Video hot che avrebbero dovuto restare privati e che invece sono rimbalzati su varie chat di Whatsapp per poi diventare virali in rete, anche all'estero, e pure su alcuni siti porno. La donna vittima di revenge porn - questo il reato contestato a chi ha diffuso senza autorizzazione i filmati - è una dottoressa bresciana di 40 anni: a causa della circolazione fuori controllo delle immagini intime aveva anche perso il posto di lavoro in una clinica privata.
Il caso risale al 2020 ed è ora approdato in un'aula di tribunale. Ma la lista degli imputati - in tutto 10 - si sta via via ridimensionando. Uno di loro avrebbe già provveduto a risarcire la 40enne, che ha quindi ritirato la querela nei suoi confronti, un altro ha raggiunto un accordo - nel corso dell'ultima udienza celebrata mercoledì - e un terzo ha annunciato di essere intenzionato a procedere nello stesso modo.
Come scrive il quotidiano Bresciaoggi, restano quindi sette gli uomini che finiranno alla sbarra - il prossimo 29 giugno - con l'accusa di revenge porn, letteralmente “porno-vendetta”, ma in pratica la condivisione di immagini o video intimi senza il consenso dei diretti interessati. Nella posizione più complicata si troverebbe un 48 enne con cui la donna avrebbe avuto una relazione e che per primo ha diffuso quei video, trasformando in un vero e proprio incubo la vita dalla 40enne: licenziata dal lavoro, si è rivista in decine di chat e siti web e addirittura avrebbe dovuto affrontare persone che l'avrebbero raggiunta a casa.
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