Barbara Costa per Dagospia
“Non me ne importa niente dei diritti LGBT+. Io ho votato Trump perché voglio il mio portafoglio più pieno, voglio meno tasse, e che gli immigrati la finiscano d’entrare nel mio Paese senza controllo”. Bianco, razzista, rozzo, pro armi, panzone, di mezza età? Macché. A pensarla così, e a votare Trump, sono stati pure loro, i gay… for Trump! E lesbiche, trav, trans, i non etero di ogni respiro, età, ed etnia. Conservatori e repubblicani. Tantissime persone, alle quali chi Trump è e fa non li offende, assolutamente no: sono persone a cui offende l’ideologia di certa sinistra americana, liberal, radical, che ha occupato il palcoscenico mediatico in questi ultimi anni.
I non etero trumpiani mirano al cuore di quest’ideologia dem, e ne contestano brutalmente il suo porsi a vittima: ma vittima, di che? I gay e lesbiche e trans e i non etero all for Trump non credono che Trump sia il diavolo fatto persona, anzi: se c’è della negatività in giro, secondo loro, è in campo democratico.
richard grenell col marito e il cane
Sono i dem odierni gli intolleranti veri, i dem che vogliono fissare come un non etero deve essere, i dem che “ci rifiutano, per loro siamo mostri, e rendono il nostro dichiararci for Trump un secondo coming out”. Gli LGBT+ for Trump sono persone comuni senza stipendi da favola, né case da favola. Persone che non hanno tempo da perdere con politiche LGBT+ acchiappafavole.
Persone non etero soddisfatte di definirsi “normali”, lo stesso “normali” che ha usato J.D. Vance, il vice di Trump, in campagna elettorale. È ai voti di tutti questi non etero “normali” che Trump e Vance hanno esplicitamente puntato, dove per normali si intende persone che lavorano, da mane a sera, parte dello stufo ex ceto medio scocciato dalle chiacchiere dem, e da quel vittimismo, di mediatico potere, sconfitto sonoramente da Trump.
Patetico che, a 15 giorni post elezioni, vi siano media dem intenti a snocciolare i loro sondaggi per cui “più del 70 per cento dei non etero ha votato Harris, per Trump nemmeno il 5!”. Non è vero che il mondo LGBT+ è composto come alcuni vorrebbero farci credere: nel segreto dell’urna, Trump ha beneficiato del voto degli elettori LGBT+ fuori dai valori LGBT+ graditi e ripetuti.
Sono non etero che con le leggi che gli riconoscono di sposarsi e avere e/o adottare figli non si sentono indietro a nessuno, e non vogliono nessun’altra tutela dalla politica, e rifuggono quote e corsie non di merito decise dalla politica per la loro sessualità "diversa". Non vogliono gli sia regalato nulla, e non vogliono che lo Stato s’impicci di come vivono e con chi sc*pano! Per i non etero trumpiani una legge pro LGBT+ non è parità, bensì adulazione. In sé una nuova discriminazione.
Negli USA – ma pure qui da noi – ci sono non etero a cui importa nulla di pronomi X, desinenza Y, non etero che se ne sbattono del politicamente corretto stabilito da chi poi non votano, perché, al momento del voto, nella loro testa pulsa la vita vera, e guardano ai soldi, al disastro immigratorio, alla criminalità. Negli USA ci sono non etero che se ne imp*pano se Trump cambierà la politica militare a loro sfavore: loro a far la guerra e a aggiustare il mondo non ci vogliono più andare!
Ai milioni di votanti etero for Trump che rivogliono un minimo di ordine, nella loro vita di comunità di ogni giorno, si affiancano non etero per i quali è vitale e sacro il I Emendamento, e il II, però non accettano più rogne auto create da governi distratti dai bisogni concreti delle persone. I non etero pro Trump vogliono l’America First, meno governo federale, ma in più vogliono essere lasciati in pace, a vivere la loro vita, come gli pare, e sono arcistufi dei dem che via social li sfottono per aver votato, con Trump, Vance, che è etero, e che ai dibattiti mette l’eyeliner.
I non etero for Trump hanno fatto campagna attiva, pro Trump, evitata dai grandi media. A seguirla, avrebbero scoperto che pure i LGBT+ for Trump hanno i loro influencer, e chi è salito sul palco per loro: se Trump ha sbaragliato Harris negli stati chiave, è pure perché la moglie Melania, la nuora Lara, la figlia Tiffany, e la sua seconda ex moglie Marla, hanno lì presenziato a eventi LGBT+ for Trump.
lara trump lgbt for trump event
E adesso, che ha vinto Trump, i dem raddoppiano gli strali contro i gay for Trump: gli avete venduto l’anima! I gay trumpiani gli rispondono con i fatti: Trump è stato il I presidente della Storia a festeggiare, alla Casa Bianca, il "Mese LGBT+". Trump è stato il I presidente della Storia a nominare un gay dichiarato, Richard Grenell, a capo dell’intelligence (come e dove e per chi Grenell ha fatto campagna, in queste elezioni?).
lgbt for trump 2024 pennsylvania
A Mar-a-Lago, cioè a casa di Trump, se vuoi ti puoi sposare: sia che tu sia gay, etero, quel che vuoi e con chi vuoi. YMCA (l’inno gay) lo balla pure Trump.
Dice Rob Smith, 42 anni, tra i massimi influencer trumpiani, gay e black, e in prima fila per Trump in queste presidenziali: “Siamo protetti a livello federale. Possiamo sposarci, o non sposarci. Avere o non avere figli. Possiamo fare tutto. Ogni altra legge pro LGBT+ non ci serve. Perché ora dipende solo da noi. Da ognuno di noi”.
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