Luigi Ippolito per www.corriere.it
Ci sono altri due britannici che rischiano la pena di morte nel Donbass dopo essere stati arrestati dalle milizie filo-russe e accusati di combattere come mercenari a fianco delle forze ucraine. Ma in almeno uno dei due casi si tratta di una menzogna palese: Dylan Healy, uno chef di 22 anni, è infatti un volontario della cooperazione che è stato fermato ad aprile a un posto di blocco russo, non lontano dalla città meridionale di Zaporizhzhia, mentre stava aiutando a evacuare una donna ucraina i suoi due bambini.
Dominyk Byrne, direttore delle operazioni di Presidium Network, l’organizzazione per la quale Dylan lavorava, ha fatto sapere che «abbiamo fornito prove al governo britannico e alla famiglia di Dylan che chiaramente dimostrano che lui era un volontario umanitario in Ucraina al momento della sua cattura.
Dylan non era aggregato a nessuna unità militare o paramilitare e in nessun momento ha partecipato ad azioni militari. Le accuse mosse contro di lui dalla Repubblica di Donetsk (i separatisti del Donbass) non sono sostenute da nessuna prova e dunque possono essere spiegate solo come azioni politicamente motivate da parte del governo russo».
Aiden Aslin, Saaudun Brahim Shaun Pinner
Diversa la posizione dell’altro britannico, Andrew Hill: lui era un combattente che si era unito alle forze ucraine ed è stato catturato ad aprile nella regione sud-occidentale di Mykolaiv. Già allora il ministero della Difesa di Mosca aveva reso pubblico un video in cui truppe russe interrogavano un uomo ferito che si era identificato come Andrew Hill e che parlava con un accento britannico.
Secondo la Tass, l’agenzia di stampa russa, i due uomini sono detenuti in attesa del processo e al momento «non intendono testimoniare né cooperare». Già il mese scorso un tribunale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk aveva condannato a morte mediante fucilazione due britannici, Shaun Pinner e Aiden Aslin, assieme al marocchino Brahim Saadoun, con l’accusa di essere mercenari. Per Londra si tratta di una violazione della Convezione di Ginevra in quanto questi due britannici sono anche cittadini ucraini regolarmente aggregati alle forze di Kiev e non mercenari stranieri.
processo a Aiden Aslin, Shaun Pinner e Saaudun Brahim
«Condanniamo lo sfruttamento di prigionieri di guerra e civili per scopi politici», ha detto una portavoce del Foreign Office. Il governo britannico si rifiuta di trattare direttamente con le cosiddette autorità del Donbass, perché implicherebbe riconoscerle, e vuole evitare che la questione dei propri cittadini catturati diventi un affare bilaterale con la Russia: piuttosto, si affida a Kiev per una mediazione nella speranza di uno scambio di prigionieri con i russi.
Ma è evidente che da Mosca stanno esercitando una pressione particolare su Londra, che è in prima fila in Europa nel fornire assistenza militare all’Ucraina: il premier Boris Johnson ha di recente esortato gli alleati a non cedere alla tentazione di una «cattiva pace» che finirebbe per premiare l’aggressione russa.
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