Emanuela Minucci per www.lastampa.it
Il calzino del Re. Chissà se prima o poi ci faranno un episodio di «The Crown» sulla figuraccia che ha fatto qualche giorno fa Carlo III nella moschea di Brick Lane di Londra quando, dopo essersi tolto le scarpe in segno di rispetto, ha esibito un bell’alluce desnudo che spuntava dall’usuratissimo calzino. Una gioia per i fotografi presenti (in poche ore l’immagine del regal piede ha fatto il giro del mondo) e un bel po’ di imbarazzo per il re e per la regina Camilla.
Sulle prime Buckingham Palace ha provato a virare la figuraccia in esercizio di virtù: Re Carlo non butta via niente va in giro con lo stesso cappotto cammello da vent’anni perché anche così si contribuisce a raffreddare un po’ il pianeta e vai con l’apologia dell’eco-wardrobe. D’altronde lui si è sempre vantato di far curare e riparare i suoi capi per assicurare loro lunga vita.
Coerente con la sua passione green che l’ha portato negli anni a seppellire maglioni in fibre sintetiche per dimostrarne la non biodegradabilità e a sostenere la lana con la sua «Campaign for Wool» come fibra naturale da prediligere. Perché la lana vuol dire intere comunità che vivono attorno alla lana. Insomma basta sprechi, a cominciare dall’armadio, Vade retro lusso, benvenga il riciclo.
Il calzino però, soprattutto se bucato, rappresenta di per sé qualcosa di ben poco regale. Insomma è quella sottile linea che un aristocratico regnante, capo della chiesa anglicana eccetera eccetera, non può oltrepassare: quella fra virtù antispreco e cattivo gusto. Anzi, quella fra eco-solidarietà e indecenza.
Deve essere passata questa seconda linea sui tabloid inglesi (che come una spugna assorbono il comune sentire dei sudditi), se dopo qualche giorno a Buckingham Palace due delle responsabili dell’armadio regale sono state messe alla porta. «Perché va bene la giacca ventennale e la regola aurea che il cachemire non si butta mai, ma si rammenda con la delicatezza con cui si lucida uno Stradivari, ma il buco nel calzino proprio no» si legge oggi sui giornali d’Oltremanica.
E, sempre secondo i bene informati vicini alla casa regnante, pare sia stata proprio la consorte Camilla (che da tempo pensava di dare una rinfrescata al personale) a licenziare due persone due esperte – nonché anzianotte e fidatissime di Elisabetta II – house-keeper di Buckingham Palace.
Così quel buco nel calzino del re che in prima battuta si pensava lo avvicinasse a milioni di sudditi, alle prese con l’inverno economico della Gran Bretagna, è costato il posto a due dipendenti. Vittime innocenti del sock-gate? Forse per scoprirlo dovremo aspettare un episodio di «The Crown 6».