COME UNA VACANZA DA SOGNO PUÒ DIVENTARE UN INCUBO: LA STORIA DI SOFIA E MATTEO, PARTITI DA FIRENZE A NATALE PER UN SOGGIORNO ALLE MALDIVE E RIMASTI BLOCCATI IN ALBERGO PERCHÉ POSITIVI - SONO STATI ABBANDONATI IN QUARANTENA DENTRO UN HOTEL SPORCO E CON STANZE PICCOLISSIME: "CI DANNO CIBO IN SCATOLA E PASTA PICCANTISSIMA, NON POSSIAMO USCIRE…" - FOTO

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Maria Bruno per www.leggo.it

 

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Una vacanza da incubo. È la storia agghiacciante di una coppia, Sofia Tonola, 25 anni, e Matteo Filibeck, 46, che ha voluto raccontare la loro odissea a Leggo, facendo un appello disperato.

 

Lei, di origine spagnola, fashion designer e stylist, mentre lui, hairstylist, residenti entrambi a Firenze, hanno deciso di passare il Natale alle Maldive. Una partenza diventata una trappola.

 

«Siamo partiti il 25 dicembre dall’Italia per le Maldive, con un viaggio organizzato da un tour operator che ci garantiva assicurazione e viaggio completo» racconta Sofia.

 

«Una volta arrivati nell'hotel designato abbiamo trascorso cinque giorni in pieno relax. Il 2 gennaio saremmo dovuti ripartire per l'Italia, per cui l'1 abbiamo fatto un tampone: positivi entrambi».

 

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Da regolamento, prima di ritornare in Italia è necessario sottoporsi ad un tampone per permettere ai viaggiatori di tornare in sicurezza.

 

«La struttura - continua Sofia - ci ha assicurato che avremmo passato la quarantena in un hotel covid, dove venivano mandati tutti i positivi: ognuno avrebbe avuto una casetta e avremmo potuto godere del mare e del sole. Per cui, siamo stati trasportati lì su un gommone, pagato da noi 300 euro, ma una volta arrivati la struttura era totalmente diversa da quella indicataci».

 

La coppia, ora, alloggia in un hotel di Malè, la capitale, in una stanza piccolissima, fatta soltanto di un letto e un bagno «di un metro per un metro e sporca. La cosa assurda è che non possiamo neanche uscire perché non ci sono solo persone positive, ma anche negativi, cioè turisti, per cui ci è impossibile anche prendere una boccata d'aria».

 

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«Ci danno cibo in scatola - denuncia la ragazza -, sempre pasta molto piccante e non vengono neanche a riprendersi il contenitore sporco. Siamo disperati, non ci ascolta nessuno, non ci risponde nessuno, non sappiamo che fare.

 

Abbiamo richiesto un tampone prima dei 13 giorni di quarantena obbligatori qui, ma non ci è stato fornito. Abbiamo anche chiamato una struttura esterna per farci prelevare, pagando di tasca nostra, ma la direttrice dell'hotel non ha fatto entrare nessuno, per cui siamo ancora intrappolati qui da ormai 5 giorni».

 

Rabbia e indignazione per Sofia e Matteo quando hanno scoperto che «ci sono 35 italiani positivi alle Maldive, di cui 34 alloggiano nel resort adibito ai casi covid, tranne noi due! Ci hanno detto che non c'erano più posti, ma non ci crediamo. Essendo in mano al governo locale possiamo fare poco per farci spostare in un altra struttura in condizioni più decenti. Abbiamo interpellato anche l’ambasciata Italiana a Colombo nello Sri Lanka, e quella spagnola, passiamo le giornate al telefono».

 

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«L'unico che ci sta aiutando è il responsabile del Consolato della Colombia, Andrea Villani, con cui siamo in contatto. Anche la nostra agenzia di Firenze si sta attivando, ma possono fare poco, perché le regole qui sono queste: restare rinchiusi. Per fortuna non abbiamo sintomi da covid, stiamo bene, ma in questo degrado rischiamo ben altre malattie!».

 

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