Filippo Facci per “Libero quotidiano”
Il giro dell'oca è finito, il censimento è temporaneamente interrotto.
All'inizio - sbagliando - c'eravamo fatti l'idea superficiale che i No Vax fossero mediamente dei coglioni o degli ignoranti, dopodiché abbiamo passato l'intera estate - noi e altri media - a cercar di capirne la fenomenologia, l'entomatologia, una catalogazione della stratificazione No Vax, una psicoanalisi dei No Vax attraverso il loro albero genealogico, ci siamo messi a compenetrare le dinamiche della loro informazione e disinformazione, dividere le sette di cattolici fatalisti dai poverelli analfabeti, distinguere gli ex fascisti dagli ex comunisti dai neo ambientalisti che equiparano il lasciapassare verde alla stella gialla degli ebrei, individuare le principali piattaforme social italiane e internazionali dove sguazzano osteopati e psichiatri olistici e cattolici antipapisti e banali truffatori, scoprire che anche Leone XII nell'Ottocento si opponeva contro l'antivaiolo, abbiamo passato in rassegna i followers di Bill Gates, George Soros, Alessandro Iannuzzi e persino Enrico Montesano,
abbiamo appreso di gente morta stecchita solo dopo aver intravisto una siringa per televisione, abbiamo scoperto che tra i favorevoli al vaccino prevalgono i laureati e lettori di quotidiani e che, tra i contrari, il 30 per cento si informa sui social (in particolare in bolle di condivisione, in pratica se la raccontano tra loro) e abbiamo stanato politici che sul vaccino facevano i pesci in barile, e abbiamo analizzato la percentuale di attendisti che aspettano la profilassi obbligatoria per aerei e treni.
IL MIGLIORAMENTO
Non per questo, nei ritagli di tempo, abbiamo smesso di notare che il ritorno alla normalità post-lockdown e le vaccinazioni hanno viaggiato in coppia, che tra i vaccinati anche anziani la percentuale di morti è calata incredibilmente, che ci sono vaccini che hanno perduto qualsiasi aura provvisoria e sperimentale (benché legata all'emergenziale velocità con cui sono stati creati) perché ormai sono stati autorizzati da enti che senza protocolli di certificazioni non ammetterebbero neppure che l'acqua è bagnata: no, non abbiamo smesso.
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Ma abbiamo ugualmente cercato di capirli, i No Vax: abbiamo notato che sondaggi più approfonditi hanno equiparato il loro numero tra i Repubblicani statunitensi e i Democratici, tra la destra e la sinistra italiane (non si può dire lo stesso per i rispettivi leader), abbiamo scoperto che esiste una percentuale di banali attendisti che aspetta solo che l'iniezione possa fargliela il medico di fiducia, che c'è gente che non si è ancora vaccinata solo perché non sa a chi intanto lasciare i figli o ha un orario di lavoro poco flessibile o con permessi non pagati (vale anche per altre cure) e che negli Usa si vaccinano più i bianchi dei neri, che gli incentivi in soldi e persino le lotterie per i vaccinati paiono funzionare, che persino assumere un dj per movimentare i centri di profilassi può ridestare la svogliatezza dei giovani, insomma, abbiamo imparato che ci sono tante ragioni di rifiuto del vaccino quante sono le persone che non si vaccinano, e che, in linea di massima, eravamo partiti con il piede giusto: i No Vax sono mediamente dei coglioni o degli ignoranti.
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Ma c'è una novità, e stiamo imparando anche questa: che il problema non è più solo socio-sanitario ma anche e prettamente di ordine pubblico. Perché ci sono anche No Vax violenti come spesso sanno essere i fanatici, e non si tratta solo di casi sporadici.
Ci sono giornalisti menati, ristoratori aggrediti, blocchi stradali, manifestazioni non autorizzate, isterie di gruppo, insomma, c'è gente a cui fare il vaccino verrebbe anche più semplice perché intanto dovrebbe indossare un paio di manette (se non la camicia di forza). Forse è il caso di prenderne atto.
Forse potremmo anche interrompere temporaneamente il nostro doveroso censimento dei No Vax. Per poi riprenderlo, naturalmente: facendone anche tanta sociologia. Prima però li arrestiamo.
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