Guido Olimpio e Guido Santevecchi per www.corriere.it
NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO
Kim Jong-un continua a ordinare test di missili: 88 dal 2012, quando è diventato il Rispettato Maresciallo, leader della Nord Corea. C’è una «linea rossa» nella corsa di Kim Jong-un alle armi? C’è un punto di non ritorno che farebbe scattare un’azione militare americana? Donald Trump ha detto che non sarà permesso alla Nord Corea di mettere a punto un missile intercontinentale (Icbm): «Non accadrà», ha twittato il presidente a gennaio (che ha twittato di Nord Corea anche il 29 maggio).
Ma il capo del Pentagono James Mattis, che quando era generale dei Marines si era meritato il soprannome «Mad Dog», cane pazzo, domenica 28 maggio ha dichiarato: «Un conflitto con la Nord Corea sarebbe catastrofico. Perché? I nordcoreani hanno una grande quantità di cannoni e lanciarazzi che tengono sotto tiro una delle città più densamente popolate del mondo, Seul, la capitale della Sud Corea».
NORDCOREA - I CANNONI SCHIERATI PER UNA ESERCITAZIONE
25 MILIONI DI CIVILI IN OSTAGGIO
Nell’area urbana di Seul vivono circa 25 milioni di persone, a circa 40 chilometri dalla Zona Demilitarizzata (DMZ), la fascia larga 4 chilometri che corre per 245 chilometri lungo la linea del 38° parallelo e spacca dal 1953 la penisola coreana. Dietro questa sottile zona cuscinetto è schierata la maggior parte dell’artiglieria «convenzionale» nordcoreana. I 25 milioni di civili di Seul sono i loro ostaggi.
13.600 CANNONI E LANCIARAZZI
Secondo le stime ufficiali Pyongyang dispone di circa 13.600 tra cannoni e sistemi lanciarazzi a lungo raggio, 10 mila lungo i 245 km della Zona Demilitarizzata. Un vulcano pronto a spargere un mare di fuoco. L’agenzia Reuters, che ha ottime fonti nella Difesa sudcoreana, ha appena pubblicato una serie di grafici e foto molto dettagliati con le postazioni d’artiglieria nordcoreane. La concentrazione più alta è nella zona di Kaesong, che per ironia ospita anche le installazioni industriali del progetto (ora congelato) di collaborazione economica tra Sud e Nord, uno dei molti tentativi di riportare la Dinastia Kim al tavolo negoziale in cambio di aiuti. A Kaesong sono concentrati 500 pezzi.
NORDCOREA - I CANNONI SCHIERATI PER UNA ESERCITAZIONE
IL CANNONE PIÙ POTENTE
Il cannone più potente è di produzione locale, il Koksan, da 170 mm, con un raggio d’azione di 60 chilometri. Poi le copie di modelli russi e cinesi. Numerose batterie sono celate in bunker per proteggerle dal fuoco di contro-batteria. Notevole il dispiegamento di lanciarazzi su camion, un’evoluzione delle famose Katyusha sovietiche della Seconda guerra mondiale: temuti quelli da 240 millimetri capaci di sparare 12/24 razzi. Bastano 44 secondi per scaricare una salva completa. Ma, come notano gli osservatori intervistati dalla Reuters, servono almeno 4 minuti per ricaricare e questo può esporre il veicolo alla risposta del nemico. È comunque evidente che il Nord ha la capacità di tenere in scacco milioni di vite, quelle degli abitanti di Seul. E non serve nemmeno una mira particolarmente accurata, la densità di palazzi e popolazione nella capitale del Sud è tale che ogni colpo potrebbe andare a segno.
NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO
«COME A HIROSHIMA»
Il dottor Harlan Ullman elaborò per la National Defense University of the United States la strategia «Shock and Awe» (Colpisci e Terrorizza), nota anche come Dominio rapido. Ispirò l’invasione americana dell’Iraq nel 2003. Ma ora Ullman, in una lettera al Financial Times ha ammonito: «Con almeno 10 mila pezzi puntati su Seul, se ogni cannonata portasse 20 libbre di esplosivo ad alto potenziale (9 chili circa), con una cadenza di cinque colpi al minuto per pezzo, sulla capitale sudcoreana pioverebbero 1.000 tonnellate di esplosivo ogni 60 secondi. In un quarto d’ora si arriverebbe all’equivalente della Bomba di Hiroshima».
