1 – «ZANARDI GRAVE MA STABILE» I DUBBI DEI PM: PERCHÉ LA STRADA NON ERA CHIUSA?
Alessia Marani per “il Messaggero”
Il dato positivo è che più passa il tempo e le condizioni restano stabili, e questo fa ben sperare». Il professore Sabino Scolletta, direttore della Terapia Intensiva dell'ospedale di Siena dove Alex Zanardi è ricoverato da venerdì dopo l'impatto con un camion tra Pienza e San Quirico d'Orcia a bordo della sua handbike, lascia uno sprazzo di ottimismo dopo avere letto il bollettino quotidiano: le funzioni vitali dell'atleta azzurro sono buone, i parametri cardiorespiratori in linea, «ma il quadro neurologico permane grave e in condizioni tali di incertezza, non si può escludere una ricaduta».
Oggi l'équipe che segue Zanardi comincerà a valutare quando abbassare la sedazione, «ma ci vorrà ancora qualche giorno». Mentre l'Italia e il mondo dello sport e del ciclismo restano con il fiato sospeso per le sorti dell'ex pilota di Formula 1 a cui furono amputate le gambe dopo un incidente sulle piste tedesche nel 2001, la Procura di Siena prosegue nelle indagini sull'organizzazione e il livello di sicurezza dell'evento Obiettivo Tricolore, un tour dell'Italia a tappe per sostenere lo sport dei disabili e lanciare un messaggio di ripartenza dopo il lockdown.
La pm Serena Menicucci vuole capire come mai non vi fosse un cordone di protezione attorno al gruppetto di ciclisti, soprattutto, perché la strada non fosse stata interdetta al traffico, circostanza che ha permesso lo scontro tra la handbike e l'autoarticolato che procedeva in senso contrario, alla cui guida c'era Marco C., 44 anni della provincia di Siena.
Al momento è lui l'unico iscritto nel registro degli indagati per il reato di lesioni colpose gravissime, ma potrebbero aggiungersi altri nominativi nel caso fosse riscontrato il nesso di causalità con la omessa chiusura della strada e l'incidente. Il sostituto procuratore ha già sentito la cognata di Alex Zanardi, Barbara Manni, manager del team di Obiettivo 3, che pubblicizza l'evento sul proprio sito internet, e poi Mario Valentini, ct della Nazionale paralimpica di ciclismo, che venerdì era al seguito di Zanardi.
ricostruzione incidente alex zanardi
Ad essere ascoltato come persona informata sui fatti è stato anche Alessandro Cresti, il ciclista paralimpico di Sinalunga che fa parte dei giovani seguiti da Zanardi, arrivato in bicicletta qualche secondo dopo l'incidente. Il dubbio è: era un evento goliardico o una gara? Le competizioni, fra l'altro, sono sospese per via dell'emergenza Covid.
LE DOMANDE DELLA PM
«La pm mi ha chiesto perché la strada non fosse chiusa - spiega Valentini - le ho risposto semplicemente perché nessuna misura del genere è prevista, nemmeno nel caso di gare amatoriali o dilettantistiche. E questa non era una gara, ma una semplice passeggiata di gruppo, tra amici, per sensibilizzare allo sport dei disabili.
incidente alex zanardi il camion
Ma anche fosse stata chiesta una autorizzazione per un evento sportivo, ripeto, in nessun caso viene interdetto il traffico, al massimo solo rallentato. Il magistrato mi ha portato l'esempio del Giro d'Italia, ma il Giro è il Giro, nulla di comparabile, le ho risposto». Permessi alla Questura non erano stati richiesti e la staffetta in apertura della Municipale di Pienza, sarebbe da considerarsi a titolo di cortesia.
Per chiarire tutti i dubbi (l'evento aveva incassato anche il patrocinio di Federciclismo e Comitato paralimpico italiano) presto potrebbe essere sentita la stessa Daniela Manni, moglie di Zanardi.
IL TESTIMONE
ALESSANDRO CRESTI ALEX ZANARDI
Questa mattina, intanto, gli inquirenti hanno convocato il supertestimone, ciclista 65enne di Sinalunga, che era nel gruppetto di Zanardi. L'uomo ha raccontato di avere visto l'ex pilota girare delle immagini con il telefonino mentre era sulla handbike.
«Fino al rettilineo che precedeva la curva Zanardi ha girato dei video con il suo telefonino, stava riprendendo noi atleti che eravamo con lui», spiega. Il rettilineo finisce 800 metri, un chilometro prima della curva fatidica, in discesa. Alex Maestrini, un videomaker che seguiva sulla sua Golf Cabrio il gruppo e che ha filmato l'incidente (il video è agli atti dell'inchiesta), ha affermato che «Zanardi non teneva il cellulare in mano al momento dello schianto».
