPUA VETERE - 2 LUGLIO 2021
Gran parte del personale non ha seguito corsi di ordine pubblico o di gestione degli eventi critici. E poi manca la catena di comando. I nostri comandanti di reparto hanno un potere decisionale puramente teorico perché in realtà alla fine decide sempre il loro superiore gerarchico ovvero il direttore del carcere.
Quindi i nostri funzionari hanno un' autonomia decisionale limitata, ma poi quando succede il fattaccio pagano anche per le scelte di chi gli sta sopra dal direttore d' Istituto fino ai vertici del Dap».
Anomalie e mancanze ammesse anche dalla fonte del Giornale all' interno del Dap. «È vero i continui cambi di guida ai vertici hanno impedito di creare un corpo di Polizia Penitenziaria veramente professionale. Per contro la moltiplicazione degli stranieri e dei tossicodipendenti nelle carceri ha generato un aumento esponenziale nelle aggressioni.
le foto usate per il depistaggio sulle violenze a santa maria capua vetere 8
Ormai non passa giorno senza che un agente venga aggredito o colpito. Questo crea rabbia e frustrazione che in assenza di educazione e professionalità generano risentimento e vendetta. Ma il problema stenta a venir capito. Anche perché chi ci comanda spesso è solo di passaggio».
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