Silvia Sinibaldi per “il Messaggero”
Ambera Saliji è stata condannata a cinque anni di carcere per concorso anomalo in omicidio nella lunga battaglia processuale per l'omicidio di Ismaele Lulli. La ragazza, che oggi ha 26 anni, è stata ritenuta colpevole di aver attirato in trappola con un sms il giovane, all'epoca diciassettenne, invitandolo a incontrarsi con lei nel luogo in cui, invece, si sono presentati i suoi assassini, Igli Meta e Marjo Mema, già condannati all'ergastolo in via definitiva per l'assassinio. Per lei, il pubblico ministero Irene Lilliu aveva chiesto sei anni e otto pur riconoscendole le attenuanti della giovane età, la sua collaborazione e il fatto che non si sia mai sottratta alle richieste del giudice rimanendo sempre in Italia. Un'udienza lampo quella di ieri mattina, rigidamente a porte chiuse, con il verdetto rapidamente raggiunto.
È stata Debora Lulli, la mamma del ragazzo assassinato, ad uscire per prima dall'aula intorno alle 9.30 di ieri mattina insieme all'avvocato Maria Cristina Ciace. Visibilmente provata non ha nascosto però la sua delusione per una sentenza che ritiene non adeguata. «Ci sono rimasta male ha commentato a caldo sono delusa, mi aspettavo qualcosa di più. Incredibile il vuoto con cui devo fare i conti, un vuoto che mi toglie l'aria e chiude la gola. Gli anni di condanna sono pochi. Avessi potuto condannarla io avrei fatto diversamente ma nella vita va così anche se mio figlio, massacrato in modo disumano, non me lo restituirà nessuno».
Ambera Saliji è arrivata a Urbino e ha raggiunto il Tribunale accedendo dalla porta principale. Forse non si aspettava il verdetto di condanna emesso invece dal giudice Massimo Di Patria. «Comprensibilmente scossa - ha spiegato il suo avvocato Giovanni Chiarini - ha preferito evitare taccuini e flash» e si è allontanata da una porta secondaria. «Ritengo ancora e anzi ne sono sempre più convinto che Ambera sia del tutto incolpevole. Non si sarebbe mai immaginata ciò che poi è accaduto. Quando inviò quel messaggio aggiunge l'avvocato Chiarini Igli Meta l'aveva tranquillizzata assicurandole che voleva solo parlare con Ismaele. E' già un segnale che il giudice abbia comminato una pena inferiore rispetto a quella richiesta dal pm. Impugneremo la sentenza appena saranno note le motivazioni della condanna. Poi avremo 45 giorni per depositare l'atto di appello».
LE REAZIONI Al processo anche Salvatore Asole, il difensore di Igli Meta: «E' la conferma - sostiene - che avevo ragione e che Ambera doveva essere indagata fin dall'inizio e aggiungo che una serie di atti utilizzati a suo tempo non potevano essere valutati. Ora si pone un problema di un carattere giurisprudenziale». «Non finirò di lottare strenuamente per Ismaele - conclude Debora Lulli - sia in Appello che in Cassazione. Me lo chiede Ismaele e me lo grida la mia anima. Ambera, per la sottoscritta, resta sempre la colpevole numero uno perché senza il suo messaggio trappola Ismaele sarebbe ancora tra noi».
ISMAELE LULLI AMBERA SALIJI IGLI META - MARIO MEMA arresto di igli meta