64 MILA MORTI IN 24 ORE
NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO
Secondo Sam Gardiner, ex colonnello della US Air Force diventato analista militare «gli americani non potrebbero proteggere Seul almeno per le prime 24 ore di un conflitto "convenzionale", forse nemmeno per le prime 48 ore». Sono stati fatti studi sul numero delle vittime civili in caso di attacco dell’artiglieria nordcoreana, numeri atroci nella loro precisione ipotetica: 2.811 morti alla prima scarica, 64 mila il primo giorno.
I tremila rifugi di Seul
Che cosa dovrebbero fare 25 milioni di civili sotto il fuoco? «Mantenere la calma e raccogliersi rapidamente nei rifugi», dice il governo sudcoreano. C’è anche una app per smartphone prodotta dal Ministero della protezione civile che ha mappato i rifugi cittadini e le aree ritenute sicure sotto palazzi e uffici. Ci sono 17.501 rifugi in tutta la Sud Corea, 3.321 riservati ai civili a Seul, secondo dati del ministero.
Il più grande si estende sottoterra per 239 mila metri quadrati. In una recente visita a Seul, il Corriere ha potuto facilmente osservare indicazioni con la scritta in coreano e in inglese «Shelter» (rifugio) all’ingresso di tunnel in zone centrali, compresa la piazza Namdaemun dove sorge una delle antiche porte della città, risalente al XIV secolo (nella foto qui sopra). Nella zona ora c’è un grande mercato all’aperto: c’è da tremare solo a pensare alla fuga della gente in una mattinata normale in caso di attacco improvviso.
LA LEZIONE DELL'ISOLA
LANCIO DI UN MISSILE DA PARTE DELLA COREA DEL NORD
Ma potrebbe succedere. È da quasi un ventennio che il regime del Nord minaccia di avvolgere il Sud in un «mare di fuoco». E come esempio di quello che potrebbe fare, nel novembre del 2010 ha bombardato l’isola poco abitata di Yeonpyeong causando 4 morti e 19 feriti. Sfida seguita da una propaganda roboante che ha mostrato i suoi sistemi d’arma, le postazioni e le manovre di tiro. Una di queste è avvenuta anche di recente, nel pieno della crisi e al cospetto del Rispettato Maresciallo. E sempre il leader, in segno di ammonimento, ha visitato ai primi di maggio le installazioni sugli isolotti di Jangjae e Mu dai quali ha osservato con il binocolo i possibili bersagli nemici. Show arricchito con la diffusione di foto.
RETE DI TUNNEL PER SABOTATORI
carrarmati nordcoreani sfilano a pyongyang
La Corea del Nord abbina la componente offensiva ad altri due elementi. Il primo è rappresentato dalle difese passive. Americani e israeliani ritengono che gli esperti di Kim siano tra i migliori nella costruzione di posizioni interrate e nascoste. Alcune — come si è detto — sono riservate all’artiglieria: la tv di Pyongyang ha trasmesso in alcune occasioni filmati di queste strutture scavate nei fianchi di alture. L’abilità dei genieri nordcoreani è riconosciuta all’estero, tanto è vero che diversi «amici» hanno importato la tecnica: l’Iran e l’Hezbollah libanese hanno usato consigli ed esperti nordcoreani. Due società minerarie sono state colpite da sanzioni Onu proprio perché accusate di aver fornito l’expertise. Il secondo aspetto riguarda quello dei tunnel con i quali violare il confine (245 km) oggi protetto da una fascia minata profonda 4 chilometri. È una storia «antica». L’esercito sudcoreano ne ha scoperti diversi e c’è chi dubita della reale efficacia. Ma in caso di crisi rappresentano una preoccupazione in più in quanto Kim Jong-un potrebbe infiltrare i suoi sabotatori dietro le linee mentre i cannoni creerebbero un diversivo.
LA LINEA ROSSA (CHE NON C'È)
Domanda al generale Mattis, capo del Pentagono. Qual è la linea che se fosse varcata dalla Nord Corea spingerebbe gli Stati Uniti ad agire? «Preferisco non rispondere. Il presidente Trump ha bisogno di spazio di manovra politica su questo punto. Non tracciamo linee rosse a meno di non poterle tenere. Abbiamo detto con chiarezza che vogliamo lavorare con la Cina, perché consideriamo la Nord Corea una minaccia già oggi. E non voglio dire di più perché potremmo sapere delle cose che i nordcoreani non sanno».
fanteria nordcoreana con dotazione anti nucleare