ENRICO FABIANELLI ALEX ZANARDI DANIELE BENNATI
Ricorda che «dopo aver affrontato una salita pedalando con le mani, al momento della discesa ha preso il telefonino e fatto alcune riprese a bassa velocità, poi lo ha riposto e ha continuato fino all'incidente». Cosa è successo allora? La testimonianza del 65enne, però, non era stata subito messa a verbale e per questo è stato convocato in caserma. Dopodiché gli inquirenti hanno intenzione di tornare, già in giornata, sul posto dell'incidente per una ricostruzione in diretta. Sia il cellulare che la handbike di Zanardi (oltre al camion contro cui ha impattato) sono stati sequestrati per essere sottoposti a perizia. Le analisi dei filmati nel telefono chiarirà il giallo.
2 – LA VELOCITÀ, L'ASFALTO O IL CEDIMENTO DELLA RUOTA TRE IPOTESI PER LO SCHIANTO
Alessandro Di Maria e Fabio Tonacci per “la Repubblica”
La velocità eccessiva. Un cedimento della ruota sinistra. Fessurazioni dell'asfalto. Potrebbe essere tra queste tre ipotesi la causa dello sbandamento del mezzo guidato da Alex Zanardi, al chilometro 39 della statale da Pienza a San Quirico.
GIUSEPPE OLIVIERI, IL NEUROCHIRURGO CHE HA OPERATO ALEX ZANARDI
Poco prima di una curva a destra che il campione non ha fatto in tempo a percorrere. Della dinamica dell'incidente di venerdì, filmato da un giornalista freelance, rimane solo questo da capire: perché Zanardi, che aveva le due mani sul manubrio (aveva usato il cellulare per scattare foto qualche minuto prima, ma poi l'aveva rimesso nel portaoggetti), abbia perso il controllo della sua handbike finendo nella corsia opposta dove stava arrivando il camion.
incidente di alex zanardi in val d'orcia 1
La perizia e il gruppo in ritardo Nel video, agli atti dell'indagine dei carabinieri di Siena coordinata dalla procura guidata da Salvatore Vitiello, si vede la ruota posteriore sinistra fare un movimento anomalo prima del ribaltamento.
«Come uno scuotimento», lo ha descritto a Repubblica Alessandro Maestrini, che ha fatto le riprese. L'handbike è sotto sequestro e sarà oggetto di una perizia tecnica, che dovrà verificare: il funzionamento, con attenzione ai freni; in che punti ha urtato la fiancata del tir; la tenuta della ruota sinistra.
La velocità può essere stata un fattore cruciale. Su quella statale, di competenza dell'Anas, il limite è di 60 all'ora. Zanardi andava sicuramente più piano, ma quanto? Sia il camionista sia una partecipante alla staffetta hanno avuto l'impressione che il passo del gruppo fosse "tirato".
Erano in ritardo sulla tabella di marcia: alle 16 erano attesi a San Quirico, ma a quell'ora avevano appena lasciato Sinalunga, a una trentina di chilometri. Il gruppo, quindi, potrebbe aver deciso di accelerare per recuperare. I carabinieri stanno cercando di stabilire la velocità di Alex confrontando i dispositivi elettronici indossati dagli altri ciclisti.
È un fatto anche che nel punto dello sbandamento, intuibile dai segni del rilievo tecnico fatto dagli agenti, il manto stradale non sia in perfette condizioni e mostri fenditure dovute all'usura. Quanto queste possano aver provocato, o accentuato, lo sbilanciamento di Zanardi, però, è difficile da valutare.
Le misure anti Covid Sull'altra questione al vaglio degli inquirenti, ossia se la staffetta Obiettivo Tricolore, che in alcune tappe ha visto la partecipazione spontanea di 30-40 ciclisti, dovesse essere autorizzata, ha un'idea precisa Roberto Sgalla, ex capo della Stradale e ora responsabile della Commissione direttori di corsa e sicurezza della Federciclismo. «Per una manifestazione non agonistica non c'è bisogno di chiedere i permessi all'ente proprietario della strada o alla prefettura.
Né bisogna avvisare la questura, a meno che lungo il tragitto siano previste riunioni in luogo pubblico. Le fermate nelle piazze per un brindisi o un saluto non mi sembra possano essere definite tali». Rimane il dubbio se Obiettivo Tricolore, che aveva avuto il patrocinio di Federciclismo, possa aver violato le disposizioni anti Covid. La federazione ha sospeso ogni tipo di corsa, anche non agonistica, fino al 30 giugno.
È permesso allenarsi in gruppo, mantenendo20 metri in fila tra un ciclista e l'altro. «Non era neanche un allenamento, ma una biciclettata tra amici», ripetono gli organizzatori. Il tempo delle decisioni Le condizioni di Alex - sedato, intubato e ventilato - restano stabili. «Più passa il tempo, più c'è speranza di un recupero», spiega il professor Sabino Scolletta, del policlinico Le Scotte. Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, per la seconda volta ha fatto visita ai familiari di Alex.
«La moglie mi ha detto di essere contenta del lavoro dei medici - ha detto sibillino, uscendo dall'ospedale - ma allo stesso tempo in famiglia si pongono delle domande sulle scelte importanti da fare o non fare in futuro. Le scelte che faranno saranno le loro, nessuno si può permettere di ipotizzare o suggerire. Sono decisioni importanti, complesse e che riguardano un affetto principale».
alex zanardi incidente di alex zanardi in val d'orcia