“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Nella sua rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini commenta una surreale vicenda che ha avuto per protagonista l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, il quale ha invitato a cena in un ristorante stellato di Amburgo alcuni amici, tra cui un uomo d’affari iraniano: «Prima di dare inizio alle libagioni, Schröder specifica che pagherà tutto lui, tranne gli extra». L’iraniano «beve alcolici a garganella fino a raggiungere la ragguardevole somma di euro 6.117». Finita la cena, entrambi si rifiutano di pagare le bevande e se ne vanno. Secondo Gramellini, al cameriere non resta che «girare il conto inevaso di 6.117 euro al contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale, che pagherà in silenzio e dovrà pure sentirsi un po’ in colpa».
GERHARD SCHRODER CON IL WURSTEL
Per quale motivo dovrebbe saldare il conto il contribuente tedesco, cioè europeo, cioè occidentale? Schröder, per quanto ne sappiamo, oggi è un privato cittadino. Infatti nell’aprile scorso ha perso la causa che aveva intentato contro la Repubblica federale per mantenere a spese del governo l’ufficio da ex cancelliere, con relativo personale, toltogli nel 2022. Il tribunale amministrativo di Berlino ha respinto il ricorso, affermando che quel privilegio non può sussistere, né in base al diritto consuetudinario né in base al principio generale di uguaglianza, in quanto l’istituzione dell’ufficio è finalizzata allo svolgimento di funzioni pubbliche che Schröder ha smesso di svolgere.
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Titolo dal sito della Repubblica: «Europei 2032, stadi cercasi». Cercansi anche giornalisti che scrivano in italiano.
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Nella sua cronica disattenzione per gli accenti, Il Fatto Quotidiano titola a tutta pagina: «Lega, il depliant coi trionfi cancella Meloni e migranti». Si scrive dépliant, con l’accento acuto sulla e.
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Elisa Roncalli e Marco Roncalli su Avvenire si occupano di Pavel Florenskij ed esibiscono una prosa ricercata, ammantata di sussiego. Per esempio, evocando i «brevi testi ispirati» del teologo russo li definiscono «scritti sbalzati da una Weltanschaung cristiana-ortodossa». Sbalzati da un cavallo, sia pure metaforico? Rimossi? Restiamo con il dubbio, ma nel frattempo ricordiamo alla coppia fissa, formata da padre e figlia imparentati con papa Giovanni XXIII, che «visione del mondo» in tedesco si scrive Weltanschauung: con due u, non con una.
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Il Fatto Quotidiano, depliant senza accento
Cita la «disinvoltura tipica degli idèologues», sulla prima pagina del Giornale, il quasi sempre esilarante Luigi Mascheroni, nella rubrica Giù la maschera. Ma idéologues vuole l’accento acuto.
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«E poi le invocazioni tra mamme e bambini, la folla che ondeggia, le urla, gli imprechi al cielo contro gli “Yahud” che sparano e uccidono dall’aria», si legge sul Corriere della Sera in un servizio di Lorenzo Cremonesi, inviato ad Ashkelon. Sostantivo interessante, quell’imprechi. Fa supporre che sia il plurale di impreco, ma un simile lemma non è rintracciabile né nel vocabolario Treccani né nello Zingarelli 2024. Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia registra solo imprechìo, «insieme confuso di imprecazioni», con citazione da Italo Calvino: «Sotto le tende e le frasche delle capanne ci fu uno sbuffìo, uno scattarrìo, un imprechìo». Ma, in tal caso, il plurale che Cremonesi avrebbe dovuto usare era imprechii, a nostro parere.
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Dall’Ansa, sotto il titolo «Cassazione, via libera alla domanda congiunta per il divorzio veloce»: «In particolare, la Suprema Corte con il verdetto 28727 depositato ieri – ha affermato il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”». Tralasciando il trattino vagante, la punteggiatura e le abbreviazioni da legulei, facciamo notare che è la giuria a esprimere un verdetto. La Cassazione pronuncia una sentenza.
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In un’intera paginata della Repubblica, intitolata «Villaggio Fantozzi i seguaci del mito tra “frittatone” e Coppa Cobram», Luca Baccolini tenta di essere il più possibile didascalico, con l’unico risultato d’infilare un paio di errori che avrebbero depresso il vero Villaggio, nel senso di Paolo. Baccolini riporta a orecchio la frase «frittatona, mercoledì di Coppa e rutto libero», ma nel film Il secondo tragico Fantozzi la battuta è diversa: «Frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!». E cita «Ivan Terribile 32°, un alano di proporzioni umane», però, sempre nello stesso film, Fantozzi dice solo che il gigantesco cane «ha un’espressione proprio umana».