Rinaldo Frignani per www.corriere.it
Francesca Romana D’Elia con una sua amica
Nella memoria della fotocamera digitale di Matteo G. ci sono le ultime immagini di Francesca Romana D’Elia prima della morte. E forse altri elementi utili alle indagini sono racchiusi nell’hard disk dei computer del fotografo di Monteverde a tutt’oggi unico testimone diretto della fine della 19enne modella di Campagnano di Roma, precipitata per una decina di metri nella tromba dell’ascensore la mattina del 2 dicembre mentre era su un set sul terrazzo condominiale di un palazzo in viale dei Quattro Venti.
Il 28enne fotografo, specializzato in book alle ragazze e secondo i suoi vicini di casa «un habitué di quella terrazza, di cui aveva chissà perché la disponibilità delle chiavi, dove aveva già fotografato altre giovani», potrebbe essere indagato nelle prossime ore.
IL VANO ASCENSORE DOVE E' CADUTA FRANCESCA ROMANA D'ELIA
La Procura, con il pm Alessia Miele, sta per nominare il perito che dovrà scaricare le memorie dei supporti informatici sequestrati al giovane dalla polizia nel suo studio-abitazione al pianterreno dello stesso edificio, così come i dati contenuti in smartphone e tablet: solo così si potrà ricostruire cosa sia accaduto e se sia stato davvero un incidente provocato da una corsa per ripararsi dal nubifragio che si era abbattuto su quella zona di Roma.
Da capire anche perché la 19enne si sia rivolta a quel fotografo e non al padre Marco D’Elia, noto professionista del settore, soprattutto in ambiente cinematografico, che il 9 dicembre, durante i funerali a Campagnano, alla presenza del vescovo ausiliario Renzo Tanturli, del sindaco Alessio Nisi e di centinaia di persone, collegate in diretta Facebook con i parenti della madre Irina in Russia (anche lei modella), ha descritto la figlia come «una ragazza con una sensibilità straordinaria, un carattere molto forte, capace di aiutarci ad andare avanti nei momenti più delicati».
Perché Francesca volesse avere un book fotografico è un mistero. Con il 28enne aveva già preso parte a un set, poi i due — come avrebbe confermato il giovane agli agenti del commissariato Monteverde — si erano messi d’accordo per una seconda sessione. In un primo momento si era parlato di un incidente mentre la giovane si stava scattando un selfie in terrazza, ma poi il fotografo ha parlato della fuga sotto il temporale. «Io sono passato da un muretto che prima avevamo scavalcato, lei è andata dall’altra parte finendo sul lucernario che ha ceduto».
Una versione finora non messa in dubbio dalla polizia, anche se manca l’esame del materiale acquisito nello studio. Allo choc dei familiari di Francesca, che aveva due sorelle più grandi, «molto attivi nel sociale», conferma il sindaco, si è aggiunto quello degli abitanti di Campagnano, e degli inquilini del palazzo di Monteverde che hanno organizzato una preghiera per ricordare la 19enne.