Carlos Passerini per www.corriere.it
Il corpo è il suo. Resta però il mistero, fitto. Una sola cosa è certa: quello trovato per caso da un cercatore di corna di cervo nei boschi del Missouri è lo scheletro di David Koenig, il campione di arti marziali miste scomparso da quasi due anni.
Ad affermarlo con certezza dopo le analisi dell’anatomopatologo è stata la polizia di Branson: le ossa sono le sue. Difficilissimo trovarle senza un colpo di fortuna: zona impervia, dalla vegetazione fittissima, un punto quasi impossibile da raggiungere. Gli inquirenti sostengono che non si tratti di morte violenta, ma i dubbi e i misteri restano.
Innanzitutto, una domanda: perché Koenig, 25 anni, due metri di altezza per 110 chilogrammi di muscoli e nel pieno di una carriera agonistica che stava decollando, nella gelida notte dell’8 febbraio 2020 è uscito dall’hotel Peach Tree Inn, con un freddo impossibile e dopo aver inviato un messaggio di testo ai suoi amici chiedendo aiuto, come ha detto sua madre Tracy?
La scomparsa era stata segnalata solo a marzo, perché amici e familiari hanno affermato che «David a volte si disconnetteva e non lo diceva a nessuno». Un carattere difficile, solitario, un passato di dipendenze, ma nulla che facesse presagire gesti estremi. «Ha inviato un messaggio ad alcuni suoi amici chiedendo aiuto.
Pensavano che potesse essere in qualche guaio, ma quando hanno letto i messaggi e hanno cercato di rispondergli, ha smesso di rispondere. È svanito», ha detto la madre, che in questi due anni non ha mai smesso di aggiornare la pagina Facebook dedicata al figlio con 14mila iscritti. La famiglia aveva offerto una ricompensa di 5mila dollari a chi avesse rivelato informazioni.
«Allenarsi con lui è sempre stato un piacere. Teneva al gruppo ed era sempre lì per ascoltare e supportare i suoi compagni di squadra. Davvero un gigante buono», ha detto JT Tilley, capo allenatore del Branson Fight Club.
«Era sulla strada giusta per fare grandi cose», le parole commosse del padre Rick, gestore di una palestra di arti marziali a Branson, aggiungendo che suo figlio «era un uomo fenomenale». David non era depresso e si allenava duramente per migliorare ancora. Aveva vinto gli ultimi cinque incontri e stava puntando a un importante salto di categoria.
La ricerca era stata seguita con grande apprensione, con un film-documentario, appelli alle radio e cartelloni pubblicitari affissi sulle strade di tutto il Missouri sudoccidentale, fino all’Arkansas. Pozzi, cave, boschi, paludi: la polizia ha cercato ovunque. «Anche se questo non è il finale che speravamo, offriamo le nostre sincere condoglianze alla famiglia e agli amici del signor Koenig», ha detto il capo della polizia di Branson, Jeff Matthews. «Abbiamo il cuore spezzato — ha detto la madre Tracy alla Cnn —. E il fatto che Dave è stato finalmente ritrovato, non rende le cose più facili. Quello che stiamo provando ora è solo un dolore indescrivibile».
La donna ha sempre detto di temere che il figlio fosse stato ucciso, ma l’assenza di ferite sembra escludere questa ipotesi. «Nessuno ha ucciso Dave. Nessuno! — ha scritto Tracy su Facebook —. Ha lasciato il Peach Tree a piedi e non è mai tornato a casa. Ma perché era sconvolto? E perché ha camminato attraverso la foresta profonda? Molto probabilmente non lo sapremo mai. Ma è andato. Big Dave è finalmente in pace», ha concluso.
Niente ferite, niente segni di violenza. Nulla che farebbe pensare a una lotta. L’ufficio del coroner della contea di Taney ha però dichiarato alla Cnn che le modalità della morte sono indeterminate e la causa è sconosciuta. Ma allora cosa è successo?