Marco Lanterna per la Verità
Da un po' in Italia si assiste a una nuova bizzarra forma di nepotismo, venuto in auge con i social, quello dei figli che aiutano i genitori nella loro carriera. I casi si moltiplicano ovunque e sembrano la versione italiota, repubblicana e utilitaria dei vari royal baby d' Oltremanica.
In politica un esempio è Alessandro Di Battista. Il logorroico pentastellato ci ha prima frantumato i timpani con l' indifferibile priorità etica dell' essere padre, poi non pago ci ha scritto sopra un libro (un pistolotto agghiacciante dal titolo Meglio liberi. Lettera a mio figlio sul coraggio di cambiare), infine ha mandato in brodo di giuggiole le puerpere di mezza Italia, facendole sospirare in coro «quello sì che è un marito».
Ora, come se niente fosse, rovescia tutto e torna disponibile per la politica e il potere; beninteso, sempre e solo per il bene del figlio e per il suo futuro in un' Italia migliore, ché come confessa Di Battista: «Non sono mai stato troppo affascinato dalla carriera politica, mi interessa immensamente di più la carriera come essere umano».
Quei fiumi d' inchiostro versati sulla sua «paternità femminile» da iperglicemiche croniste rubate agli Harmony, si sono tramutati in un mare di baggianate. Quei viaggi in America e Amazzonia, per istruire il figlioletto come nell' Emilio di Jean-Jacques Rousseau (in vista di chissà quali falansteri sociali), adesso - con la crisi - sono diventati incerti, anzi in queste ore Di Battista sta sull' uscio di casa con il trolley in mano, nervoso e titubante. Parto? Non parto? Cosa ne sarà dell' Italia senza di me?
Senza il mio contributo di pensiero? Vada pure tranquillo. Per noi non è come veder partire Enrico Fermi o qualche altro luminare, al più ci consoleremo rileggendo l' incipit del suo libro: «La casa ormai è pronta ad accogliere un cucciolo di uomo ieri ho finito di montare la culla, il bagnetto e la mensola per i pannolini».
alessandro di battista sahra e il figlio andrea
Un altro esempio di nepotismo invertito è rappresentato da Chiara Ferragni e il suo Leone: il primo baby influencer del web, testimonial inconsapevole e subliminale dei multimilionari brand materni. Il pupo è già condannato all' asfissia da perfezione, ai codici a barre e forse al suo baby commercialista. Non può nemmeno permettersi la zazzera fuori posto, o il bavaglino sbrodolato, pena i dislike che subitanei affossano gli utili della madre, incrinandone la forzosa immagine di Biancaneve dei gonzi.
Potete star certi che per il piccolo Ferragni, anziché la comunione o la cresima - robe ormai da sfigati e poveracci - varranno ben altre cose: il primo tatuaggio (involontariamente sgrammaticato come usa tra blogger e rapper), la prima milionata di follower, la prima copertina fashion, insomma tutte le più invidiate idiozie di adesso.
gli scatoloni di alessandro di battista e il figlio andrea in foto
Ma chi ha fatto una vera fortuna con il figlio, intuendone la portata familisticamente ricattatoria e vincente, è stato Massimo Recalcati, l' unico psicanalista che ritiene una crescita il passare da Jacques Lacan a Matteo Renzi. Con Il complesso di Telemaco lui per primo ha dato la stura alle tediose, ancorché assai redditizie, sviolinate filiali. Esaurito quel primo filone - con molti libri diversi ma uguali - Recalcati è passato ai padri e poi alle madri, in attesa di lavorarsi le nonne e le zie che già smaniano per avere il loro complesso in seno alla nuova famiglia di Recalcati. E - già che c' è - perché non aggiunge pure la badante e l' animaletto di casa? E magari l' amante della moglie e del marito? Il suo Lessico famigliare - quattro puntate in onda su Rai 3 che «portano la psicanalisi in prima serata mondiale» (quante ne fanno con il nostro canone) - potrebbe divenire un Lessico famigliare allargato e durare un' intera stagione.
Un tempo la famiglia e i suoi legami erano il regno della discrezione e del riserbo (non necessariamente dell' incomprensione). Tra i componenti vigeva l' afonia dei veri affetti, spesso troppo grandi per essere comunicati. Oggi invece ogni cosa è in piazza, urlata, esibita, snudata, fatta tastare a chiunque. Al rapporto virile di un tempo tra padre e figlio sono subentrate delle patetiche mammolette che piangono e si abbracciano in ogni momento. Eppure i rapporti famigliari non ne hanno guadagnato nulla in verità o amore. Semmai l' opposto. I figli di oggi maledicono peggio di ieri i loro padri, i quali - checché ne dica Recalcati per vender più copie - sotto sotto se ne infischiano, anteponendo la carriera o la personalizzazione dell' automobile.
2. DI BATTISTA DETA LA LINEA
Ivan Francese per il Giornale
Alessandro Di Battista non è arrivato negli Usa che da poche ore che subito impugna lo smartphone e pubblica su Facebook un post dai toni euforici per celebrare la nascita del primo governo stellato (sia pure in condominio con la Lega) della storia repubblicana.
Da San Francisco "Dibba" si dice "orgoglioso di aver fatto la propria parte" in "una cosa enorme" come la scalata grillina a Palazzo Chigi. Quindi un omaggio a Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e Luigi Di Maio ma la maggior parte delle parole le riserva a se stesso.
"Strano non essere lì, non ve lo nego. Tuttavia, al di là di una sana nostalgia, sento di essere nel posto in cui voglio stare. Il mondo è grande e la vita è una ed io voglio scoprire tutto il pianeta - compulsa - Ho scelto il viaggio, la strada, la scrittura, lo studio, la lettura e soprattutto l'assoluta libertà."
Ma non manca un'attenta disamina della situazione del nostro Paese, che definisce "morente d'illegalità". Per questo auspica l'approvazione entro qualche mese di "un pacchetto anti-corruzione estremamente duro". Inoltre chiede l'aggiornamento dell'agenda con una priorità al rafforzamento dello stato sociale: "Credo nei diritti civili ma, per lo meno in Italia, oggi è tempo di tornare ad occuparci dello stato sociale", detta la linea dalla California.
"Sono in viaggio con la mia famiglia, non potrei chiedere di più - chiosa - Anzi qualcosa di meglio potrebbe esserci: tornare in un Paese più giusto, più civile, un Paese normale. Coraggio, ce la possiamo fare.
Novello Cincinnato, Di Battista si ritira a vita privata, almeno per il momento. Ma c'è da giurare che non per questo scomparirà dal dibattito pubblico.
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