Adriana Logroscino per il "Corriere della Sera"
Un vertice, convocato per domani pomeriggio, tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, dovrebbe mettere la parola fine alla polemica: le mascherine saranno obbligatorie agli (ormai imminenti) esami di maturità? A vincere potrebbe essere un compromesso: emettere una circolare che prevede le condizioni (cioè un sufficiente distanziamento) in cui i presidenti di commissione possano far abbassare la mascherina durante le sessioni orali. È la posizione già espressa da Bianchi, al quale Speranza rimette l'ultima parola.
Tuttavia il sottosegretario alla Salute Andrea Costa da giorni spinge per una immediata cancellazione dell'obbligo, in tempo per gli scritti, che si svolgeranno a partire dal 22. «Sarebbe sufficiente approvare un decreto di poche righe nella riunione del Consiglio dei ministri convocata per mercoledì, io sto lavorando per questo - annuncia Costa -. È la posizione che rappresento a nome del mio partito, Noi con l'Italia. È questione di coerenza e di responsabilità. Come può la mascherina essere indispensabile durante la sessione di esame, quando si sta seduti e distanziati, e non invece nei seggi elettorali in cui si possono creare assembramenti?». Il sottosegretario è abbastanza ottimista che il decreto possa vedere la luce. «Sono consapevole che ci sono posizioni più prudenti nel governo - risponde Costa - ma in base ai dati sull'epidemia, l'eliminazione dell'obbligo di indossare la mascherina è scontata. La decisione è tutta politica. Non prendiamo in giro i cittadini».
Anche Nicola Zingaretti, Presidente del Lazio, chiede un provvedimento urgente al governo: «Si possono garantire forme di sicurezza dentro le aule senza obbligare gli studenti a indossare la mascherina, proprio nel momento in cui c'è lo stress dell'esame: sarebbe proprio una cattiveria».
Ma la questione è al centro del dibattito anche di esperti e osservatori. Il «Presidio primaverile per una Scuola a scuola» (di cui fanno parte, tra gli altri, le psicologhe Anna Oliverio Ferraris e Silvia Vegetti Finzi, l'epidemiologa Sara Gandini, pedagogisti, terapeuti e scrittori) rivolge al presidente del Consiglio e al ministro dell'Istruzione «un appello per il superamento delle mascherine a scuola, a partire dagli imminenti esami di Stato». Tra gli infettivologi, Matteo Bassetti è tranchant: «Stiamo continuando a sbagliare. Mascherina per la prova scritta e non per gli orali? Semmai dovrebbe essere il contrario. Agli orali, proprio perché una persona parla, il rischio potenziale è maggiore. Così rasentiamo il ridicolo».
In queste ore, però, nel governo si pone anche una valutazione sui tempi. Un decreto che venisse approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì porterebbe a cambiare le regole nell'imminenza della prima prova scritta della maturità. L'orientamento del governo si conoscerà domani, durante la riunione a tre tra Speranza, Bianchi e Brusaferro, convocata anche per discutere delle misure per il prossimo anno scolastico. Entro mercoledì, poi, il governo dovrà sciogliere l'ultima riserva: se prorogare l'obbligo di indossare la mascherina su treni, aerei, navi, metro e bus. Già decisi sia il superamento della misura nei cinema e nei teatri, sia il mantenimento per entrare in ospedale o nelle Rsa.