Giuseppe Guastella per milano.corriere.it
Nonostante il rito abbreviato, che di per sé impone il taglio di un terzo della pena finale, l’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio non evita una pena severa: 15 anni e mezzo di reclusione per le violenze sessuali e gli abusi fatti narcotizzando con benzodiazepine sei donne attratte nella sua abitazione con un pretesto. Il giudice per l’udienza preliminare di Milano Anna Magelli non accoglie la richiesta della procura che avrebbe voluto per Di Fazio una condanna, per così dire, più mite a 9 anni di carcere, che più sarebbero stati 13 e mezzo senza l’abbreviato, e infligge all’uomo una pena più pesante per la violenza del maggio scorso ad una studentessa 21enne, che aveva attirato nel suo appartamento con la scusa di uno stage, e poi aveva anche fotografato.
Al questa condanna il giudice somma quelle per gli analoghi abusi fatti su altre cinque donne, tra cui l’ex moglie di Di Fazio, per la quale l’uomo rispondeva anche di lesioni, stalking e maltrattamenti in famiglia, scoperti come il primo episodio durante le indagini dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo.
Non riconosciuta la «continuazione» tra i reati
La condanna per Di Fazio, che da febbraio è agli arresti domiciliari in cura in una struttura psichiatrica, supera le richieste della Procura perché il giudice Anna Magelli non ha riconosciuto la continuazione tra i vari e episodi , che porta ad una diminuzione della pena complessiva, ma ha condannato Di Fazio sommando le pene per ogni episodio per il quale è stato riconosciuto colpevole. Fissati anche i risarcimenti che l’uomo dovrà versare alle vittime: 98mila euro per la studentessa e 14mila per altre parti civili. «Siamo soddisfatti perché è stato accolto l’impianto accusatorio», hanno spiegato alcuni dei legali di parte civile, tra cui gli avvocati Laura Panciroli, Monica Monteverde e Andrea Prudenzano.
Il calcolo della pena
Di Fazio è stato condannato a 6 anni e 2 mesi per la violenza ai danni della studentessa 21enne e a 7 anni e 10 mesi per gli episodi nei confronti di altre quattro giovani che avevano avuto relazioni per brevi periodi con lui. Casi questi per i quali il giudice ha riconosciuto la violenza sessuale per le fotografie scattate quando erano state narcotizzate. Solo per una delle vicende ai danni di una delle ex fidanzate il gup ha riqualificato l’accusa da violenza sessuale a «stato di incapacità procurato mediante violenza». Per gli altri fatti contestati, quelli nei confronti della ex moglie, Di Fazio è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per maltrattamenti. Le imputazioni di violenza e lesioni si sono prescritte. Tutte le pene inflitte, sommate, hanno portato alla condanna a 15 anni e mezzo.
La difesa: «Stessa pena a Stasi per omicidio»
«È una pena severa. Aspettiamo di leggere le motivazioni per capire e poi impugnare», è il commento dell’avvocato Mauro Carelli, che assieme alla collega Giuseppina Cimmarusti difende Antonio Di Fazio. «È una pena alta se consideriamo, per esempio - ha aggiunto - che Alberto Stasi, per l’omicidio di Chiara Poggi, è stato condannato sempre in abbreviato a 16 anni di carcere. La procura aveva chiesto 9 anni, aspettiamo le motivazioni».
antonio di fazio ANTONIO DI FAZIO